David Beckham può senza timore di smentita essere considerato un precursore dei tempi. Non tanto nel modo di giocare, sublime, quanto in un approccio al personal branding che oggi è la norma per tantissimi calciatori e sportivi in generale. E’ stato il simbolo di un calcio destinato al cambiamento, nell’immagine ancora prima che nel gioco, che con l’ingresso nel nuovo millennio ha visto la figura del calciatore trasformarsi, nell’iconografia popolare, da grezzo faticatore a icona di stile anche fuori dal campo, un’evoluzione che vede nella figura di Cristiano Ronaldo, modello, imprenditore, uomo immagine, oltre che indiscusso campione, il punto di arrivo del processo.

Beckham, tra calcio e moda

Beckham, se vogliamo, ha tracciato la strada di una rivoluzione estetica, e al contempo ha destrutturato il modo in cui il calciatore veniva considerato, andando a ritagliarsi uno spazio nell’extra calcio, nella cultura pop. Sex symbol, modello, icona di stile, tutte componenti di un “pacchetto commerciale”, come in senso esteso poteva essere considerata la sua immagine, talmente funzionali da mettere talvolta in ombra il valore tecnico di un calciatore che è stato uno dei talenti più fulgidi della propria generazione, uno dei pochi inglesi capaci di vincere tanto anche lontano dalla terra natia, un giocatore che è si piazzato al secondo posto nella classifica del Pallone d’Oro nel 1999 (vinto da Rivaldo).

Professionista e atleta indefesso a detta di tutti i giocatori e allenatori con cui ha condiviso i passaggi della propria carriera, si è trovato spesso a giustificare le sue vicende extra-campo: una fervente vita mondana e il bell’aspetto fanno di lui il bersaglio perfetto per tabloid e appassionati di gossip e aprono la strada a critiche che poca attinenza hanno col calcio. In quegli anni gli viene assegnato il suo soprannome, Spice Boy, a causa della sua frequentazione con Victoria Adams, componente del gruppo musicale delle Spice Girls e nota con lo pseudonimo di Posh Spice, che diventerà sua moglie nel 1999. Emblematica l’opinione di Diego Armando Maradona che lo definì “un altro giocatore troppo carino per andare in campo”.

Le vittorie con United e Real

La verità è che David Beckham è stato un calciatore incredibile. Centrocampista di livello eccelso, grandissimo tiratore di punizioni (solo Juninho Pernambucano era considerato migliore nel fondamentale), assist-man tra i più prolifici della sua epoca, grazie ad un piede destro capace di disegnare traiettorie millimetriche per i compagni. “C’è una differenza: giocatore è colui che gioca bene, calciatore è colui che conosce il calcio. Beckham è un calciatore. Ed è un calciatore da calcio totale” dirà di lui Arrigo Sacchi.

È stato tra i protagonisti della generazione d’oro del Manchester United di Alex Ferguson, una delle squadre più forti in assoluto degli anni ’90, che lungo tutto l’arco del decennio ha dominato in maniera pressoché incontrastata in Inghilterra, vincendo inoltre la Champions League e la Coppa Intercontinentale nel 1999. Sono gli anni in cui si afferma anche con la nazionale, diventando capitano dell’Inghilterra, con cui in carriera prenderà parte a 3 Campionati del Mondo e 2 Europei.

Dopo 12 trofei vinti con i Red Devils (tra cui 6 campionati inglesi, dal 1995 al 2003), nell’estate del 2003 viene acquistato dal Real Madrid per 35 milioni di euro: nella società spagnola è in atto l’operazione di acquisto dei più grandi calciatori europei, che andranno a costituire quella che passerà alla storia come la squadra dei Galacticos. Figo, Zidane e Ronaldo fanno già parte della rosa, Beck è il quarto prestigioso tassello.

L’inglese è all’apice della propria carriera, è uno dei centrocampisti più forti del mondo e il suo brand personale è una macchina da soldi: le sue sponsorizzazioni, molte delle quali nel settore della moda, nel corso degli anni supereranno le 100 milioni di sterline. A dispetto dell’enormità dell’investimento economico, i Blancos non vinceranno la Champions, ma Beckham metterà comunque in bacheca una Liga e una Supercoppa di Spagna con la Camiseta Blanca.

La MLS, Milano e Parigi

Ecco quindi che nel 2007 Beckham lascia la Spagna, alla volta di Los Angeles, andando a vestire la maglia dei Galaxy nella Major League Soccer statunitense. Non a caso Los Angeles è un grande polo commerciale statunitense, a cui aggiunge l’esperienza in una delle capitali della moda, Milano, dove con la maglia rossonera del Milan disputa per due stagioni il girone di ritorno in Serie A. Un’operazione commerciale sua e della dirigenza milanista, si dirà in quegli anni, ma il suo rendimento sarà sempre all’altezza delle aspettative. Per un giocatore-imprenditore con interessi nel campo della moda e dello sportswear non c’è chiusura migliore di Parigi: con il Paris Saint Germain vince il campionato nel 2013, anno in cui darà il proprio addio al calcio.

Attualmente David Beckham è modello, imprenditore nel campo della moda e presidente dell’Inter Miami, squadra che milita nella MLS. Oggi compie 45 anni.