È stato definito il “girone di ferro”, e non a caso. Il gruppo F di Euro2020 è quello che promette più spettacolo e le partite migliori, e che potrebbe sancire l’eliminazione – anche se le quattro migliori terze avranno comunque la possibilità di accedere agli ottavi – di almeno una grandissima del calcio europeo e mondiale. Ci sono ben 12 trofei, tra Coppe del Mondo e continentali, presenti in questo gruppo tra Germania, Francia e Portogallo, e l’outsider Ungheria potrebbe anche scompigliare i piani.

Si gioca tra Monaco e Budapest, e proprio lo stadio della capitale magiara sarà l’unico di tutta la competizione ad ammettere tutti gli spettatori: saranno quindi 61mila i tifosi presenti alla Ferenc Puskas Arena, un dato non indifferente se pensiamo che, quindi, l’Ungheria giocherà non solo in casa, ma anche con uno stadio pieno tutto a suo favore.

E sono tanti anche gli incroci di rilievo: ci sono le due finaliste dell’ultimo Europeo, Francia e Portogallo; c’è una delle semifinaliste del 2016, la Germania; e c’è infine la nazionale che sembrava potesse essere la sorpresa dell’ultima edizione, l’Ungheria. La selezione magiara arrivò a un passo dal fermare il Portogallo ai gironi del 2016, poi una tripletta di Cristiano Ronaldo diede ai lusitani il terzo posto e il passaggio del turno che li portò al primo titolo della loro storia.

Francia, obbligata a vincere

Inutile girarsi attorno, la Francia è la squadra super favorita per la vittoria finale, e qualsiasi altro risultato diverso dal primo posto avrebbe il sapore del fallimento: i Bleus, campioni del mondo in carica, non solo possono contare sull’ossatura del 2018, ma hanno anche aggiunto Karim Benzema al loro attacco. Insieme al centravanti del Real Madrid ci sono, su tutti, Kylian Mbappe e Antoine Griezmann, e quello transalpino è senza dubbio il reparto avanzato più forte del torneo (e molto probabilmente del mondo).

Anche il centrocampo, nel 4-3-3 di Deschamps, è tra i più forti in circolazione: Pogba (tra i migliori nel 2018), Kanté (tra i migliori anche in questa stagione, culminata con la Champions vinta con la maglia del Chelsea) e Rabiot (autore sempre di buonissime prestazioni in nazionale) hanno le caratteristiche giuste per formare un reparto mediano che combina muscoli e qualità. In difesa, ai lati della coppia centrale Koundé-Varane, agiscono Pavard e Lucas Hernandez del Bayern. È una squadra talmente forte, per dirne una, che si è permessa il lusso di lasciare a casa il rossonero Theo Hernandez e Mendy del Manchester City.

I Bleus vengono anche da un un buon momento: a questo Europeo sono arrivati da primi nel girone, con 8 vittorie, un pareggio e una sconfitta (i due mancati successi sono arrivati con la Turchia) e non hanno perso in Nations League. La Francia arriva da 16 risultati utili consecutivi, con 40 reti segnate e solo 9 subite.

La formazione tipo della Francia (4-3-3): Lloris; Pavard, Koundé, Varane, Hernandez; Pogba, Kanté, Rabiot; Griezmann, Benzema, Mbappé.

Portogallo alla ricerca del bis

I lusitani arrivano dal periodo migliore della loro storia, con l’Europeo vinto in Francia nel 2016 e la Nations League sollevata due anni dopo. Accanto a Cristiano Ronaldo, veterano del gruppo, si muove un gruppo giovane e di qualità, sensibilmente migliore rispetto alla formazione campione cinque anni fa. CR7 rimane la stella assoluta, faro di un’intera nazione, ma anche la batteria alle sue spalle fa paura: Bernardo Silva e Bruno Fernandes hanno assunto lo status di campioni a Manchester, uno sponda City e uno sponda United, e Joao Felix, dopo un primo anno di adattamento, è campione in carica nella Liga con l’Atletico Madrid.

In mediana il solito Joao Moutinho, uno dei veterani del gruppo, e Renato Sanches, che proprio all’ultimo Europeo attirò le attenzioni di mezzo continente e che ora, dopo cinque anni non facilissimi, sembra tornato – col Lille – a quei livelli. Anche la difesa ha giocatori di assoluta qualità: accanto a un altro “grande vecchio”, Pepe, c’è Ruben Dias, gioiellino del City, la nostra vecchia conoscenza Joao Cancelo a destra e Raphael Guerreiro del Borussia Dortmund dall’altro lato.

Superare il girone non sarà semplicissimo, ma dietro la Francia è probabilmente il Portogallo la principale candidata per il passaggio del turno. Dal 2018, negli ultimi 23 impegni ufficiali, la nazionale di Fernando Santos, in panchina dal 2014, ha perso solamente due volte, una delle quali proprio contro i transalpini. La prima fase sarà difficilissima, ma in quella a eliminazione diretta non si può non considerare tra le favorite.

