E’ tempo di finali di conference in NBA: i titoli delle due coste saranno contesi da Los Angeles Lakers e Denver Nuggets ad ovest e da Boston Celtics e Miami Heat ad est. Iniziata la serie a est, con Miami che vince gara-1 all’overtime contro Boston, al termine di una partita tiratissima, risolta da un gioco da 3 punti di Jimmy Butler e da una splendida giocata difensiva di Bam Adebayo, che stoppa il tentativo di schiacciata con cui Tatum avrebbe riaperto il match.

L’esito clamoroso giunge però da ovest, dove in gara-7 del secondo turno tra Clippers e Nuggets, Denver porta a compimento una rimonta storica sugli avversari, strappando il biglietto per la finale contro i Lakers. Gli uomini di Michael Malone diventano i primi nella storia della Nba a risorgere da uno svantaggio di 1-3 nella serie per due volte in un playoff  (prima della loro “doppietta” l’impresa della vittoria partendo sotto 1-3 era riuscita solo in altre 11 occasioni), mentre i Clippers, giunti sino a questo punto da super favoriti, vedono confermata la maledizione che aleggia sulla franchigia, che non è mai riuscita a raggiungere le finali di conference. Un fallimento clamoroso e inaspettato per quella che il parquet conferma essere la metà sempre battuta di Los Angeles.

Debacle Clippers, Nuggets in finale

La finale ad ovest sarà così Lakers-Nuggets. Contro ogni pronostico, con un esito ai limiti dell’incredibile, i Nuggets raggiungono i giallo-viola abbattendo i Clippers in gara-7 di una serie in cui, per la seconda volta in questi playoff (dopo la sfida con gli Utah Jazz), sembravano ad un passo dal baratro: 104-89 il risultato finale. La squadra di coach Malone viene trascinata dalle prestazioni monumentali di Nikola Jokic e Jamal Murray: il serbo esce dal campo con una tripla doppia a referto, completata per altro prima della fine del terzo quarto (è il primo a riuscirci così velocemente in una gara-7 negli ultimi 25 anni), 16 punti, 22 rimbalzi e 13 assist e un +22 di plus/minus a coronamento di una gara strepitosa. L’altro grande protagonista, Murray, chiude con 40 punti realizzati, 20 dei quali messi a segno in un secondo quarto nel quale tiene i suoi in partita nel momento migliore degli avversari.

Quello di Denver, che per la seconda volta risorge da uno svantaggio 1-3 nella serie (allo stesso modo aveva superato gli Utah Jazz nel secondo turno) è un miracolo che stupisce tutti tranne Malone: “È qualcosa dentro di noi, una sorta di fiducia interiore che ci portiamo dietro dal training camp. È da allora che parliamo di come vincere il titolo, e quello è l’obiettivo che abbiamo ancora in mente: ci siamo sempre sentiti abbastanza forti per vincere un anello. Siamo gli unici che ci credono, ma non ci importa” aveva detto dopo gara-6.

L’altra faccia dell’impresa di Denver è la conferma della maledizione che aleggia sui Clippers: con uno dei roster più competitivi e completi della lega e una coppia di fuoriclasse come Kawhi Leonard e Paul George a guidare la marcia, i pianeti sembravano finalmente allineati perché il brutto anatroccolo della Nba completasse la trasformazione in cigno. Gli uomini di Doc Rivers, però, buttano via gara-5, nella quale si erano trovati avanti di +15, e crollano nuovamente in gara-6 in cui si erano trovati sul +19. Poi la sconfitta nella notte, con i suoi uomini migliori, Leonard e George appunto, fotografia della debacle totale con i loro 14 e 10 punti.

“C’era pressione su di noi, perché tutti si aspettavano che avremmo vinto il titolo – dice George deluso a fine gara -, ma internamente sapevamo che non sarebbe stato anello o fallimento per noi. Semplicemente, non abbiamo avuto abbastanza tempo insieme”.  Amara anche l’analisi di Rivers: “Non siamo arrivati al livello a cui dovevamo: sono il coach e me ne prendo le responsabilità”.

A Miami il primo atto contro Boston

Sarà una serie giocata sui dettagli quella tra Boston Celtics e Miami Heat, la classica sfida che annuncia di essere risolta in gara-7, e il grande equilibrio in campo nel primo atto sembra confermarlo. La prima finale della storia, ad est, nella quale non è presente né la numero 1 né la numero 2 della regular season, si conclude con la vittoria di Miami all’overtime, 117-114. Protagonisti del successo, sempre loro, Jimmy Butler e Bam Adebayo, le due facce (quella offensiva e quella difensiva) del piccolo gioiello di Spoelstra.

Gli Heat si esprimono come un’orchestra, nella quale ogni elemento apporta un contributo determinante: Butler dirige da maestro, gli altri componenti lo seguono. Goran Dragic chiude una serata in cui si attesta come miglior marcatore Heat con 29 punti, Herro gioca con una mentalità da veterano chiudendo ad un solo assist dalla tripla doppia (12 punti, 11 rimbalzi e 9 assist), e mettendo a referto più di 10 punti per la decima partita consecutiva, record assoluto per un rookie nei playoff (pareggiata la striscia che apparteneva a Dwyane Wade).

Boston esce sconfitta, ma con la consapevolezza di poter ripartire da quanto di buono offerto in questa prima sortita della serie. Necessario registrare la fase difensiva, nella quale i Celtics hanno in troppe occasioni subito la manovra degli Heat, e sopratutto migliorare sul piano della tenuta psicologica: in vantaggio di +14 in avvio dell’ultimo quarto di gioco, gli uomini di Brad Stevens si sono fatti trascinare all’overtime, che si è poi rivelato fatale.

Resta di buono la prestazione superlativa di un Jayson Tatum che, seppur “macchiata” dalla stoppata decisiva subita da Adebayo nel finale, a soli 23 anni conferma standard da fuoriclasse, chiudendo con 30 punti, 14 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi.

NBA, le prossime gare

Venerdì 18 settembre
Boston Celtics-Miami Heat, ore 1.00 (gara-2)
Sabato 19 settembre
Los Angeles Lakers-Denver Nuggets, ore 3.00 (gara-1)
Domenica 20 settembre
Miami Heat-Boston Celtics, ore 2.30 (gara-3)
Lunedì 21 settembre
Los Angeles Lakers-Denver Nuggets, ore 1.30 (gara-2)