Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 15 Luglio 2025
L’estate 2025 della Juventus si presenta come un cantiere aperto, ma definirla una “rivoluzione totale” potrebbe essere prematuro. Sotto la guida del nuovo DG Damien Comolli e del tecnico Igor Tudor, il club sta indubbiamente rimodellando la rosa ma, tra scommesse costose e cessioni dolorose, il progetto appare più come un azzardo calcolato che come un “anno zero” dai contorni netti. La strategia di costruire una squadra a immagine e somiglianza dell’allenatore croato si scontra con la necessità di fare cassa, sollevando dubbi sulla reale sostenibilità e visione a lungo termine del nuovo corso bianconero.
Francisco Conceição: il ritorno del figlio d’arte è cosa fatta
Una delle mosse strategiche che paiono in dirittura d’arrivo in questi giorni è stata quella di assicurarsi la permanenza di Francisco Conceição. La trattativa con il Porto si è chiusa con successo poco prima che la clausola rescissoria del giocatore aumentasse da 30 a 45 milioni. L’accordo è stato raggiunto per circa 22-25 milioni di euro più bonus. Decisivo è stato l’intervento del giocatore, che ha rinunciato alla sua percentuale sulla rivendita per facilitare l’operazione. Questa mossa pone la prima pietra del progetto tattico di Tudor, che considera il portoghese fondamentale per il suo 3-4-2-1 grazie alla sua abilità nel dribbling e alla sua versatilità. La sua permanenza testimonia la nuova filosofia del club: agire con rapidità per soddisfare le esigenze tecniche.
Jonathan David: il colpo a parametro zero che illumina l’attacco
Il primo acquisto ufficiale è stato invece particolarmente interessante: l’attaccante canadese Jonathan David, arrivato a parametro zero. L’operazione ha permesso di assicurarsi un centravanti internazionale senza intaccare il budget, liberando risorse. “Spero di fare tutto il possibile per farci vincere dei titoli“, ha dichiarato David. Il suo arrivo risponde alla cronica mancanza di prolificità offensiva della squadra, un problema evidente nelle ultime stagioni. David, un giocatore che “ama segnare”, è il profilo ideale per risolvere questa criticità. Questo colpo intelligente non solo rinforza la squadra, ma segnala un cambio di passo rispetto al passato, creando sana competizione nel reparto offensivo.
Nico González e le sirene arabe: cessione in vista?
Il futuro di Nico González a Torino è incerto. È arrivata un’offerta di circa 30 milioni di euro dal club saudita Al-Ahli, cifra che permetterebbe alla Juventus di cederlo senza minusvalenza. Il club è orientato alla vendita, considerata fondamentale per finanziare altri acquisti, come l’assalto a Jadon Sancho. La prima stagione dell’argentino è stata deludente e, soprattutto, è emersa un’incompatibilità tattica con il sistema di Tudor. Per il giocatore si apre un bivio: rischiare una stagione da comprimario, mettendo a repentaglio il Mondiale 2026, o accettare la ricca offerta araba, pur preferendo restare nel calcio europeo. La sua partenza è un tassello chiave per sbloccare il mercato in entrata.
Una mediana da 100 milioni: la scommessa (persa) su Koopmeiners e Douglas Luiz
Il cuore della rivoluzione è il centrocampo, dove la Juventus ha investito oltre 100 milioni per due giocatori. L’acquisto di Teun Koopmeiners dall’Atalanta, per una cifra che può superare i 60 milioni, è stato il culmine di una lunga trattativa. È stato lo stesso giocatore a forzare la mano, spingendo il club bergamasco ad accettare l’offerta. Giocatore completo, versatile e con senso del gol, Koopmeiners è il regista offensivo che Tudor considera l’architrave del suo gioco. Accanto a lui è arrivato Douglas Luiz dall’Aston Villa per 50 milioni. Tuttavia, il brasiliano è già considerato una delusione e un possibile partente. L’ingaggio pesante e le difficoltà di adattamento hanno spinto la dirigenza a esplorare opzioni per una cessione, una situazione che solleva interrogativi sulla strategia di mercato.
Fare cassa per ricostruire: il sacrificio della Next Gen e il rimpianto Huijsen
La dottrina del “vendere per comprare” è stata applicata con rigore, ma non senza sollevare perplessità. Per finanziare il mercato, la Juventus ha sacrificato i gioielli della Next Gen: Matías Soulé è passato alla Roma, ma la cessione più discussa è stata quella di Dean Huijsen. Il giovane e promettente difensore è stato venduto al Bournemouth per circa 15 milioni, una decisione che lo stesso giocatore ha attribuito alla “necessità di fare cassa” del club. Questa mossa si sta trasformando in un potenziale rimpianto colossale. Dopo una sola, brillante stagione in Premier League, il valore di Huijsen è esploso, con il passaggio al Real Madrid che ha chiuso l’operazione per quasi 60 milioni di euro. La Juventus incasserà una piccola percentuale su questo trasferimento, una magra consolazione di fronte alla perdita di un potenziale fuoriclasse. Questo episodio svela un conflitto strategico: la necessità finanziaria a breve termine ha prevalso sulla visione a lungo termine del progetto Next Gen.
I prossimi obiettivi: caccia agli ultimi rinforzi
Con la rosa quasi definita, la dirigenza lavora agli ultimi tasselli per l’attacco. Jadon Sancho del Manchester United rimane un obiettivo primario. L’operazione è però subordinata alla cessione di Nico González e a una complessa negoziazione con il club inglese. Parallelamente, si lavora per trattenere Randal Kolo Muani. Dopo un prestito positivo, Tudor spinge per la sua conferma, ma la trattativa con il Paris Saint-Germain è in salita. La Juventus vorrebbe un altro prestito con diritto di riscatto, mentre il PSG preferirebbe un obbligo o una cessione definitiva. La caccia a questi profili conferma la volontà di costruire una squadra su misura per il 3-4-2-1.
Rischi e ambizioni di una Juve a due facce
L’estate 2025 della Juventus si delinea come un’operazione complessa e piena di incognite. La dirigenza ha scommesso sulla visione di Igor Tudor, un percorso audace ma rischioso. Il mercato è stato finanziato sacrificando i talenti del vivaio, una scelta che richiede risultati immediati per essere giustificata. La squadra è costruita su misura per un solo allenatore e un solo modulo; un fallimento lascerebbe una rosa costosa e poco flessibile. Il “rimpianto Huijsen” incombe come un monito su una strategia che ha forse privilegiato il presente. Nonostante i dubbi, l’ambizione è chiara: la Juventus ha agito con decisione per tornare a vincere subito. Il tempo dirà se la scommessa sarà vinta.
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