Si è conclusa nella notte l’edizione 2021 della NBA Summer League di Las Vegas che, dopo la sospensione del 2020 per la pandemia, quest’anno ha permesso a tanti giovani talenti (e non solo loro) di mettersi in evidenza. Iniziato lo scorso 8 agosto, l’evento che la Lega professionistica americana di pallacanestro organizza subito dopo il Draft, ha visto infatti impegnati in campo le matricole scelte dalle varie franchigie, talenti desiderosi di mettersi di nuovo in evidenza agli occhi del proprio coach e guadagnare esperienza, e veterani alla ricerca di rilancio o di un ultimo contratto. A giocarsi la finale sono stati Boston Celtics e Sacramento Kings, due delle quattro squadre imbattute prima dell’ultima giornata (quattro vittorie in altrettanti match), con il titolo che è andato alla squadra californiana.

Finale Summer League: Sacramento Kings-Boston Celtics 100-67

Al Thomas and Mack Center c’era molta attesa per una finale che si preannunciava equilibrata e ricca di aspettative per diversi motivi, non ultimo la presenza in campo di alcuni dei migliori giovani talenti della competizione, tra i quali Davion Mitchell e Jahmi’us Ramsey nei Kings, e Payton Pritchard e Carsen Edwards nei Celtics. In realtà le cose sono andate un po’ diversamente e alla fine s’è vista a grandi linee una sola squadra in campo. All’interno dell’arena, ospitata nel campus dell’Università del Nevada a Las Vegas, i Sacramento Kings hanno infatti travolto i Boston Celtics col punteggio di 100-67 vincendo il trofeo da imbattuti. Sugli scudi Louis King, eletto MVP della Summer League 2021, che ha segnato 21 punti per i campioni, coadiuvato in attacco dall’ottimo Jahmi’us Ramsey (16 punti in partita con 8 su 16 al tiro), e in difesa dal dirompente Emanuel Terry (15 rimbalzi e cinque palle rubate).

Dall’altra parte a nulla è servita l’ottima prova di Carsen Edwards che, fino a quando ha potuto, ha cercato di tenere a galla la barca Celtics con 15 punti, cinque rimbalzi, tre assist, un recupero e una stoppata in 33 minuti, col supporto di Aaron Nesmith (12 punti e 6 rimbalzi). La serata no di Payton Pritchard (12 palle perse e poca presenza sotto canestro con soli 6 punti realizzati), di Juhann Begarin e degli altri compagni di squadra hanno reso vano ogni sforzo. Eppure per Boston la gara era iniziata bene, con un vantaggio immediato di 15-4, durato però lo spazio di un respiro, visto che alla fine del primo quarto Sacramento aveva già ribaltato il punteggio e si era portata avanti di quattro punti. Da quel momento in poi, con un King scatenato, i californiani hanno chiuso bene in difesa e sbagliato poco in avanti, e non hanno più mollato la presa sul match, al punto da portarsi a venti punti di vantaggio dopo tre tempi, dominando in lungo e in largo gli avversari a quel punto nervosi e confusi, e che alla fine faranno registrare ben 28 palle perse.

I dieci migliori giovani talenti del torneo

La Summer League di Las Vegas, per come è strutturata (limite di falli aumentato da sei a dieci, e gare che durano 40 minuti  e non 48 rispetto alle partite normali), tende a privilegiare il gioco di attacco più che quello di difesa, a maggior ragione quando ad affrontarsi sono giovani giocatori all’esordio, o veterani in cerca di un posto che vogliono quindi mettersi in mostra a tutti i costi. Pertanto diventa un po’ complicato valutare un atleta basandosi solo sulle percentuali di punti realizzati. Ma tenendo conto anche di altri fattori, quali costanza di rendimento, gioco senza palla e altri dati, in relazione ovviamente al ruolo, diremmo certamente che Jales Suggs degli Orlando Magic è stata una delle migliori novità della manifestazione. Il ragazzo ha dimostrato di saper segnare, con oltre i 15 punti a sera in meno di 22 minuti, appena sotto il 36% da tre, ma anche di farsi sentire dietro quando serve, con oltre sei rimbalzi a uscita.

Bene anche Scottie Barnes che i Toronto Raptors hanno scelto proprio al posto di Suggs all’ultimo draft. Nelle quattro gare giocate fino a domenica, nonostante qualche giro a vuoto, ha segnato 15.5 punti di media, ottenuto 6.8 rimbalzi e 3.3 assist, più una respinta e due stoppate a partita. Su una media analoga ha viaggiato anche Payton Pritchard dei Boston Celtics, che in tre gare disputate ha fatto registrare oltre 20 punti di media, con 8.7 assist e 5.7 rimbalzi a match. Nella lista dei dieci migliori talenti messisi in luce alla Summer League di Las Vegas c’è anche Davion Mitchell: il playmaker dei Sacramento Kings ha mostrato ancora una volta tutte le sue doti difensive, che lo rendono un avversario davvero rognoso nell’uno contro uno in marcatura. Ma da perfetto two-way player non ha mancato di evidenziare anche le sue abilità offensive. Un predestinato. Cade Cunningham dei Detroit Pistons ha dal canto suo dimostrato non solo tutte le sue doti di attaccante e realizzatore, segnando 18.7 punti a sera e tirando il 50% da tre su oltre otto tentativi a partita, ma anche quelle lontano dalla palla.

