Sono trascorsi esattamente 50 anni da quella che è passata alla storia come “La partita del secolo”. Stiamo parlando ovviamente di Italia-Germania Ovest, semifinale dei mondiali messicani disputatasi appunto il 17 giugno del 1970 e che ha visto gli azzurri prevalere sui tedeschi con il punteggio di 4-3 dopo i tempi supplementari. I giudizi tecnici sulla partita sono stati al tempo contrastanti, con gli esteti che hanno storto il naso per via del gioco espresso soprattutto dalla selezione allenata da Ferruccio Valcareggi. Sta di fatto che la girandola di emozioni e continui cambiamenti di risultato nei tempi supplementari, hanno trasformato una partita di calcio in un vero e proprio evento culturale. La partita dello stadio Azteca di Città del Messico è finita al centro di celeberrimi libri, ma anche di un film che nel 1990 ha appunto raccontato l’evento come un episodio di valenza rivoluzionaria a livello generazionale.

L’Italia di Valcareggi nel ciclone della critica

L’Italia giunge ai Mondiali messicani tra lo scetticismo della critica, anche per via dei risultati ottenuti alle due precedenti partecipazioni alla Coppa del Mondo nel ’62 e nel ’66. Il girone eliminatorio è tutt’altro che esaltante per la nazionale italiana, che si qualifica come prima, ma vince solo una volta (1-0) contro la Svezia e colleziona due 0-0 contro Uruguay e Israele. Sui giornali italiani tiene banco sempre il cosiddetto “caso” della staffetta tra il milanista Gianni Rivera e l’interista Sandro Mazzola, ma ai quarti di finale gli azzurri ottengono una vittoria convincente contro il Messico padrone di casa: 4-1.

In semifinale l’Italia trova la Germania Ovest allenata da Helmut Schön e che ha nel bomber Gerd Muller (capocannoniere della manifestazione con 10 reti) il suo alfiere migliore. Dopo aver dominato il proprio girone eliminatorio (battuti Marocco 2-1, Bulgaria 5-2 e Perù 3-1) e rimandato a casa l’Inghilterra campione in carica, i tedeschi arrivano all’appuntamento con la nazionale italiana da assoluti favoriti.

Italia-Germania Ovest: il racconto della Partita del Secolo

La semifinale dei Mondiali di Messico ’70 si gioca allo stadio Azteca di Città del Messico e vede gli azzurri cercare sin da subito di imporre il proprio ritmo alla partita. Valcareggi punta a mantenere il possesso palla per correre pochi rischi e al contempo logorare gli avversari, e la strategia sembra essere quella giusta: all’8’ l’Italia è già in vantaggio grazie ad un gran tiro dalla distanza di Boninsegna, che batte il portiere tedesco Sepp Maier. La rete fa abbassare ulteriormente il baricentro della nazionale azzurra, che tenta di colpire solamente in contropiede. All’89’ Albertosi è miracoloso su colpo di testa di Seeler, ma nel recupero arriva la beffa per gli azzurri: il milanista Karl-Heinz Schnellinger porta la gara in parità segnando il suo primo gol dopo 47 presenze con la nazionale della Germania Ovest. Si va ai tempi supplementari.

Iniziano 30 minuti di grandi emozioni, che faranno passare la gara alla storia come “La partita del secolo”. Al 94’ il bomber Gerd Müller approfitta di un’indecisione della difesa italiana per mettere a segno il gol del momentaneo 2-1 in favore della Germania. Passano soli 4 minuti e l’Italia pareggia con Tarcisio Burgnich, abile a sfruttare stavolta un evidente errore di stanchezza psico-fisica dei tedeschi. Al 104’, ultimo minuto del primo tempo supplementare, l’Italia si porta addirittura sul 3-2 con un contropiede magistralmente finalizzato da Riva.

Nel secondo tempo supplementare, nonostante lo svantaggio e Beckenbauer rimasto in campo in condizioni precarie (i due cambi consentiti sono già stati effettuati), la Germania Ovest trova il pareggio al minuto 110’ ancora con Muller, che svetta di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo, trovando uno spiraglio tra Rivera e il palo dove far passare il pallone. Passano solo 60 secondi e l’Italia dallo scoramento sale nuovamente alle stelle: al termine di una fitta rete di passaggi (11 per la precisione), Rivera si fa perdonare per l’indecisione precedente e sigla la rete del 4-3, risultato che non cambierà fino al triplice fischio finale e che consentirà all’Italia di giocarsi la finale col Brasile.

Erano ben 32 anni che la nazionale italiana non raggiungeva una finale di Coppa del Mondo ed inevitabilmente l’impresa viene festeggiata in Italia come la conquista del trofeo stesso. È una notte di lavoro straordinario per le forze dell’ordine del Bel Paese, ma anche in Germania dell’Ovest, dove si segnalano vere e proprie “caccia all’uomo” nei confronti di cittadini italiani, con danneggiamenti anche a cose e veicoli.

Il tabellino della partita:

ITALIA: Albertosi; Burgnich, Facchetti, Bertini, Rosato (1° pts Poletti), Cera; Domenghini, Mazzola (1’ st Rivera), Boninsegna, De Sisti, Riva. All.: Valcareggi.
GERMANIA OVEST: Maier; Vogts, Patzke (20’ st Held); Schenellinger, Schultz, Beckenbauer; Grabowoski, Overath, Seeler, Muller, Lohr (6’ st Libuda). Allenatore: Schon.
ARBITRO: Yamasaki (Messico)
RETI: 8’ pt Boninsegna, Schnellinger  45’ st, 4’ pts Muller, 8’ pts Burgnich, Riva 14’ pts; Muller 5’ sts; Rivera 6’ sts

Il sogno azzurro si infrange in finale

Il 21 giugno l’Italia perderà la finale in maniera netta contro il Brasile di Pelé (4-1), ma “La partita del secolo” rimarrà per sempre nella storia del calcio come l’evento che ha diviso per sempre i puristi e quelli che oggi vengono in gergo definiti “risultatisti”. Italia-Germania Ovest ha visto infatti annullare quasi completamente la tattica in favore delle giocate dei singoli e dell’agonismo, non per questo mettendo da parte il divertimento e le marcature (ben 7). Piaccia o non piaccia, si tratta di una partita epica, che ha tenuto incollati ai televisori milioni di appassionati e non.