Se Antonio Conte lo ha messo in cima alla sua lista dei desideri, indicandolo come tassello fondamentale nella sua opera di rifondazione nerazzurra, e se la scorsa estate è stato inseguito anche dalla Juventus, che ha tentato di strapparlo all’Inter all’ultimo respiro, un motivo c’è di sicuro: Romelu Lukaku è, tra i calciatori under 30, uno dei migliori 5 giocatori su scala mondiale nel ruolo di prima punta. Con 264 gol segnati da professionista è, tra i calciatori nati dopo il 1990, secondo nella classifica delle reti realizzate nei massimi campionati mondiali. Meglio di lui solo Neymar al momento.

Lukaku, il prototipo della prima punta

Segna in maniera pressoché ininterrotta da oltre 10 anni, con una media costante di 20 gol stagionali, un gol ogni due partite, una media impressionante ai massimi livelli, ma è per il suo possibile impiego tattico che Conte si è impuntato per averlo in squadra: prima punta dalla fisicità imponente, ha fatto dell’aggressione dello spazio in profondità la sua arma letale, un’arma tanto efficace da sopperire alle lacune tecniche talvolta esternate con troppa evidenza. Nello scacchiere interista mancava una figura che potesse bucare la profondità, sfruttando a pieno gli spazi aperti da un gioco che spesso converge sulle fasce e dal dinamismo di una seconda punta tecnica e rapidissima come può essere Lautaro Martinez.

In questo senso Lukaku era un forte candidato al ruolo di crack del campionato, ruolo che i 23 gol segnati nelle 35 gare disputate con la maglia dell’Inter prima dello stop possono confermare. Si è ambientato da subito, forte di una cieca fiducia da parte del suo tecnico e di un feeling col proprio compagno di reparto, Lautaro appunto, che sembra davvero l’altra metà della mela, dal punto di vista calcistico.

Gli esordi: il Belgio, poi l’Inghilterra

Lukaku inizia la propria carriera in patria, in Belgio, nelle giovanili dell’Anderlecht, con cui esordisce in prima squadra nel 2008-2009. Una sola presenza sarà l’antefatto dell’esplosione professionale che avverrà un anno più tardi: 15 gol nella prima stagione da titolare gli valgono il titolo di capocannoniere del torneo, vinto proprio dall’Anderlecht. Seguiranno altri 20 gol (ma nessun trofeo) anche l’anno successivo: tutto questo a 17 anni, nella prima divisione belga.

Numeri spaventosi, che allertano tutti i top club mondiali: a strapparlo alla concorrenza, pagandolo 12 milioni di euro, è il Chelsea. L’amore con i Blues, però, non sboccerà mai (verrà ceduto in prestito al West Bromwich, in cui segnerà 17 gol in Premier League), ma Londra sarà luogo di un incontro fondamentale per Lukaku, quello con Didier Drogba, uno dei suoi idoli calcistici.

Per caratteristiche i due vengono spesso accomunati e il confronto con la “versione pro” di sé stesso diventa uno spunto fondamentale: “Dal primo giorno io e Didier abbiamo cominciato a parlare in continuazione – ha detto Lukaku – prima e dopo l’allenamento. Sono stati i calciatori, più dell’allenatore, a fare la differenza per costruire una mentalità vincente: è stata un’ottima fase della mia carriera, ho potuto vedere come hanno vinto la Champions League. E questo mi serve ancora oggi”.

Un punto di riferimento che anche la partenza da Londra non ha allontanato, come conferma Drogba stesso: “Ci sentiamo regolarmente. Sa che può sempre venire da me. E’ al top nel mondo, ma non è ancora ai massimi livelli, ha molti margini di crescita. Quando Romelu ha fatto il suo debutto nel calcio aveva sedici anni. Bene, a quell’età io ero ancora nel calcio amatoriale. Segnerà sempre. Ovunque. Se non altro perché vive per questo. E perché è un giocatore fantastico”.

I gol con l’Everton e con il Belgio

La consacrazione ai suoi massimi livelli in Premier giunge con la maglia dell’Everton, che lo acquista dal Chelsea per 28 milioni di sterline, l’acquisto più costoso della storia del club. Nel club di Liverpool segna 87 gol in 4 stagioni e in questo periodo si consacra anche in nazionale.

Con il Belgio aveva già esordito nel 2010, ma è nel 2016 che il suo ruolino di marcia diventa quello di un fuoriclasse: segna a raffica nelle amichevoli pre Euro-2016, segna agli Europei, alle qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018 e ai Mondiali stessi, in cui mette a referto 4 gol. In pratica: segna sempre. Nelle ultime 24 partite con la maglia della propria nazionale ha realizzato 29 gol, portandosi a 52 totali e diventando il miglior marcatore della storia dei Diavoli Rossi.

Il Manchester United e la cessione all’Inter

Un rendimento straordinario che convince il Manchester United ad investire 85 milioni di euro sul suo cartellino. Con i Red Devils segna 42 gol in 96 presenze, non brillando però dal punto di vista del gioco (anche a causa di un periodo non certo roseo dello United, impegnato in questi anni nel tentativo di un profondo rinnovamento del club dopo i risultati mediocri delle passate stagioni).

L’arrivo a Milano, sponda Inter (che versa nelle casse inglesi 65 milioni di euro più 10 di bonus, una cifra che fa di Lukaku l’acquisto più oneroso della storia nerazzurra) è l’alba di una nuova vita, una nuova vita in cui l’attaccante belga ha un sogno: trascinare l’Inter là dove nessuno riesce da 8 anni, spodestare la Juventus dal trono.