Lorenzo Insigne, capitano del Napoli, compie oggi 29 anni. Il funambolo di Frattamaggiore, nonostante qualche dissidio con la dirigenza nelle ultime stagioni, è diventato l’uomo simbolo del club partenopeo, anche se deve gran parte delle sue fortune al mister Zdenek Zeman, che nel Foggia prima e nel Pescara poi, ne ha esaltato le qualità nel ruolo di esterno sinistro d’attacco. L’esperienza accumulata con mister come Benitez, Sarri e Ancelotti nel suo club, oltre che con i vari ct della nazionale come Prandelli, Conte e Mancini, gli hanno consentito di ampliare il proprio raggio d’azione, diventando una seconda punta completa. Buona visione di gioco, rapido e con un dribbling secco, Insigne inserisce gran parte delle sue reti nello stile “alla Del Piero”, ovvero caratterizzate da un tiro a giro indirizzato verso il secondo palo, dopo essersi accentrato dalla fascia sinistra.

Insigne al Napoli a 15 anni

Il Napoli lo tessera a 15 anni pagando un premio preparazione di 1.500 euro all’Olimpia Sant’Arpino. Nella stagione 2008-2009 esordisce con la maglia del Napoli Primavera, ma è la stagione successiva quella in cui si mette maggiormente in mostra con 15 reti in campionato e 2 alla Viareggio Cup. Dopo aver giocato alcune amichevoli estive con il mister Roberto Donadoni nel 2009, nel gennaio del 2010 esordisce in Serie A sotto la guida tecnica di Walter Mazzarri, ma nella sessione del mercato invernale viene ceduto in prestito alla Cavese, in Lega Pro (l’attuale Serie C).

Nel campionato 2010-2011 viene poi prestato al Foggia di Zeman, con cui mette a segno 19 reti nel campionato di Lega Pro e 7 gol in Coppa Italia. Il trasferimento del tecnico boemo a Pescara coincide anche con quello di Lorenzo Insigne, che nel campionato 2011-2012 diventa protagonista della vittoria del campionato di Serie B (18 reti e 14 assist) assieme a Ciro Immobile, oggi alla Lazio, e Marco Verratti (ora al Paris Saint Germain). L’ottimo campionato con i biancazzurri abruzzesi gli vale il ritorno al Napoli.

In maglia azzurra, la concorrenza è di quelle importanti, ma mister Mazzarri lo chiama spesso in causa e il fantasista di Frattamaggiore risponde sempre presente. La stagione 2012-2013 si conclude con 37 presenze totali, 5 gol e 7 assist. L’anno successivo, sotto la guida tecnica di Rafa Benitez, Insigne va in gol sia in Champions League sia in Europa League (oltre che in campionato e Coppa Italia) diventando così il secondo calciatore italiano dopo Totò Di Natale, ad andare in rete in tutte le competizioni cui prende parte nella stessa stagione. Inoltre, è verso il finire di questa annata che assume i gradi di capitano che detiene ancora oggi. La stagione 2013-2014 si chiude con 51 presenze e 9 gol, ma soprattutto con la conquista del primo trofeo: la Coppa Italia vinta allo Stadio Olimpico di Roma contro la Fiorentina grazie anche ad una sua doppietta (3-1 il risultato finale).

La rottura dei legamenti nel 2014

Il 4 novembre del 2014 arriva per Insigne un grave infortunio: l’attaccante rimedia la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro e deve stare lontano dai campi di gioco per almeno 5 mesi. Rientra ad aprile 2015 per uno scampolo di partita contro la Roma in trasferta. Nella stagione 2015-2016 raggiunge il record delle 100 presenze con il Napoli durante la prima stagione sotto la guida di mister Maurizio Sarri. L’anno dopo, in seguito alla cessione di Higuain alla Juventus e all’infortunio di Milik, compone con Callejon e Mertens il tridente delle meraviglie, che porta il Napoli a giocarsi lo scudetto con la Juventus. Alla fine del campionato migliora il suo score personale segnando 18 gol in stagione.

Dopo aver sfiorato nuovamente il tricolore nella stagione 2017-2018, l’anno successivo deve adattarsi al nuovo modulo di mister Ancelotti. Insigne diventa una delle due punte nel 4-4-2, ma all’occorrenza viene adoperato come esterno sinistro di centrocampo. Alcuni problemi fisici e dissidi con la società per il prolungamento di contratto, ne inficiano le prestazioni, anche nella prima parte di questo campionato, ma la situazione sembra sia migliorata con l’arrivo del nuovo mister Gennaro Gattuso. Il tecnico calabrese, tornando al 4-3-3, ha riportato Insigne nel suo “antico” ruolo di attaccante sinistro, nella speranza che questo rapporto di amore-odio con una parte della tifoseria e della città possa sfociare definitivamente in una fiducia incondizionata.

Insigne in nazionale

Dopo aver collezionato 5 presenze con l’Under 20, Insigne è diventato uno dei protagonisti dell’Under 21 nel triennio 2011-2013, collezionando 15 presenze e 7 reti e ottenendo una medaglia d’argento agli Europei d’Israele del 2013. Con la nazionale maggiore vanta 34 presenze e 7 gol: l’esordio a settembre del 2012 contro Malta. Prende parte agli sfortunati Mondiali di Brasile 2014 e agli Europei del 2016, mentre durante le qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018, il ct Giampiero Ventura lo lascia colpevolmente in panchina nella sfida decisiva contro la Svezia, con l’Italia che viene eliminata agli spareggi e deve rinunciare alla Coppa del Mondo in Russia.