Oggi è il compleanno di Mario Mandzukic, centravanti croato dell’Al-Duhail che in Italia ha vestito la maglia della Juventus per quattro anni. Il 34enne ex Wolfsburg, Bayern Monaco e Atletico Madrid, con la maglia bianconera è diventato sin da subito il beniamino dei tifosi per via della sua generosità dal primo all’ultimo minuto di ogni match. Nato come centravanti puro che fa della fisicità la sua arma migliore, è soprattutto negli anni di Torino che si completa diventando un attaccante esterno in grado di dare una grossa mano alla squadra anche in fase difensiva. Paragonato inizialmente al connazionale Alen Boksic, rispetto all’ex Lazio e Juventus è riuscito a risultare più decisivo in ogni squadra per cui ha giocato.

Mandzukic: gli esordi in Croazia

Nato a Slavonski Brod, a soli 6 anni si trasferisce con la famiglia in Germania per fuggire dalla guerra d’indipendenza croata, per poi rientrare in patria nel 1996. Figlio d’arte – il papà Mato Mandzukic è stato anche lui calciatore – inizia nelle giovanili del Marsonia, con cui debutta nella seconda divisione croata. Nell’estate del 2005 si trasferisce all’NK Zagabria, formazione con cui disputa due campionati con un bottino di 17 gol in 58 partite. Nell’estate del 2007 passa all’altra squadra della città, la Dinamo Zagabria per 1,5 milioni di euro. Nel triennio alla Dinamo mette insieme qualcosa come 63 reti in 128 presenze, imponendosi all’attenzione degli osservatori dei grandi club.

Dal Wolfsburg al Bayern per vincere tutto

A credere in lui è prima di tutti il Wolfsburg, che lo porta in Germania nell’estate del 2010 pagandolo circa 7 milioni di euro. Durante la sua parentesi con il club della Volkswagen si rivela fondamentale il tecnico Felix Magath, succeduto a Pierre Littbarski, che lo riporta al centro dell’attacco dopo un periodo in cui è stato costretto a partire in posizione più defilata per la concomitante presenza di Dzeko. Magath lo fa maturare molto dal punto di vista del carattere, ma al termine del campionato 2011-2012 lascia il Wolfsburg (60 presenze e 20 reti) per accasarsi al Bayern Monaco.

I bavaresi lo acquistano per 13 milioni di euro per alternarlo a Mario Gomez ma, complice anche un infortunio del bomber tedesco, Mandzukic diventa titolare inamovibile. Il biennio al Bayern è molto prolifico per il centravanti croato che mette in bacheca due Bundesliga, due coppe di Germania e una Supercoppa a livello nazionale, ma soprattutto il “triplete” internazionale con Champions League, Mondiale per club e Supercoppa Europea nell’anno d’oro 2013, quando il Bayern conquisterà anche campionato e coppa di Germania. Al termine della seconda stagione ai bavaresi, Mandzukic lascia il Bayern per dissidi insanabili con il nuovo tecnico Pep Guardiola: oltre a non digerire molto gli schemi del tecnico spagnolo, il croato lo accusa di averlo tenuto fuori nelle ultime partite di campionato facendogli perdere il trono di capocannoniere in favore di Robert Lewandovski, che al termine della stagione passa proprio al Bayern. Durante l’esperienza con i bavaresi, Mandzukic colleziona in totale 48 reti in 88 partite.

Mandzukic: la parentesi in Liga prima della Juve

A luglio 2014 il Bayern cede Mandzukic all’Atletico Madrid per 22 milioni di euro. Nello scacchiere dei Colchoneros, il croato deve sostituire Diego Costa, partito alla volta del Chelsea. L’inizio di stagione è buono, ma l’ascesa di Griezmann, un infortunio e alcuni dissidi con l’ambiente lo portano a chiudere la sua esperienza a Madrid dopo una sola stagione con 20 reti in 43 partite.

A giugno 2015 la Juventus preleva il cartellino di Mandzukic dall’Atletico Madrid per 19 milioni di euro. Inizia così un ciclo di quattro anni e mezzo con la maglia bianconera, ma bastano poche partite al centravanti croato per diventare un vero e proprio beniamino della tifoseria. I supporters bianconeri ne amano la grinta e la dedizione alla causa, nonostante non sia molto prodigo in termini di interviste. A Torino, Mandzukic si conferma leader silenzioso e completamente calato nella mentalità aziendale bianconera, tanto che alla seconda stagione, con l’arrivo di Higuain, accetta di svolgere il ruolo di esterno sinistro nel modulo 4-2-3-1 scelto da mister Allegri. Il rapporto con il tecnico livornese è di reciproca ammirazione e, al cambio di guida tecnica nell’estate del 2019, il rapporto tra Mandzukic e la Juve arriva al capolinea. Maurizio Sarri lo esclude dalla lista Champions e lo impiega con il contagocce in campionato, portando il calciatore a decidere assieme alla società un periodo di riflessione di alcuni mesi. Mandzukic finisce sostanzialmente fuori rosa, si allena da solo e nella sessione invernale del mercato si trasferisce in Qatar all’Al-Duhail, club con cui sta giocando attualmente. La sua avventura bianconera si conclude con 162 presenze, 44 gol e soprattutto 9 trofei vinti, tra cui quattro double (accoppiata scudetto-Coppa Italia).

I numeri con la nazionale croata

Con la nazionale croata, alla quale ha detto addio all’indomani dei Mondiali del 2018, ha collezionato 89 presenze e 33 reti, sfiorando proprio in Russia la vittoria più prestigiosa della Coppa del Mondo (in finale la Croazia cede alla Francia per 4-2). Mario Mandzukic è uno dei cinque giocatori, assieme a mostri sacri come Ferenc Puskás, Zoltán Czibor, Gerd Müller e Zinédine Zidane, ad aver segnato sia in una finale di Champions League sia in una finale di Coppa del Mondo.