La Nazionale di Roberto Mancini, assente illustre ai Mondiali di Qatar 2022, si è ritrovata nei giorni scorsi per uno stage condito da due gare amichevoli contro Albania e Austria. È stata l’occasione, per il commissario tecnico azzurro, di rivedere volti noti di Coverciano, ma soprattutto per fare esperimenti in chiave futura, dando spazio anche a chi la maglia della Nazionale maggiore ancora non l’aveva indossata.

Italia-Albania 3-1: Grifo sugli scudi

Contro l’Albania di Edy Reja è arrivata una vittoria in rimonta per 3-1: dopo lo svantaggio iniziale firmato da Ismajli, gli azzurri hanno ribaltato la situazione grazie ad un gol di Giovanni Di Lorenzo e alla doppietta di Grifo.

Sopra la sufficienza la prestazione di capitan Bonucci, che si perde l’autore del gol dell’Albania, ma poi guida la difesa con esperienza, supportato da uno Scalvini (6,5) che ha confermato quanto di buono mostrato con l’Atalanta. È ancora molto giovane, ma il ragazzo promette davvero tantissimo. Merita un 7 la prestazione del “napoletano” Di Lorenzo, autore di un’azione da attaccante provetto in occasione del gol del pareggio, ma più in generale la sua prestazione è stata sicura e nettamente sopra la media. Il migliore in campo è sicuramente Grifo (8) che chiude la sua prestazione con 2 gol, un assist e una traversa colpita.

Fa il bello e il cattivo tempo Raspadori (7), che spadroneggia soprattutto nel primo tempo e cala alla distanza, mentre ci si aspetta sicuramente molto di più da elementi del calibro di Verratti e Zaniolo. A loro va un 6 per la qualità e le prospettive di questa nazionale, ma il primo ha commesso degli errori non da lui (da un suo sbaglio si giunge alla traversa di Uzuni), mentre il secondo è impreciso sotto porta. Il giallorosso deve capitalizzare di più la mole di gioco cui contribuisce in prima persona.

Austria-Italia 2-0: pioggia di insufficienze tra gli azzurri

Nel secondo impegno disputato ieri sera all’Ernst Happel Stadion di Vienna, è arrivata invece una brutta battuta d’arresto per l’Italia, sconfitta dall’Austria di Ralf Rangnick con il punteggio di 2-0. È successo sostanzialmente tutto nel primo tempo, con le reti di Schlager e Alaba su calcio di punizione, mentre nella ripresa tanto possesso palla sterile per gli azzurri.

Si salvano davvero in pochi tra le fila della squadra schierata dal commissario tecnico Roberto Mancini, ovvero Dimarco e Chiesa, che sembrano essere gli unici ad avere qualcosa in più in termini di voglia e cattiveria. I cross dell’esterno mancino dell’Inter sono stati un pericolo costante per la difesa austriaca, anche se non molto sfruttati dagli avanti italiani, mentre il bianconero ha cercato di crearsi occasioni propizie dalle sue proverbiali mattonelle, senza però riuscire a trovare la rete. Considerato che veniva da un lungo stop, è già decisamente sufficiente.

Naufragano tutti gli altri, con Donnarumma che merita un 5,5: la grande parata su Posch gli evita un voto più basso, perché sulla punizione di Alaba poteva e doveva fare di più. Completamente in bambola lo juventino Gatti (5), che sbaglia tutto quello che c’è da sbagliare venendo giustamente sostituito all’intervallo. Regali all’Austria anche da Acerbi e Di Lorenzo, anche loro molto insufficienti, mentre capitan Bonucci (5,5) da solo non riesce a tenere in piedi la baracca. Ancora gravi errori a centrocampo da parte di Verratti (5), che perde il pallone sanguinoso da cui arriverà poi l’1-0 austriaco, mentre Raspadori si accende solo nella ripresa dopo un primo tempo completamente anonimo (5,5). Da “Chi l’ha visto” il “tedesco” Grifo, che, dopo la bella prestazione offerta con l’Albania, non riesce mai ad entrare nel vivo del gioco. Non incide, da subentrato, nemmeno Zaniolo.

Insomma, se la gara contro l’Albania aveva illuso qualcuno sul processo di crescita della nuova Italia, la gara contro gli austriaci riporta tutti sulla terra: ci vorrà tempo per amalgamare tanti nuovi giocatori e abituare alcuni giovani a certi palcoscenici. La fase finale della Nations League, più delle prossime qualificazioni agli Europei, potrebbe essere un trampolino di lancio per l’Italia del futuro. Al momento ci vuole tanta pazienza.