È una Premier League più equilibrata che mai, quella che ci consegnano le prime 8 giornate della stagione 2020-2021. Regna l’incertezza nel massimo campionato inglese, come del resto accade anche in altre realtà europee: in Italia comanda il Milan, non di certo la favorita della vigilia, in Spagna c’è in vetta la Real Sociedad seguita dal Villarreal, mentre solo in Francia e Germania i pronostici sono fin qui confermati dai primati di PSG e Bayern Monaco.

Premier League: Vardy è un gigante

Al momento, in testa alla Premier League c’è il Leicester di Brendan Rodgers con 18 punti. Le “Volpi” hanno conquistato la prima posizione temporanea proprio al termine dell’ultimo turno con una vittoria per 1-0 sul Wolverhampton, giunta in concomitanza con il pareggio tra Manchester City e Liverpool. Rodgers, che ha già sfiorato un titolo sulla panchina dei Reds, torna a sognare quindi la conquista del campionato, con la possibilità di bissare il successo del 2016 ottenuto da Claudio Ranieri. A spingere le Foxes, manco a dirlo, quel Jamie Vardy che più invecchia più diventa “buono”, proprio come il vino: 8 reti fin qui per l’esperto centravanti, che divide la vetta della classifica cannonieri con altri tre colleghi, Mohamed Salah (Liverpool), Calvert-Lewin (Everton) e Son (Tottenham), gli ultimi due senza rigori.

Tottenham e Liverpool inseguono

Alle spalle del Leicester, però, sono in agguato, ad una sola lunghezza, Tottenham e Liverpool. Gongola José Mourinho, il cui campionato non era iniziato nel migliore nei modi, ma nelle ultime settimane gli Spurs sono riusciti a trovare finalmente quella continuità che contraddistingue le grandi squadre. Probabilmente fin qui allo Special One sono mancati il miglior Kane e il rientrante Bale, che ancora non si è conquistato un posto da titolare, ma ci sta pensando il sudcoreano Heung-Min Son a confezionare reti decisive e di pregevole fattura.

Quanto al Liverpool di Jurgen Klopp, non sembra essere la squadra brillante delle due passate stagioni, ma dopo aver perso clamorosamente per 7-2 contro l’Aston Villa, Salah (8 gol per lui esattamente come Vardy e Son) e soci hanno ripreso il cammino e il fatto di essere sempre lì vicini alla vetta è un chiaro segnale per la concorrenza. A Klopp mancano elementi importanti del resto, come Van Dijk che ha subito un grave infortunio e salterà buona parte della stagione, inoltre c’è il rischio che dopo la vittoria di Champions e Premier League, ci sia una sorta di effetto “pancia piena”, al quale dovrà far fronte il tecnico tedesco con la sua personalità.

Chelsea in crescita, Everton giù

La sorpresa è per il momento il Southampton allenato dall’austriaco Ralph Hasenhüttl, che occupa la quarta posizione con 16 punti. Alle spalle dei Saints è in risalita però il Chelsea di Frank Lampard che, dopo un inizio altalenante, ha inanellato una serie di risultati positivi sia in campionato sia in Champions. Le spese importanti dell’ultimo mercato hanno proiettato inevitabilmente i londinesi tra le candidate al titolo, ma fin qui i Blues sono parsi caratterialmente acerbi. Insomma, non basta fare un album delle figurine per raggiungere automaticamente gli obiettivi, occorre amalgamare il tutto: Lampard ci sta lavorando e le prospettive sono pure incoraggianti.

In caduta quasi libera, dopo un ottimo inizio di stagione, l’Everton di Carlo Ancelotti, altra squadra che, con Allan e James su tutti, ha innestato nell’ultimo mercato tanta qualità nella rosa. Reduci da tre sconfitte consecutive, i Tofeees hanno sostanzialmente vanificato quanto di buono fatto a inizio stagione, scivolando al 7° posto con 13 punti, ad una lunghezza dall’Aston Villa rivelazione. Non che l’Everton fosse alla vigilia una delle favorite per il titolo, ma da un tecnico esperto e navigato come Ancelotti ci si attenderebbe maggiore equilibrio e continuità.

City rinviato, male Arsenal e United

Il Manchester City di Pep Guardiola è per ora rinviato “a dicembre”. I citizens hanno una partita da recuperare che li proietta potenzialmente a 15 punti, a sole tre lunghezze dalla vetta, ma per organico e manager è chiaro che ci si attende decisamente di più dal club degli sceicchi. Il clan lavora comunque con tranquillità e senza assilli, puntando ad essere tra le prime al giro di boa della stagione.

Stanno facendo peggio altre due nobili decadute del massimo campionato inglese. Stiamo parlando dell’Arsenal di Arteta, che attualmente occupa l’undicesima posizione con 12 punti e il Manchester United di Solskjaer, che ne ha 10. I Gunners erano partiti discretamente bene, ma sono incappati in tre sconfitte nelle ultime cinque uscite, che li hanno fatti scivolare nella parte destra della graduatoria.

I Red Devils hanno dato segnali di ripresa nell’ultimo turno, andando a vincere sul campo dell’Everton per 3-1, e con una partita da recuperare è possibile accorciare ulteriormente la classifica avvicinandosi alle posizioni più prestigiose. Sta di fatto che lo United non frequenta le parti alte della graduatoria da troppo tempo e non può affidarsi solo al talento di Bruno Fernandes per tornare ai fasti di un tempo. Il portoghese, che in Italia ha vestito le maglie di Novara, Udinese e Sampdoria, è letteralmente esploso in Inghilterra, ma di contro a Manchester, oltre ad attendere la definitiva consacrazione di Mason Greenwood, ci si interroga sulla situazione legata a Paul Pogba. Il francese ha fin qui ottenuto una maglia da titolare solo 5 volte su 11 gare ufficiali e quando è stato chiamato in causa è stato spesso sostituito dopo pochi minuti della ripresa. L’ex Juve sta vivendo un periodo di crisi nera che si potrebbe risolvere, secondo quanto scrivono in Inghilterra, solo in due modi: un cambio di guida tecnica allo United o un cambio di casacca da parte del Polpo.