L’Italia di Roberto Mancini conquista i quarti di finale di Euro 2020 battendo l’Austria ai tempi supplementari e raggiungendo il record di 31 partite consecutive senza sconfitte. Nel teatro di Wembley, gli azzurri hanno bisogno dei tempi supplementari per piegare una nazionale austriaca che il ct Franco Foda manda in campo con un atteggiamento molto propositivo. Rispetto alle precedenti uscite, la nazionale italiana è parsa meno pericolosa in avanti, incapace di sfruttare le buone occasioni create nella prima frazione di gioco. La partita contro l’Austria dice sostanzialmente che ci vuole sempre equilibrio nei giudizi: non era una nazionale stratosferica fino a ieri, non è di certo ridimensionata oggi per via delle difficoltà incontrate nel superare Alaba e compagni.

Gli azzurri soffrono troppo nei tempi regolamentari

Roberto Mancini manda in campo la formazione migliore dopo il turnover effettuato nella terza giornata della fase a gironi contro il Galles. L’Italia parte subito tambureggiando ad alti ritmi, ma l’Austria replica colpo su colpo con una marcatura a uomo nella zona che non concede spazio ad Immobile se non con la ricerca delle verticalizzazioni improvvise. Nonostante una sostanziale supremazia territoriale, l’Italia non riesce a capitalizzare: ci provano nell’ordine Spinazzola, Barella e Insigne, ma con conclusioni tutt’altro che incisive. L’occasione più interessante la inventa Immobile con un tiro dalla distanza che colpisce la parte esterna dell’incrocio dei pali alla destra di Bachmann. Il più pericoloso degli austriaci è invece Arnautovic: l’ex interista, che si becca un giallo dopo pochissimi secondi per un brutto fallo al limite dell’area azzurra, quando riparte con la sua tecnica mette in difficoltà soprattutto il duo centrale italiano, ma in fase di conclusione non è per nulla preciso.

Annullato un gol ad Arnautovic

Nella ripresa, il canovaccio tattico non cambia, con l’Italia a detenere maggiormente il pallino del gioco, ma con meno lucidità e più nervosismo per il trascorrere inesorabile del tempo. Uno svarione di Bonucci apre ad una ripartenza dell’Austria che si conclude per fortuna con un nulla di fatto. È il preludio al gol degli austriaci che arriva al 65’ con Arnautovic, ma il centravanti, finito nel mirino del Bologna, è colto in fuorigioco dal Var e la marcatura viene annullata. Mancini e il suo staff tirano un sospiro di sollievo, ma è il momento di fare le sostituzioni: entrano Pessina e Locatelli per Barella (meno incisivo del solito) e Verratti (che paga alla lunga le condizioni precarie poiché reduce da un infortunio). Nonostante le forze fresche in campo, la nazionale italiana fatica a trovare spazi in avanti, ragion per cui il ct azzurro cambia ancora: a 6 minuti dalla fine entrano Chiesa e Belotti per Berardi e Immobile, ma non basta per evitare i supplementari.

Chiesa e Pessina in gol nei supplementari

Nell’extra-time l’Italia capitalizza i cambi effettuati da Mancini: dopo una conclusione debole parata agilmente da Bachmann, al 95’ è lo juventino Chiesa a rompere l’equilibrio con un sinistro che non dà scampo all’estremo difensore avversario. Mancano energie fisiche e mentali, saltano gli schemi e la partita diventa una sorta di uno contro uno a tutto campo e al 105’ l’Italia fa valere la superiorità tecnica trovando la rete del raddoppio con Pessina, che arriva poco dopo una punizione calciata all’incrocio dei pali da Insigne ben parata da Bachmann. È l’apoteosi per il centrocampista dell’Atalanta, che trova la seconda rete in questo suo primo Europeo tra i “grandi”.

L’Austria reagisce ma Donnarumma dice no ad una conclusione dalla distanza di Schaub, poi è Sabitzer a sprecare da posizione favorevole. Il gol degli austriaci è nell’aria e al 114’ arriva con Kalajdzic di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo e con una marcatura azzurra alquanto approssimativa. Il primo gol incassato dall’Italia in questi Europei interrompe anche l’imbattibilità della porta azzurra che durava da ben 1168 minuti: migliorato quindi il primato che apparteneva a Dino Zoff, rimasto imbattuto in Nazionale per 1143 minuti tra il 1972 e il 1974. Nei minuti finali, l’Austria si riversa in avanti, ma l’Italia non capitalizza un paio di ripartenze veloci. Si arriva comunque al triplice fischio finale con gli azzurri che, seppur a fatica, si qualificano per i quarti di finale.

Prossimo appuntamento per gli uomini di Mancini sarà venerdì 2 luglio alle ore 21:00 a Monaco di Baviera con la vincente tra Belgio e Portogallo. Per l’occasione, Mancini spera di recuperare capitan Giorgio Chiellini, che è quasi guarito dal problema al flessore della coscia sinistra rimediato contro la Svizzera, oltre che Alessandro Florenzi. Comunque sia sarà un’altra gara molto complicata per Mancini e i suoi, che forse partiranno per la prima volta da sfavoriti in una gara di questo Europeo, ma la vittoria sull’Austria ha confermato che questo gruppo è in grado anche di soffrire. Quando c’è unità di intenti e ci sono le giuste motivazioni, qualsiasi giocatore venga impiegato, anche a gara in corso, dà il proprio importante contributo, come dimostrato egregiamente da Pessina e Chiesa. Del resto, lo si sapeva sin dall’inizio che questa nazionale non è una squadra composta da grandi campioni, ma possiede un’identità di gioco definita, un collettivo unito e la massima disponibilità nei confronti del lavoro del CT e di tutto il suo staff. Per arrivare fino in fondo, si dovrà inevitabilmente proseguire su questa strada, puntando ad avere anche quel pizzico di buona sorte che non guasta mai nelle competizioni in cui si giocano tante partite ravvicinate.

Le dichiarazioni post-partita

Molto soddisfatto per la prestazione da subentrato e per la rete che ha sbloccato il risultato, lo juventino Federico Chiesa: “Congratulazioni all’Austria – le parole del numero 14 a Sky Sport – ha giocato davvero bene, è stato un grande ottavo di finale ma alla fine il nostro gol è arrivato e abbiamo meritato. Il merito è dell’allenatore che ci vuole sempre pronti. Siamo in 26 e anche questa sera, come contro il Galles, quelli che sono entrati hanno dimostrato di essere pronti e hanno dato una mano alla squadra. Gol? Sono stato bravo a stare calmo: in quelle situazioni magari vorresti tirare al volo, e invece sono stato bravo a controllarla bene e a calciare”. 

“L’abbiamo portata a casa perché lo abbiamo meritato – le parole del ct Roberto Mancini – Nel primo tempo abbiamo dominato e avremmo potuto segnare qualche gol, poi nella ripresa siamo calati fisicamente ma abbiamo vinto grazie ai giocatori che sono in panchina e che sono entrati con la mentalità giusta. Belgio o Portogallo? Sono due squadre straordinarie. È difficile scegliere”.