Gli ultimi casi di contagio hanno convinto il calcio inglese a fermarsi. Dopo lo stop imposto ai rispettivi campionati da Francia, Spagna, Olanda e Portogallo, un vertice d’emergenza tra i vertici di Federcalcio inglese, Premier League ed English Football League ha portato allo stop dei campionati per l’emergenza coronavirus. “A seguito di una riunione tenutasi oggi – si legge sul sito ufficiale della Premier League – è stato deciso all’unanimità di sospendere la Premier League con l’intenzione di tornare il 4 aprile, previo parere medico”.

Insomma, un po’ tutti i Paesi europei si stanno allineando alle decisioni prese per prima dall’Italia, prendendo atto che non ci siano le condizioni per mettere ancora a rischio la salute di calciatori e tifosi. Eppure, fino a qualche ora fa in Inghilterra erano ben lungi dalla volontà di fermare lo show business, soprattutto per volere fermo del premier Boris Johnson. Nella serata di ieri, però, i primi contagi accertati hanno portato le istituzioni sportive inglesi a riconsiderare la situazione.

Premier League: contagiati Arteta e Hudson-Odoi

Dopo i tre calciatori del Leicester posti in isolamento, è arrivata prima la positività al COVID-19 di Mikel Arteta, manager dell’Arsenal e poi quella di Callum Hudson-Odoi, calciatore del Chelsea. Di conseguenza, le rispettive gare di Premier League sarebbero state cancellate per via della condizioni di isolamento cui sono sottoposti molti tesserati dei club. Il personale del Chelsea che è stato a contatto con Hudson-Odoi si è autoisolato come prevedono le direttive: tra le persone in quarantena ci sono tutti i compagni di squadra, lo staff tecnico e alcuni collaboratori del club.

Anche l’Everton di Ancelotti in autoisolamento

Lo stesso provvedimento è stato adottato dall’Arsenal in seguito alla positività del mister Arteta, ma è notizia di queste ore anche l’isolamento dell’Everton di Carlo Ancelotti per la presenza di un caso sospetto nel club di Liverpool, anche se la nota ufficiale non rende nota l’identità del tesserato. “L’Everton Football Club – si legge nella nota – può confermare che, come misura precauzionale, tutta la prima squadra e il personale tecnico stanno vivendo un periodo di autoisolamento a seguito di una consulenza medica. Il passo è stato fatto dopo che un giocatore della prima squadra ha riportato sintomi collegabili con il Coronavirus. Il Club è regolarmente in contatto con il giocatore in questione e sta monitorando il benessere di tutti i giocatori e dello staff. La salute, il benessere e la sicurezza di tutti i giocatori, il personale e le parti interessate dell’Everton sono la priorità assoluta del club. Pertanto, il club ha deciso di chiudere tutti i luoghi di lavoro dell’Everton, tra cui la USM Finch Farm, Goodison Park e il suo quartier generale presso il Royal Liver Building nel centro di Liverpool”.

In queste ore sono arrivate anche le parole dell’amministratore delegato della Premier League, Richard Masters, che ha fatto gli auguri ai contagiati da coronavirus in Premier League: “Desideriamo che Mikel Arteta e Callum Hudson-Odoi si riprendano rapidamente, e tutti gli altri interessati da Covid-19. In questa situazione senza precedenti, stiamo lavorando a stretto contatto con i nostri club, il governo, la FA ed EFL e possiamo rassicurare tutti sulla salute e sul benessere dei giocatori, dello staff e dei tifosi”.

Si ferma anche la Bundesliga

L’escalation di casi di coronavirus al di fuori dei confini italiani ha convinto gli altri governi europei e le rispettive leghe calcistiche che l’emergenza non poteva essere limitata al Bel Paese. Per ora i provvedimenti di stop dei campionati sono temporanei, ma sul loro completamento vigono gli stessi interrogativi che ci sono attualmente in Italia. Al momento nessuno può affermare se e quando si potrà tornare in campo. E alla fine ha dovuto cedere al virus anche la Bundesliga tedesca, che inizialmente avrebbe dovuto giocare la 26a giornata a porte chiuse per poi fermarsi dalla prossima settimana. I club tedeschi, però, si sono confrontati al telefono nella mattinata di oggi facendo pressioni sulla Federazione, che ha deciso quindi di sospendere subito il campionato fino al 2 aprile, rinviando tutte le sfide di Bundesliga e Zweite Bundesliga (l’equivalente della nostra serie B). La Bundesliga diventa così l’ultimo dei cinque top campionati europei a fermarsi.

Ecco parte del comunicato emesso dalla Federazione calcistica tedesca: “Alla luce della situazione della giornata odierna con le nuove infezioni da coronavirus e i corrispondenti casi sospetti in connessione diretta con la Bundesliga e la Bundesliga 2, la DFL ha deciso di rinviare la 26a giornata, che doveva prendere il via oggi in entrambi i campionati. Inoltre, il comitato annuncia che l’assemblea generale dei club professionisti si riunirà il prossimo lunedì, e che i match sono sospesi fino al 2 aprile.  Tra i motivi alla base della decisione ci sono i sospetti contagi di coronavirus all’interno di alcune squadre”.

A questo punto, potrebbe anche esserci un intervento dall’alto da parte dell’Uefa che, dopo aver rinviato le partite di Champions ed Europa League, potrebbe dare indicazioni alle singole leghe per stilare le classifiche finali qualora non si portino a termine i rispettivi massimi campionati.