Compie oggi 41 anni uno del calciatori di maggiore talento del calcio moderno: Andrea Pirlo. L’ex centrocampista di Flero (Brescia) non a caso è stato soprannominato “Maestro”: le sue giocate erano pura armonia e classe cristallina. Soprannominato anche il “Metronomo” ha saputo dare un importante contributo soprattutto alle cause di Milan, Juventus e nazionale italiana, vincendo praticamente tutto quello che un calciatore può vincere.

Dopo aver iniziato la carriera come trequartista, è stato arretrato nella posizione di playmaker da mister Carlo Mazzone al Brescia e quella è stata la fortuna di Pirlo per il prosieguo della sua carriera. La sua tecnica, la freddezza e la visione di gioco lo hanno reso uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Curiosamente, pur non essendo un fulmine di guerra, Pirlo riusciva con finte di corpo a mandare in bambola ogni avversario, di cui eludeva spesso e volentieri gli interventi. Le sue pennellate su punizione, poi, sono celeberrime, con la “maledetta” (un particolare tiro in grado di alzarsi e poi scendere improvvisamente nella sua traiettoria nei pressi della porta) che è diventato uno dei suoi marchi di fabbrica.

Pirlo: gli inizi della carriera

Cresciuto nel Flero prima e nella Voluntas poi, Andrea Pirlo viene notato dal Brescia, con cui prosegue la trafila delle giovanili ed esordisce in Serie A a soli 16 anni nella stagione 1994-95. È solo nella stagione 1996-97, però, che entra stabilmente nella prima squadra allenata in B da Edy Reja e che al termine della stagione conquista la promozione in A.

Nell’estate del 1998 viene acquistato dall’Inter che, però, dopo una sola stagione lo cede in prestito alla Reggina, al primo campionato di A. Nonostante il rientro all’Inter, i nerazzurri non sembrano credere molto nelle potenzialità del giocatore e a gennaio 2000 torna in prestito al Brescia: è la consacrazione definitiva, perché come regista e con Baggio davanti, Pirlo fa quello step indispensabile per diventare un grande.

Lo strano “regalo” dell’Inter al Milan

Nell’estate del 2001, dopo essere rientrato all’Inter, viene ceduto a titolo definitivo al Milan per 35 miliardi di lire, nella trattativa che porterà poi Guglielminpietro sulla sponda nerazzurra del Naviglio. Inizia così un’epopea di 10 anni durante i quali, con i rossoneri, il centrocampista bresciano si adatta a volte anche al ruolo di mezzala, ma soprattutto si conferma regista di caratura mondiale. Nel 2009-2010 le prime prove di divorzio, con l’addio di Carlo Ancelotti al Milan: il tecnico rossonero vorrebbe portarlo con sé al Chelsea; il “Maestro” dà il suo assenso di massima, ma Silvio Berlusconi blocca tutto. Il divorzio è solo rimandato al 2011 quando, dopo la vittoria dello scudetto sotto la guida tecnica di Massimiliano Allegri, il club rossonero non rinnova il suo contratto.

La società non è convinta che meriti ancora il suo lauto stipendio, il tecnico livornese è convinto di poterne fare a meno ed è così che Pirlo firma a parametro zero con la Juventus, chiudendo la sua esperienza rossonera con 401 partite ufficiali, 41 gol, 2 Champions League, un Mondiale per club, 2 scudetti, 2 Supercoppe europee, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.

La seconda giovinezza alla Juve

Alla Juventus, Pirlo vive una seconda giovinezza soprattutto grazie all’incontro con Antonio Conte. L’amicizia con Del Piero e altri compagni di nazionale, rende l’inserimento in bianconero praticamente naturale e a giovarne ne sono un po’ tutti. Per lui Conte è costretto a cambiare il suo credo calcistico, abbandonando il 4-2-4 in favore del 4-3-3. Dopo tre stagioni, ritrova in bianconero nell’estate del 2014 anche Massimiliano Allegri, con cui il rapporto, nonostante il precedente al Milan, rimane cordiale e sereno. La sua esperienza alla Vecchia Signora dura in tutto 4 stagioni, durante le quali vince altrettanti scudetti, 3 Supercoppe Italiane e una Coppa Italia, perdendo però una finale di Champions contro il Barcellona a Berlino nel 2015, la sua ultima partita in bianconero.

A luglio 2015 si trasferisce, infatti, al New York City, club della Major League Soccer americana con cui decide di chiudere la carriera. Con la maglia del club americano, colleziona in tutto 60 presenze e una rete. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Pirlo ha frequentato il corso di Coverciano ottenendo la qualifica UEFA A, che gli consente di allenare tutte le formazioni giovanili e le prime squadre fino alla Serie C, oltre che di svolgere il ruolo di allenatore in seconda in Serie B e Serie A. Secondo quanto confermato da un suo compagno di corso, Paolo Montero, Pirlo sarà l’allenatore della Juventus Under 23, la seconda squadra bianconera che milita in Serie C, a partire dalla stagione 2020-2021.

Pirlo in nazionale

La storia di Andrea Pirlo in nazionale è costellata di altrettante soddisfazioni. Nel 2000 vince l’Europeo Under 21 decidendo la finale con la Repubblica Ceca con una doppietta. Nel 2006 è uno degli eroi di Berlino che conquistano il campionato del Mondoe e nel 2012 disputa un’altra finale agli Europei di Polonia-Ucraina, che vedrà però gli Azzurri sconfitti in maniera netta dalla Spagna per 4-0.

I traguardi personali di Pirlo

Oltre ai trofei di club, Andrea Pirlo può vantare una bacheca ricca di riconoscimenti individuali. Inserito tra i migliori registi dell’anno ben quattro volte dall’IFFHS, è stato inserito altrettante volte tra i candidati al Pallone d’oro, ottenendo un ottimo quinto posto nel 2007. Con 26 reti è il secondo giocatore per gol su punizione in Serie A (primo è Mihajlovic con 28), mentre in Champions League è terzo dietro a mostri sacri come Juninho Pernambucano e Cristiano Ronaldo. In nazionale vanta 116 presenze e 13 reti, risultando con De Rossi e Balotelli uno dei tre giocatori azzurri ad aver segnato almeno un gol nelle tre principali competizioni calcistiche (Mondiali, Europei e Confederations Cup). Detiene anche il record di presenze (37, in coabitazione con Francesco Bardi) e di reti (15) con la nazionale italiana Under-21.