La supersfida tra Utah Jazz e Los Angeles Lakers si conclude con un nettissimo 114-89 per i Jazz, sempre più primi in solitaria ad ovest. Per i Lakers, ai quali mancava nuovamente Anthony Davis (e Schröder), la conferma di un momento di crisi che dura da quando il lungo si è infortunato, contro Denver: senza di lui sono giunte 4 sconfitte consecutive.

Sugli altri campi l’exploit più eclatante è del nostro Danilo Gallinari, che guida gli Atlanta Hawks alla vittoria sui Boston Celtics, 127-112, mettendo a referto 38 punti e 6 rimbalzi e, soprattutto, facendo registrare il nuovo record di franchigia di triple realizzate in un singolo match, 10 (con un sontuoso 10/12 di realizzazione dall’arco).

Lakers in crisi, i Jazz volano

Jazz-Lakers 114-89. Reduci dal record di franchigia per quanto concerne le triple realizzate (28, contro gli Hornets) e del nuovo record Nba di triple dalla panchina (19, sempre contro Charlotte), i Jazz proseguono ad un ritmo arrembante, tritando sul proprio cammino anche i campioni in carica: contro i Lakers Utah ottiene la 22ª vittoria nelle ultime 24 e rinsalda un primato ad ovest sempre più netto (26-6, miglior record della lega). LeBron e compagni, di contro, incappano nella 4ª sconfitta in serie, la 5ª nelle ultime 6, riscoprendosi Anthony Davis dipendenti: fuori dal 15 febbraio causa infortunio, l’assenza di AD sta lasciando un vuoto incolmabile nelle dinamiche di gioco gialloviola, specie nella metà campo difensiva.

Hawks-Celtics 127-112. I Celtics vengono abbattuti dagli Hawks già nella prima metà di gara e perdono così la 3ª gara consecutiva dopo quelle contro Pelicans e Mavericks, sprofondando in 9ª posizione ad est. Le due squadre si erano incrociate il 18 febbraio in casa di Boston (vittoria degli Hawks anche in quell’occasione, 114-122) e la dinamica di gara si ripete, anche se cambiano i protagonisti: uomo copertina in questa occasione – oltre al solito Trae Young, grande escluso dalle convocazioni all’All-Star Game, che chiude con 33 punti – è Danilo Gallinari, che sale in cattedra con 38 punti (miglior prestazione stagionale), 30 dei quali messi a segno dalla lunga distanza (nuovo record di franchigia per Atlanta).

Suns-Hornets 121-124. L’esclusione di Devin Booker dall’All-Star Game aveva fatto sollevare critiche a voci quasi unanimi da parte dei giocatori della lega: “ È il giocatore meno rispettato della lega” aveva sentenziato su Twitter il capitano della selezione Ovest LeBron James. Alla fine la convocazione è arrivata (il giocatore è stato selezionato in sostituzione dell’infortunato Anthony Davis), ma la prima da nuovo All Star si chiude con una tripla mancata allo scadere (sebbene a termine di una grande prova da 33 punti). Suo il tentativo di pareggio sulla sirena, ma un fallo commesso sul tiro da parte di Gordon Hayward lascia strascichi polemici sul finale di partita. I Suns mantengono comunque il 4° posto ad ovest, mentre gli Hornets salgono al 7° ad est.

Cavaliers-Rockets 112-96. Sfida tra le penultime delle rispettive coste, Cavaliers 14esimi ad est e Rockets 14esimi ad ovest, entrambe con 8 sconfitte nelle ultime 9: a spuntarla è Cleveland, ma le posizioni in classifica restano invariate. La notizia in casa Houston, però, è la fine della telenovela tra la franchigia e DeMarcus Cousins, con le due parti che hanno infine trovato un accordo per la rescissione del contratto (in cima alla lista dei desideri del giocatore ci sono i Los Angeles Lakers, che potrebbero farsi avanti). È durato appena 25 partite l’idillio con John Wall, in serata autore di 20 punti, amico e compagno del college di Cousins, con il quale avrebbe dovuto comporre la nuova coppia d’assi di Houston: “È dura – ha commentato Wall – DeMarcus Cousins è qualcuno che chiamo mio fratello. La decisione che è stata presa è fuori dal mio controllo. Penso che abbia fatto un ottimo lavoro tornando da un grave infortunio, speriamo che trovi presto una nuova sistemazione.”

