Immaginate un mondo parallelo dove le squadre di calcio sono composte solamente da giocatori che rispettano le linee guida imposte dalla società. Per esempio, mettiamo che un club imponga ai propri giocatori di essere tutti rigorosamente pelati o rasati a zero, o che il club imponga ai propri tesserati di avere i capelli lunghi fino al ginocchio.

Nel mondo reale esistono un paio di squadre che rispondono a queste caratteristiche: una è il Forest Green Rovers, società inglese divenuta famosa in tutto il mondo per essere il primo club vegano della storia. I giocatori vengono cibati con alimenti vegani, così come i tifosi il giorno delle partite, e lo stadio si illumina sfruttando l’energia rinnovabile: tutto secondo i principi imposti dal proprietario. L’altro è il caso del Flat Eart FC, squadra dilettantistica spagnola composta da giocatori convinti che la terra sia piatta.

Senza dilungarci troppo, però, abbiamo provato ad immaginare che tipo di squadre potrebbero abitare questo mondo parallelo, dando loro anche il nome. La prima è il Bayer Leverdure: squadra composta solamente da giocatori che seguono una dieta particolare e non per forza in linea con i principi del professionista perfetto.

 

PORTIERE

EDERSON

Tra i pali della nostra formazione troviamo Ederson, portiere del Manchester City, che giusto qualche settimana fa ha svelato il segreto nascosto dietro la forza e la precisione con cui è famoso calciare il pallone: il brasiliano ha infatti ammesso di adorare il couscous con le uova. Un piatto semplice che gli preparava sempre sua mamma e che è ormai diventata un’abitudine alla quale proprio non riesce a rinunciare. Una passione culinaria condivisa con un altro brasiliano, Julio Cesar, ex portiere dell’Inter del Triplete, che nel 2005 alla domanda “Come fai a fare rinvii così lunghi e precisi?” rispose dando i meriti allo stesso piatto.

 

DIFENSORI

HECTOR BELLERIN

Un giocatore sempre molto sensibile a temi culturali e sociali è invece Hector Bellerin. Pensate che il terzino dell’Arsenal ha cominciato a seguire una dieta vegana perché aveva sentito dire che alcuni atleti, dopo averla provata, performavano meglio e guarivano prima dagli infortuni. Dopo una serie di ricerche e diverse settimane di prova, ha deciso che avrebbe voluto essere vegano per il resto della sua vita. Non solo: non mangiare carne lo aiuta, come da sua stessa ammissione, a sentirsi meglio nei confronti degli animali stessi.

GERARD PIQUÉ                                  

Quando giocava al Manchester United, Piqué era solito divorarsi un vasetto di nutella o due sacchetti di patatine al giorno, mentre oggi l’unico vizio che gli è rimasto è un panino alla nutella dopo la partita. Lo ha spiegato lui stesso in un’intervista a GQ, nella quale ha rivelato come l’eliminazione di bibite analcoliche zuccherate e di dolci abbiano stravolto le sue abitudini. Allo United mangiava hamburger, patatine fritte e beveva birra durante la settimana, da quando è al Barcellona invece si è innamorato dell’insalata: ne mangia un vassoio al giorno, condendola con pomodori e olive. Merito di Shakira?

GLEN JOHNSON

Come fa uno come Glen Johnson ad aver accumulato 459 presenze tra i professionisti? Era forte certo, ma come mai squadre del calibro di West Ham, Chelsea e Liverpool non riuscivano proprio a farne a meno? Beh, la risposta potrebbe essere nel suo strano rituale prepartita: alla quotidiana alimentazione, infatti, il terzino inglese aggiungeva delle barrette di caffeina qualche minuto prima di scendere in campo. Il risultato? Dava il massimo sulla fascia sì, ma non riusciva più a dormire la notte. Insomma, tante notti insonni, ma una sfilza di prestazioni degne di un 8 in pagella.

MASAHIKO INOHA

Masahiko Inoha è invece diventato famoso più per la sua dieta che per le sue abilità calcistiche. Il difensore giapponese aveva una strana dipendenza dai gelati: ne mangiava almeno 3 al giorno, due solitamente prima degli allenamenti o della partita e uno subito dopo aver fatto la doccia negli spogliatoi. Pare comunque che questa sua strana abitudine non fosse del tutto sbagliata: lo zucchero e le sostanze altamente glicemiche contenute nelle palline di gelato aiutano i muscoli a recuperare da lunghi periodi di affaticamento.

