Dopo oltre 4 mesi di stop stanotte torna il basket NBA: prevista per le 00.30 ora italiana la palla a due di New Orleans Pelicans-Utah Jazz e, a seguire, alle 3.00, un derby di Los Angels inedito per condizioni e ubicazione, tra Clippers e Lakers (questi ultimi tra i favoriti per la vittoria finale).

Sono 22 (anziché 30) le squadre che si presentano ai blocchi di partenza per contendersi un posto ai playoff: Philadelphia 76ers, Toronto Raptors, Indiana Pacers, Milwaukee Bucks, Miami Heat, Orlando Magic, Washington Wizards, Los Angeles Clippers, Los Angeles Lakers, Phoenix Suns, Sacramento Kings, Denver Nuggets, Oklahoma City Thunder, Portland Trail Blazers, Utah Jazz, Dallas Mavericks, Houston Rockets, Memphis Grizzlies, New Orleans Pelicans e San Antonio Spurs. Sono state escluse le 8 franchigie già matematicamente fuori dalla lotta playoff, ovvero Warriors, Timberwolves, Hornets, Bulls, Knicks, Pistons, Hawks e Cavaliers.

Le partite di stanotte saranno le prime degli 88 match necessari per completare la Regular-Season: ogni squadra disputerà 8 gare e questa fase si protrarrà fino al 14 agosto, con un “cuscinetto” di 3 giorni per eventuali play-in tra le ottave e none classificate (si ricorrerà agli “spareggi” se le due squadre saranno divise da un distacco di quattro partite o meno). Dal 17 agosto, quindi, inizieranno i playoff, il cui regolamento non ha subito variazioni: serie al meglio delle 7 gare, in cui però, per la prima volta, l’alternanza di campo non avrà peso. Seguiranno quindi, come di consueto, le Finals per l’assegnazione del titolo: la data prevista per gara 1 è il 30 settembre, l’eventuale gara 7, che segna anche il termine massimo di conclusione di questa stagione travagliata, si disputerà il 12 ottobre.

Nella bolla di Orlando

Era l’11 marzo quando a seguito della positività di Rudy Gobert degli Utah Jazz il board della lega decise per lo stop: si riparte da Orlando, presso le strutture del Walt Disney World resort, nei tre palazzetti dell’ESPN Wide World of Sports Complex (The Arena, HP Field House e Visa Athletic Center) che saranno la sede unica di tutte le partite di questo finale di stagione. Rigido il codice comportamentale e i protocolli imposti ai giocatori per la permanenza presso le strutture messe a disposizione dal parco divertimenti: frequenti esami e tamponi di controllo, mascherina obbligatoria in tutte le zone comuni del resort, divieto di frequentazione di chiunque non faccia parte della delegazione di giocatori, dirigenti e staff al seguito delle squadre (quindi esclusi anche i familiari).

Una situazione totalmente inedita quella nella “bolla”, come è stato ribattezzato il contesto in cui avranno luogo le restanti partite di Nba, a cui ogni cestista si sta adattando in modi talvolta eccentrici e bizzarri: oltre ai molti giocatori che hanno allestito nelle proprie stanze in albergo delle avanzatissime postazioni di gaming (Meyers Leonard dei Miami Heat, Josh Hart dei New Orleans Pelicans e Patrick Beverley dei Los Angeles Clippers i più attivi in questo senso), tra le scelte più particolari spicca quella di PJ Tucker degli Houston Rockets, che non ha voluto separarsi da una parte della sua sconfinata collezione di scarpe da ginnastica, portandone con sé in Florida circa 60 paia.

La lista di richieste “atipiche” è lunga e ben nutrita: Jaylen Brown, guardia dei Boston Celtics, ha preteso di poter disporre di una camera iperbarica con la quale propiziare il recupero dallo sforzo atletico, Marc Gasol dei Toronto Raptors è sceso dal bus che lo trasportava a Orlando portando a mano la sua personale macchina del caffè, ma chi ha superato tutti in fatto di richieste è Montrezl Harrell: l’ala grande dei Los Angeles Clippers (che salterà la prima partita contro i Lakers a causa di problemi familiari) si è fatto procurare una sauna portatile che ha installato nella sua camera.

Quella dell’adattamento ad un contesto totalmente nuovo sarà una delle chiavi di questo finale di stagione, come ha raccontato alla Gazzetta dello Sport Nicolò Melli, in forza ai Pelicans, uno dei giocatori italiani a Orlando insieme a Gallinari e Belinelli : “Mi sembra un ritiro della Nazionale più grande. Non mancano le cose da fare. Una è rifarsi il letto da soli: in camera hai tutti i comfort di un hotel, ma le pulizie vengono fatte una volta a settimana. Non è negligenza organizzativa, è una misura per ridurre al minimo i contatti. Ce ne sono altre, come il divieto di entrare negli alloggi altrui. O come l’invito a ritirare la cena lasciata davanti alla porta dopo che l’addetto se n’è andato, quando vuoi mangiare in camera. Poi ci sono le mascherine, i test e niente famiglia: non stare con mia moglie è quello che mi manca di più”. Poi sul tempo libero: “Sono andato a giocare a golf per la prima volta nella mia vita, mi ha insegnato JJ Redick. Con Belinelli siamo andati a giocare a ping pong e l’ho lasciato vincere. Così si adatta meglio”.