Sarà PSG-Bayern Monaco la finale di Champions League 2019-20: fischio d’inizio domenica 23 agosto, alle ore 21, allo stadio Da Luz di Lisbona. I tedeschi hanno guadagnato il pass per l’atto conclusivo del torneo battendo per 3-0 il Lione e proseguendo, così, un cammino in Champions fatto sino a questo momento di sole vittorie. I bavaresi se la vedranno contro i parigini, alla prima finale della loro storia, guadagnata sconfiggendo con identico risultato, 3-0, il Lipsia.

E’ un Bayern d’assalto quello che ha avuto la meglio sul Lione. Partono bene i francesi che, ben consci di non poter lasciare il pallino del gioco in mano ad una squadra sulla carta nettamente superiore, cercano di imprimere un allungo nelle prime battute di gioco: le verticalizzazioni dei transalpini portano Depay alla conclusione a botta sicura, ma l’olandese spreca di destro; successivamente è Toko-Ekambi ad andare ad un soffio dalla rete, colpendo però il palo. Due occasioni mancate sono troppe contro una squadra come il Bayern, che al 18′ punisce il Lione: l’uomo del giorno è nuovamente Gnabry, che dapprima sblocca il match con un tiro chirurgico sugli sviluppi di un’azione dalla destra, poi affossa le speranze degli avversari risolvendo da pochi metri un invito di Perisic. La rete che mette la parola fine sulla gara è del solito Lewandowski, che mette a segno il 15° gol personale in questa edizione di Champions.

Musica simile anche nell’altra semifinale, quella che aveva decretato la prima semifinalista, ovvero il PSG: contro il Lipsia i francesi partono subito fortissimo, sfruttando al meglio il proprio tridente di fenomeni, composto da Mbappé, Di Maria e Neymar. Quando i tre tenori della squadra di Tuchel accelerano in verticale non ce n’è per nessuno, ma il gol che sblocca la partita giunge, esattamente come contro l’Atalanta, da un “insospettabile”: è il 13′ quando la punizione pennellata da Di Maria trova l’incornata vincente di Marquinhos per l’1-0 francese. E’ proprio l’argentino, autore dell’assist, a mettere la firma sul 2-0 pochi minuti più tardi, capitalizzando al meglio un assist al bacio di Neymar dopo un errore difensivo di Gulacsi. In avvio di ripresa Bernat segna di testa il 3-0 e la partita si congela: il PSG vola in finale.

Champions League: i top delle semifinali

Lewandowski si conferma protagonista di una Champions condotta su ritmi da marziano: quello segnato al Lione è il 15° gol in 9 partite disputate (il polacco è andato a segno in tutte le gare a cui ha preso parte), oltre che il 55° gol stagionale in 46 partite (una media di uno ogni 73 minuti). Il record di Cristiano Ronaldo di 17 reti in una singola edizione di Champions (fatto registrare con la maglia del Real Madrid nel 2013-14) è davvero raggiungibile. Insieme a Lewandowski impossibile non citare l’altro componente della coppia più letale d’Europa, ovvero Gnabry: due suoi gol affondano il Lione, ma sopratutto portano a 9 la sua quota personale in questa Champions e a 24 la somma dei gol realizzati insieme al suo compagno di reparto (nuovo record della Champions League, superati Ronaldo e Bale che nel 2013-14 ne avevano segnati 23).

Se il PSG ha raggiunto la sua prima finale molto lo deve a Di Maria: la sua assenza si era sentita contro l’Atalanta (l’argentino era assente per squalifica), contro il Lipsia si è ripreso i riflettori. L’assist per il gol che sblocca la partita, poi il gol che la chiude virtualmente. Il gol, invece, è l’unica cosa che è mancata a Neymar, sempre più uomo squadra per i parigini: mostra fiammate che sono, per tecnica, visione e velocità di esecuzione, l’essenza del calcio. Due pali gli strozzano in gola l’esultanza, ma l’assist di tacco per Di Maria è poesia pura.

Champions League: i flop delle semifinali

Il Bayern è una squadra letale, ma se Toko-Ekambi non avesse sprecato in maniera così plateale le occasioni create dai suoi nei primi minuti di gioco forse ora la cronaca di gara racconterebbe una partita diversa. Stessa colpa per Depay che, dopo avere dato un apporto decisivo nel cammino del Lione in questa Champions d’estate, si è sciolto di fronte allo scoglio più duro.

Nel Lipsia il primo sul banco degli imputati non può che essere Nagelsmann: il tecnico tedesco, che aveva mostrato ottime cose durante l’arco di una stagione che resta comunque memorabile, si sgonfia sul più bello, schierando una formazione attendista che si fa schiacciare in uno dei suoi punti forti, ovvero l’organizzazione di gioco, dal pressing del PSG. L’errore della serata resta comunque quello commesso da Gulacsi, che spalanca la porta al gol di Di Maria, chiudendo i conti della partita.

PSG-Bayern Monaco, precedenti e cammino delle finaliste

Sono 8 i precedenti tra le due squadre, con un bilancio di 5 vittorie per i francesi e 3 per i tedeschi. Percorso netto, fatto di sole vittorie, per il Bayern Monaco: dopo avere chiuso in prima posizione il girone B (davanti a Tottenham, Olympiacos e Stella Rossa), i bavaresi hanno annichilito il Chelsea nel doppio confronto degli ottavi di finale (3-0 all’andata e 4-1 al ritorno), nei quarti hanno inflitto al Barcellona una delle più pesanti sconfitte nella storia blaugrana (8-2) e hanno guadagnato il pass per la finale battendo 3-0 il Lione in semifinale.

Il PSG ha dominato il gruppo A (vinto davanti a Real Madrid, Bruges e Galatasaray), negli ottavi ha rimontato al Borussia Dortmund il 2-1 tedesco dell’andata (vincendo 2-0 al ritorno), ha superato per il rotto della cuffia l’Atalanta ai quarti (rimontando lo svantaggio di una rete con due gol a tempo scaduto) e poi si è sbarazzato senza patemi del Lipsia (3-0) in semifinale.