 

CENTROCAMPISTI

PAUL SCHOLES

Per ammissione stessa di uno dei suoi migliori amici, il fatto che Paul Scholes sia diventato un giocatore professionista, si deve solo ed esclusivamente alla dieta. Nel 2012 infatti, Gary Neville dichiarava che “Scholes era costantemente fuori forma, aveva l’asma ed era lento nei movimenti. Sulla carta non avrebbe mai potuto giocare a calcio”. E invece l’impossibile è accaduto. Il centrocampista inglese ha smesso di bere birra nel weekend, si è messo a regime con un’alimentazione da atleta ed è diventato uno dei mediani più forti della sua generazione, senza però rinunciare a qualche abitudine tipicamente inglese: fagioli e toast prima di ogni partita. Un rituale che lo ha accompagnato per tutta la carriera. E che carriera!

JAMES MILNER

Come fa James Milner ad essere così in forma nonostante i quasi 34 anni d’età? Tutto merito dell’esercizio fisico e di una dieta equilibrata. Il centrocampista inglese si è detto maniacale nel seguire un’alimentazione che gli permetta di dare il massimo in campo e durante gli allenamenti. La scorsa estate ha rivelato al magazine FourFourTwo che non può fare a meno delle proteine e cerca di mangiarne sia prima che dopo la partita. Petti di pollo o pesce con pasta e riso o patate: sono questi gli alimenti che non mancano mai nel suo piatto. E visti i muscoli che si ritrova, facciamo fatica a non credergli.

MASSIMO DONATI

Massimo Donati ha trascorso gran parte della sua carriera in Scozia, a tal punto da essersene innamorato sotto tutti i punti di vista. Il calcio, sì, ma anche e soprattutto il cibo. Quasi ogni giorno infatti sul piatto gli scozzesi si ritrovavano lasagne, uova, fagioli e carne immersa in una strana salsa. Qualcuno si azzardava a mangiare il pesce fritto prima delle partite, ma per quello più che stomaco ci voleva un fegato da veri top player.

 

ATTACCANTI

JAMIE VARDY

Jamie Vardy, l’idolo che con il suo modo di fare e le sue abitudini ha plasmato un’intera generazione. Prima di essere obbligato dal Leicester a seguire una dieta regolare e simile a quella dei compagni, aveva un rituale pre – gara molto strano:

-Sveglia verso le 9 e colazione con una lattina di Red Bull.

-Pranzo alle 11.30 con un’omelette condita con fagioli e prosciutto cotto accompagnata da una lattina di Red Bull.

-Lattina di Red Bull negli spogliatoi mezz’oretta prima del fischio d’inizio e, una volta rientrato a casa dopo la partita, un bicchiere di liquore.

Non proprio quello che ci si aspetta da un attaccante di Premier League, ma i risultati finora gli hanno dato ragione. Bravo sì, ma non in cucina.

SERGIO AGUERO

Su consiglio del connazionale Martin Demichelis, nel 2015 Sergio Aguero è volato in Italia, precisamente a Sacile (nel Friuli Venezia Giulia) insieme all’amico Lionel Messi per dare una svolta alla sua alimentazione. “Ho tolto pasta, zucchero e carne rossa, implementando la mia dieta con frutta di stagione e vegetali vari” ha dichiarato El Kun. Gli è servito? Certo: da quando ha cambiato la sua dieta ha dimezzato gli infortuni e migliorato le proprie prestazioni. Non a caso è appena diventato il miglior marcatore della storia della Premier League. Il tutto grazie a un dietologo friulano.

ALEXIS SANCHEZ

Chiudiamo con Alexis Sanchez, arrivato in Europa ancora mingherlino e diventato, con il passare degli anni, un modello da imitare per forma fisica e costanza negli allenamenti. Il cileno ha una dieta rigidissima: pollo, barbabietola da zucchero e patate dolci. A ripetizione. Ogni giorno. Senza concedersi uno stop nemmeno durante le festività: per diventare uno dei migliori della sua generazione, l’attaccante sudamericano ha completamente cambiato il suo metodo di allenamento, abbinandolo a una dieta alquanto particolare. In questo modo non ha solo migliorato le proprie prestazioni, ma ha cambiato radicalmente il proprio fisico dal punto di vista estetico.