Dopo una protesta di 3 giorni, che ha portato allo stop di tutte le gare di NBA in corso nella bolla di Orlando (al momento dell’interruzione si stava svolgendo la tornata di gara 5 del primo turno playoff), il board della lega e i rappresentanti della Nbpa, l’associazione giocatori, hanno fatto sapere tramite un comunicato congiunto di avere raggiunto un accordo per la ripresa dei playoff. “Ieri abbiamo avuto una conversazione produttiva tra tutte le componenti – giocatori, allenatori, staff e dirigenti – riguardo le prossime mosse e le azioni da compiere per supportare la giustizia sociale e l’uguaglianza – si legge nel comunicato di NBA e Nbpa – Erano presenti i rappresentati di tutte le 13 squadre impegnate a Orlando e tutte hanno concordato nel riprendere a giocare a partire da sabato 29 agosto“.

Si ripartirà stasera alle 21.30 ora italiana, con gara 5 di Milwuakee-Orlando, la partita della protesta, il primo dei match che giocatori hanno deciso di boicottare, rifiutandosi di scendere in campo.

NBA, 3 giorni di stop

Tutto è iniziato nella serata di mercoledì 26 agosto, a seguito degli spari esplosi da parte della polizia di Kenosha, nel Wisconsin (lo stato di Milwaukee), ai danni Jacob Blake, afroamericano, colpito da 7 colpi alla schiena durante un arresto. A seguito del caso è giunta la durissima presa di posizione da parte dei giocatori dei Milwaukee Bucks, che in segno di dissenso sono rimasti nello spogliatoio e hanno fatto saltare la gara in programma contro gli Orlando Magic.

Pochi minuti più tardi il resto dei giocatori della lega ha aderito alla protesta: non si è giocata Houston-Oklahoma City, Orlando ha rinunciato alla vittoria a tavolino (che di diritto gli sarebbe spettata per il rifiuto dei Bucks di prendere parte alla gara) aderendo di fatto alla protesta messa in piedi dagli avversari, i Lakers non hanno giocato contro i Blazers, con un LeBron tuonante sui social a invocare un cambiamento.

Seguono ore concitate, in cui non si esclude nemmeno lo stop totale alla stagione: nella riunione dei rappresentanti dei giocatori, organizzata per trovare una linea d’azione comune, LeBron James e Kawhi Leonard, in rappresentanza di Lakers e Clippers, rappresentano il fronte schierato in favore di un segnale forte, secondo cui è necessario fermarsi e non riprendere più. L’accordo non si trova, gli animi si scaldano, i rappresentanti delle due squadre di Los Angeles lasciano la riunione sbattendo la porta. Con due tra le franchigie pretendenti al titolo che si dichiarano pronte a “fermare la giostra”, pur di dare un segnale sulla condizione sociale degli afroamericani negli Usa, lo stop del campionato sembra davvero possibile: Chris Paul, presidente dell’associazione dei giocatori, cerca la mediazione.

La situazione si sblocca nella giornata di giovedì: i due club dissidenti ritornando al dialogo e i giocatori tracciano una linea comune. La protesta resta una priorità, ma le partite devono riprendere, per poter diffondere il messaggio con la massima eco mediatica, ma ripartendo da azioni concrete: nel piano stilato dall’associazione dei giocatori c’è il progetto per la creazione di una “coalizione per la giustizia sociale, con rappresentanti dei giocatori, degli allenatori e dei governatori, che si focalizzerà su un’ampia serie di questioni, compreso l’aumento dell’accesso al voto, la promozione dell’impegno civile e il sostegno per significative riforme della polizia e della giustizia penale”.

“Non vediamo l’ora di riprendere i playoff e di continuare a lavorare insieme, a Orlando e in tutti gli altri mercati Nba, per continuare a chiedere un cambiamento significativo e sostenibile” le parole con cui il commissioner della lega Adam Silver e Michele Roberts, direttore esecutivo del sindacato giocatori, hanno annunciato l’accordo per il ritorno in campo.

Playoff NBA, si riparte da gara 5

Il ritorno in campo restituisce una situazione delineata a est, con 3 semifinaliste di conference già determinate: Boston affronterà Toronto (le due hanno superato 4-0 Philadelphia e Brooklyn nel primo turno), e Miami attende proprio Milwaukee, prima a tornare in campo questa sera, che potrebbe chiudere la serie con Orlando (che si trova sul 3-1 per i Bucks).

Più incerta la situazione ad ovest, dove nessuna squadra ha ancora strappato il biglietto per le semifinali: potrebbero chiudere la serie i Lakers, che sono in vantaggio per 3-1 sui Blazers, ora privi di Damian Lillard, uscito dalla bolla a causa dell’infortunio al ginocchio patito in gara 4. In caso di passaggio del turno i giallo-viola troverebbero la vincente di Houston-Oklahoma City, che ferma sul parziale di 2-2 è la serie più incerta in questo momento.

Si trovano sul punteggio di 3-2 le restanti due sfide: Utah conduce nei confronti di Denver e i Clippers hanno riportato la testa avanti sui Mavericks. Determinante l’assenza tra le fila di Dallas di Kristaps Porzingis, alle prese con le condizioni precarie del suo ginocchio destro, e la ritrovata vena realizzativa di Paul George, opaco sino a questo punto, autore di 35 punti.

NBA, le prossime gare in programma

Sabato 29 agosto
Milwuakee Bucks (3) – Orlando Magic (1), ore 21.30
Houston Rockets (2) – Oklahoma City Thunder (2), ore 0.30
Los Angeles Lakers (3) – Portland Trail Blazers (1), ore 3.00
Domenica 30 agosto
Dallas Mavericks (2) – Los Angeles Clippers (3), ore 21.30
Lunedì 31 agosto
Utah Jazz (3) – Denver Nuggets (2), ore 2.30