Jalen Green, la nuova guardia degli Houston Rockets ha giocato solo due partite intere a causa di un infortunio, ma questo non gli ha impedito di sfoderare il suo talento con una media di 24 punti a gara e un’efficienza al tiro vicina al 93% dalla lunetta, e al 50% da tre, a partita. Il ragazzo può segnare da qualsiasi punto del campo, insomma, e sa arrivare al ferro. Infine LiAngelo Ball dei Charlotte Hornets: per alcuni il ragazzo si trovava nella League per via del cognome che porta (è il fratello minore di Lonzo e LaMelo Ball, atleti rispettivamente dei Chicago Bulls e degli Hornets), “rubando” pertanto un’opportunità a qualcun altro. In realtà il giovane ha dimostrato di non essere un raccomandato di lusso, ma di essere in gioco grazie al suo talento, che lo ha portato ad avere una media di 11,3 punti al tiro, col 44,4% da tre. Tra le sorprese della manifestazione da segnalare infine Jahmi’us Ramsey, 43a scelta assoluta al Draft per i campioni dei Sacramento Kings, che ha mantenuto una media di oltre 16 punti a sera in 25 minuti, anche se solo con il 33.3% su sei triple tentate a gara, insieme al turco Alperen Sengun, pick n°16 degli Houston Rockets che è stato capace perfino di raggiungere la doppia “doppia” con 14.5 punti e 10.8 rimbalzi di media, e Miles McBride, scelta n°36 al Draft dei New York Knicks con il 50% dal campo e il 46.4 % da tre su quasi 6 tentativi a sera.

Summer League 2021: tra conferme, sorprese e ritorni

Non solo giovani in cerca di visibilità a Las Vegas. Nei match che hanno contraddistinto il torneo ci sono state anche delle conferme per veterani del calibro di Patrick Williams dei Chicago Bulls (21 a gara con 9.7 rimbalzi e quasi il 44% da tre su oltre 5 tentativi), Obi Toppin dei New York Knicks (23 a partita con 8.2 rimbalzi) e Tyrese Maxey dei Philadelphia 76ers, secondo miglior realizzatore del torneo dopo Cam Thomas. Bene anche Desmond Bane dei Memphis Grizzlies (terzo top scorer a 24 punti a partita). Ma ad attirare l’attenzione forse più di tutti, tra i meno giovani, sono stati probabilmente due vecchie conoscenze della pallacanestro americana in cerca di riscatto. Uno è Michael Paul Beasley, probabilmente uno dei migliori talenti del basket americano dal 2008, rimasto purtroppo inespresso a causa di un carattere non proprio facile, specie fuori dal campo, che lo ha portato ad avere problemi minori con la giustizia e a violare la antidrug policy della federazione.

L’ex giocatore di Los Angeles Lakers, Miami Heat e New York Knicks non metteva piede su un parquet della NBA da tantissimo tempo, dunque ha accolto con entusiasmo la possibilità ricevuta da Portland di poter partecipare alla Summer League. “Ringrazio i Blazers per avermi concesso questa occasione. Sono stato per molto tempo a casa. Solo ritornare a giocare con questi ragazzi, rivivere le bellezze di creare affiatamento, rivivere quei viaggi in autobus e lo scherzare è davvero fantastico. Ho un sogno. Io amo giocare a basket e, in questo brutto periodo, il luogo migliore dove poter vivere questo sogno è proprio qui”. Nelle prime quattro partite del torneo, Beasley ha realizzato 10.3 punti e 3.5 rimbalzi di media, e in generale ha dato prova di una ritrovata condizioni fisica e mentale. Anche per The Manimal, al secolo Kenneth Bernard Faried Lewis, questo torneo estivo è stata un’opportunità importante per tornare alla ribalta, dopo gli ultimi anni vissuti tra sorprendenti rinascite e rovinose cadute.

Medaglia d’oro ai Mondiali di Spagna 2014 con il Team USA, dove mise ulteriormente in mostra le sue grandi qualità atletiche e agonistiche sotto canestro, nel 2018 venne arrestato per possesso illegale di marijuana. Kenneth Faried “paga”, oltre a una serie di problemi alla schiena, che ne hanno limitato negli ultimi anni la carriera, anche un carattere un po’ particolare. In questa Summer League 2021, anche lui tra le fila di Portland, ha saputo però dimostrare che a 31 anni ha ancora l’agilità, l’esplosività e la forza per poter giocare in NBA, dopo due stagioni intere fuori dalla Lega, come dimostrano gli 8.3 al rimbalzo a sera in meno di 19 minuti di utilizzo.