Ad un anno dai campionati del mondo che si sarebbero tenuti in Francia nel ’98, nel giugno del 1997 la Federcalcio Francese invitò 3 nazionali per un torneo che sarebbe stato la prova generale dei Mondiali. Le prescelte per prendere parte al Torneo di Francia, insieme ai Blues padroni di casa, furono 3 tra le squadre più forti dell’epoca: l’Italia, la cui ossatura era costituita dai reduci della finale mondiale del ’94 con l’innesto di futuri campioni del mondo come Del Piero e Cannavaro, l’Inghilterra di Alan Shearer semifinalista agli Europei dell’anno prima e il Brasile, forse la migliore nazionale in assoluto in quel momento, che aveva come punte di diamante la coppia Ronaldo-Romario. E’ proprio contro i verdeoro che gli Azzurri daranno vita, l’8 giugno 1997 ad un’ Italia-Brasile destinata ad essere ricordata per decenni.

Brasile e Italia, per titoli e blasone, è una superclassica del calcio internazionale: 16 volte una di fronte all’altra, 5 volte ai Mondiali, 2 volte in Confederations Cup, 9 amichevoli. 5 vittorie italiane, 8 brasiliane, 3 pareggi, ad oggi. Quello del ’97 è il dodicesimo incrocio della storia tra le due nazionali ed è la prima partita dopo la finale mondiale vinta dal Brasile ai rigori del ’94 negli Stati Uniti. Nell’undici iniziale ci sono 9 giocatori di quella finale, 4 tra gli italiani, 5 tra i brasiliani.

Le formazioni di Italia e Brasile

L’Italia, guidata dal CT Cesare Maldini, si presenta con Pagliuca tra i pali (schierato titolare, ma da poco scalato nelle gerarchie dietro ad Angelo Peruzzi), difesa a 4 con Panucci e Maldini esterni, Costacurta e un 23enne Fabio Cannavaro centrali, centrocampo con Lombardo, Di Matteo, Albertini e Dino Baggio e l’attacco della Juventus, formato da Vieri e Del Piero, reduci dalla finale di Champions League persa contro il Borussia Dortmund, in cui Del Piero aveva segnato un gol, seppur giocando un solo tempo. È proprio lui la stella emergente di quella nazionale.

Contro gli Azzurri, un Brasile stellare. Nell’undici iniziale schierato da Mario Zagallo oggi si possono contare 13 titoli mondiali. Fatta eccezione per il solo Celio Silva, tutti i calciatori schierati contro l’Italia quella sera hanno vinto almeno una Coppa del Mondo in carriera. Cafu e Ronaldo due. Taffarel in porta, esterni bassi Cafu (appena acquistato dalla Roma) e Roberto Carlos (fresco di passaggio dall’Inter al Real Madrid e che 5 giorni prima aveva segnato alla Francia il suo celebre gol su punizione da 35 metri), Celio Silva e Aldair centrali. A centrocampo Dunga e Mauro Silva sono la vecchia guardia del Brasile di Parreira, Denilson e Leonardo garantiscono velocità e visione di gioco. E poi c’è l’attacco: Romario e Ronaldo. Il simbolo del recente dominio brasiliano e il futuro Fenomeno, allora non ancora ventunenne, che pochi giorni dopo avrebbe iniziato la sua avventura con l’Inter.

La partita: Italia all’attacco

Bastano pochissimi minuti per capire che non sarà una partita normale: complice lo status mentale dei giocatori, per i quali quello è quasi un ultimo divertissement vista la stagione ormai conclusa, le aspettative di chi spera di assistere ad una gara all’altezza dell’altissimo livello dei suoi interpreti non viene disattesa.

A sorpresa è l’Italia a partire con il baricentro spostato in avanti: Del Piero, tra i più freschi del gruppo, sembra avere un passo diverso e colpisce al primo affondo. Al 6′ Vieri crossa dalla destra, Del Piero anticipa Cafu e con un colpo di testa batte Taffarel per l‘1-0 italiano. Passano meno di venti minuti e l’Italia raddoppia: calcio di punizione dalla distanza, di cui si incarica Albertini. Il milanista alza il tiro indirizzando la traiettoria verso il secondo palo, ma il pallone viene deviato da Aldair e Taffarel va fuori giri.

Sotto di due reti il Brasile viene fuori e inizi a fare il Brasile. Scambi rapidi, verticalizzazioni veloci, Denilson e Leonardo diventano due attaccanti aggiunti. Di contro, l’Italia inizia a fare l’Italia: Cannavaro è un difensore giovane, ma di cui già si intravedono le caratteristiche del campione, i milanisti Maldini e Costacurta sono una coppia rodata, Lombardo, protagonista a sorpresa della serata, è attentissimo sulle incursioni di Roberto Carlos. E’ proprio lo juventino, però, a trovarsi incolpevolmente sulla traiettoria di una palla calciata dal brasiliano, che beffa Pagliuca. Al riposo Italia 2 Brasile 1.

La ripresa: Ronaldo sale in cattedra

Il Brasile vuole il pari e nella ripresa mette in campo un vero forcing: Denilson è imprendibile in accelerazione, semina il panico nella difesa azzurra, ma è impreciso in fase di conclusione a rete. Maldini chiude in maniera provvidenziale su Ronaldo. Ed è nel miglior momento verderoro che Pippo Inzaghi, reduce da una stagione con l’Atalanta condita da 24 gol e prossimo al trasferimento alla Juventus, guadagna un calcio di rigore per atterramento da parte di Aldair. Dagli undici metri va Del Piero, che non sbaglia. Doppietta per il fantasista bianconero e 3-1 per l’Italia.

Il muro italiano però non regge: al primo errore di posizionamento di Cannavaro, al 72′, Ronaldo è un fulmine e lo brucia in velocità, mette a sedere Costacurta e sigla il 3-2 con un destro ad incrociare. Le accelerazioni brasiliane sono letali: dopo una traversa colpita da Roberto Carlos stavolta è Romario a mettere la firma sulla gara. Imbeccata di Ronaldo, Romario sbuca palla al piede tra Lombardo e Costacurta, lascia sul posto Pagliuca, lo supera e segna il 3-3.

E’ il gol che sancisce la fine di una gara che resta tutt’ora nella memoria dei tifosi e degli stessi protagonisti: in una recente chiacchierata su Instagram, Cannavaro e Ronaldo hanno ricordato quel loro confronto, riportando alla mente la bellissima foto, scattata quella notte, che ritrae il Fenomeno nella morsa tra Cannavaro e Maldini protesi in scivolata: “Per me la foto più bella di sempre” l’opinione di Ronaldo. In un solo scatto 3 Palloni d’Oro, 3 Mondiali, 5 Champions League, 54 trofei nazionali ed internazionali: difficile dargli torto.