Bulls-Timberwolves 133-126. Quinto successo nelle ultime 6 partite per i Bulls, trascinati da un’altra grande prestazione di Zach LaVine (35 punti) fresco di convocazione per il suo primo All-Star Game. I Timberwolves, ultimi ad ovest, aggravano il proprio record, ora a 7-26, il peggiore della lega. Non ha sortito effetti il cambio al timone della squadra, che tante polemiche ha suscitato in settimana: la scelta di ingaggiare Chris Finch, ex vice allenatore dei Raptors, per sostituire Ryan Saunders, ha fatto storcere il naso a molti, vista la presenza tra le fila di Minnesota di David Vanterpool, che si era guadagnato stima unanime come numero 2 sulla panchina dei Wolves. In un momento in cui la lega è in prima linea per il riconoscimento dei diritti degli afroamericani alcuni giocatori di spicco, tra cui LeBron, hanno letto in questa decisione un’ingiustizia: “Sono andati a prendere un bianco a Toronto quando in panchina avevano già un bravissimo numero 2” ha twittato Damien Lillard.

Pacers-Warriors 107-111. I Warriors non brillano nella propria specialità, il tiro dalla lunga distanza, ma portano a casa la partita contro la 4ª forza ad est. Nonostante il disastroso 19.2% dall’arco (peggior prestazione stagionale), con 1/11 di Curry, la squadra di Kerr trova la via del successo grazie ad una buona organizzazione nella metà campo difensiva e buoni numeri da 2 punti. Curry chiude con 24 punti, Oubre Jr. con 17, e tanto basta per mettere la testa avanti rispetto ad Indiana che si aggrappa a Sabonis (24 punti e 16 rimbalzi, 24ª doppia doppia stagionale) ma si arrende nel finale.

Pelicans-Pistons 128-118. Zion Williamson festeggia con altri 32 punti la prima convocazione all’All-Star Game, abbattendo i Pistons, sempre più ultimi ad est. La cessione di Derrick Rose, accasatosi a New York per provare a centrare i playoff, e l’esclusione di Blake Griffin, sempre più ai margini della squadra, sanno di desiderio di ricambio generazionale. A metà della regular season si può dire che la stagione di Detroit sia finita, insomma, e che i Pistons stiano guardando già alla prossima.

Heat-Raptors 116-108. Col passare delle partite Miami sta via via ritrovando sé stessa e i propri punti cardine: Butler e Adebayo guidano la truppa verso il successo contro una squadra, Toronto, che arrivava da 4 vittorie nelle ultime 5. Stavolta, in casa Raptors, non bastano i 24 punti di VanVleet, sempre più uomo franchigia. Gli Heat centrano quindi, dopo un lungo inseguimento, l’ingresso nella zona playoff: sono ottavi ad est. I Raptors mantengono il 5° posto.

Thunder-Spurs 102-99. Pasticcio degli Spurs che, fermi da 10 giorni a causa del protocollo Covid, tornando in campo gettando al vento una partita in controllo: nel finale punto a punto, in situazione di parità e con 4” da giocare, gli uomini di coach Popovich hanno perso palla concedendo sul ribaltamento di fronte la tripla della vittoria a Dort. Decisivi per Oklahoma i 42 punti di Gilgeous-Alexander, career-high per lui. San Antonio perde una posizione, scivolando al 6° posto ad ovest, mentre i Thunder ne rosicchiano una, salendo in 12ª posizione.

Nba, le prossime gare in programma

Tra poche ore i riflettori verranno puntati sull’altra costa, ad est, dove scenderanno in campo tutte le prime della classe. I Sixers ospiteranno a Philadelphia i Mavericks, una squadra nuova per piglio e concretezza dopo il catastrofico avvio stagionale (Doncic e compagni sono in netta risalita, dopo le 6 vittorie nelle ultime 7 partite disputate).

Impegno casalingo anche per i Nets, contro i Magic, con gli occhi dei supporters di Brooklyn, però, rivolti al mercato, dove la franchigia di sta preparando a puntellare il roster (il mercato dei free agent resterà aperto fino al 25 marzo): rientrano in questo piano i tagli di Andre Roberson, Iman Shumpert e Noah Vonleh, per sfoltire e avere maggiore margine di manovra. Il sogno è Andre Drummond, in uscita da Cleveland, che fornirebbe quel peso sotto canestro in cui i Nets sono attualmente deficitari.

I Bucks, terza forza ad est, saranno chiamati a confermare che il peggior momento dell’ultimo biennio è definitivamente alle spalle: le 5 sconfitte consecutive patite (Suns, Jazz, Thunder e 2 volte contro i Raptors) avevano acceso un segnale d’allarme che gli ultimi 3 successi in serie contro Thunder, Kings e Timberwolves hanno solo in parte placato. La prova di continuità giungerà contro i Pelicans questa notte e, sopratutto, contro i Clippers domenica.

Venerdì 26 febbraio
Sixers-Mavericks, ore 1:00
Knicks-Kings, ore 1:30
Nets-Magic, ore 1:30
Grizzlies-Clippers, ore 2:00
Nuggets-Wizard, ore 3:00
Bucks-Pelicans, ore 3:30