La formazione tipo del Portogallo (4-2-3-1): Lopes; Cancelo, Dias, Pepe, Guerreiro; Moutinho, Sanches; B. Silva, B. Fernandes, Felix; Ronaldo.

Germania, il riscatto per l’ultima di Low

Quella del post-2016 è forse la Germania meno forte degli ultimi anni, fisiologico per una squadra in costante crescita dall’inizio degli anni 2000 al Mondiale vinto in Brasile nel 2014. L’obiettivo minimo della nazionale tedesca, di default tra le favorite almeno per un posto ai quarti, è quello di passare il girone e di disputare un grande Europeo per salutare nel migliore dei modi Joachim Low, in panchina dal luglio 2006. Con lui, in sei tornei, la Germania ha raggiunto per tre volte le semifinali (2010, 2012 e 2016), per due volte la finale (2008 e 2014) e solo in un’occasione è stata eliminata ai gironi, nel Mondiale di Russia del 2018. Alla fine di questa esperienza, il suo posto sarà preso da Hans-Dieter Flick, ex tecnico del Bayern Monaco.
Il reparto migliore è sicuramente l’attacco, che presenta i due freschi campioni d’Europa Timo Werner e Kai Havertz, supportati a destra da Leroy Sané. Solido il centrocampo, col trio Kimmich-Goretzka-Kroos che assicura solidità e qualità. In difesa, ai lati della coppia rocciosa Rudiger-Hummels, ci sono l’atalantino Robin Gosens e Ginter. In porta la sicurezza è rappresentata dal capitano, Manuel Neuer.
La qualificazione a questo Europeo è stata agevole, con sette vittorie e un solo k.o. in otto gare, ma alcune crepe – abbastanza incredibili – si sono notate in Nations League, torneo in cui ha subito un umiliante 6-0 dalla Spagna. E non solo: nelle prime gare di qualificazione a Qatar2022, la Mannschaft ha incredibilmente perso per 2-1 in casa contro la Macedonia del Nord. Insomma, a dispetto del roboante 7-1 maturato in amichevole contro la Lettonia, non sarà un torneo semplicissimo per la Germania, che però può contare su alcuni veterani tornati in gruppo (Muller e Hummels) e sulla freschezza di Gnabry e Musiala, giovane talento del Bayern e terzo giocatore più giovane di questo Europeo.
La formazione tipo della Germania (4-3-3): Neuer; Ginter, Rudiger, Hummels, Gosens; Kroos, Kimmich, Gundogan (Goretzka); Gnabry (Havertz), Werner, Sané.

Ungheria vittima sacrificale?

Va bene, forse l’appellativo di “vittima sacrificale” è un po’ forte, ma è innegabile che in un gruppo come questo, in cui una tra Francia, Portogallo e Germania rischia seriamente di uscire al primo turno, sulla nazionale magiara non sono riposte troppe speranze. Anche, e soprattutto, perché non ci sarà il miglior giocatore della rosa, nonché il miglior ungherese degli ultimi anni: Dominik Szoboszlai, infatti, ha continuato a risentire dei fastidi al pube che lo hanno costretto a dare forfait.
Per il ct Marco Rossi, italiano d’Ungheria, la missione sarà quindi ancora più difficile del previsto. Per la prima volta nella storia, però, la nazionale parteciperà a due edizioni degli Europei consecutive, dopo aver saltato di netto 10 appuntamenti consecutivi tra il 1976 e il 2012. E, soprattutto, nel girone giocherà due delle tre partite davanti al proprio pubblico, nell’unico stadio su 11 che potrà riempirsi al 100%. L’occasione, quindi, è comunque ghiotta e, nonostante il gap tecnico con le altre avversarie, c’è qualche piccola speranza di fare bene.
Da quando il tecnico italiano ha preso in mano la nazionale, l’Ungheria ha ottenuto 15 vittorie, 9 pareggi e solo cinque sconfitte tra impegni ufficiali e amichevoli, e non perde da 9 gare. Agli Europei ci è arrivata tramite gli spareggi contro Bulgaria e Islanda, e ha iniziato il cammino verso Qatar2022 con un pareggio e due vittorie. Senza Szoboszlai, la figura di riferimento sarà il centravanti Adam Szalai del Mainz, 23 reti in 69 presenze con i Magyarok.
La formazione tipo dell’Ungheria (4-4-2): Dibusz; Fiola, Lovrencsics, Lang, Attila Szalai; Nagy, Kleinheisler, Sallai, Siger; Nikolic, Adam Szalai.

Il calendario del Gruppo F

Tutte le gare saranno in diretta tv su Sky, alcune anche sulla Rai.

Martedì 15 giugno

Ore 18:00 Ungheria-Portogallo (Budapest)

Ore 21:oo Francia-Germania (Monaco)

Sabato 19 giugno

Ore 15:00 Ungheria-Francia (Budapest)

Ore 18:00 Portogallo-Germania (Monaco)

Mercoledì 23 (ore 21)

Portogallo-Francia (Budapest)

Germania-Ungheria (Monaco)