Serata agrodolce per i Nets, che grazie alla vittoria 120-108 contro i Rockets compiono il sorpasso ai danni dei Sixers, portandosi in vetta alla classifica della Eastern Conference per la prima volta dopo 18 anni, ma devono però fare i conti con l’infortunio di James Harden, uscito anzitempo dal campo per un probabile problema muscolare la cui entità sarà valutata nelle prossime ore. Perdono ancora i Lakers, domati 97-112 dai Bucks: esordio da dimenticare per il nuovo centro gialloviola Andre Drummond, la cui partita dura appena 14 minuti a causa di un infortunio all’alluce del piede destro che lo ha costretto al rientro negli spogliatoi. Ad ovest nessun problema per la coppia di testa, con Jazz e Suns che superano Grizzlies e Bulls continuando la propria marcia in vetta alla Conference.

Nets, primi ad est dopo 18 anni

Era l’aprile 2003 l’ultima volta che i Nets si sono trovati in cima alla Eastern Conference: allora era Jason Kidd a guidare la franchigia, oggi è un trio di campioni che all’atto pratico, insieme hanno giocato però pochissimo. Nella vittoria 120-108 contro gli Houston Rockets tocca a Kyrie Irving prendere in mano le operazioni di sorpasso alla capolista Sixers (sconfitta dai Nuggets nella notte precedente): 31 punti e 10 assist lanciano la rimonta all’ormai consueta partenza lenta di Brooklyn (nel primo quarto i Rockets chiudono con un entusiasmante vantaggio 29-42), salendo di giri col passare dei minuti.

Le cattive notizie, però, giungono dagli altri due componenti dei Big Three: da valutare le condizioni di James Harden, che ha abbandonato il terreno di gioco dopo 27 minuti a causa di un probabile infortunio muscolare. Steve Nash non si fascia la testa e, consapevole di avere un roster di livello assoluto (i Nets potrebbero diventare le prima squadra a schierare 5 All-Star contemporaneamente), predica calma. La calma è quella che è mancata a Kevin Durant, suo malgrado al centro di una brutta vicenda extra campo: KD si è reso protagonista di attacchi via social nei confronti del comico newyorkese Michael Rapaport, verso cui ha rivolto minacce e insulti omofobi. Il giocatore ha in seguito chiesto scusa, ma la Nba potrebbe multarlo.

Lakers, esordio amaro per Drummond

Doveva essere il giorno di Andre Drummond, ma la prima in maglia Lakers si è rivelata amara: prova piuttosto incolore del lungo (4 punti e 1 rimbalzo) in appena 14 minuti di gioco, prima di uscire per infortunio (che dovrebbe essere di lieve entità). Non c’è il cambio di marcia auspicato in casa gialloviola quindi, con Los Angeles che viene surclassata 97-112 da una squadra, i Bucks, trascinata dalla doppia doppia di Giannis Antetokounmpo (25 punti e 10 rimbalzi) e dai 28 punti di Jrue Holiday. Milwaukee va così a consolidare il proprio 3° posto ad Est, i Lakers mantengono il 4° ad Ovest ma vedono ora avvicinarsi pericolosamente i Nuggets e i Blazers ad una sola vittoria di distanza.

Ad approfittare dell’ennesimo scivolone dei Lakers (per la squadra di Vogel quella incassata contro i Bucks è la 5ª sconfitta nelle ultime 7) sono Jazz e Suns, coppia di testa della Western Conference. I Jazz, primi, proseguono la propria marcia trionfale battendo per la terza volta in una settimana i Grizzlies, 107-111, inanellando il 7° successo consecutivo. Vani i 36 punti di uno strepitoso Ja Morant di fronte alla prova corale di Utah, che manda 4 giocatori in doppia cifra e 3 sopra i 20 punti: Conley 26, Clarkson 24 e Bogdanovic 23. Bene anche i Suns, come detto, che domano i Bulls 121-116. La ricetta è quella consueta che ha permesso a Phoenix di costruire una stagione fino a questo punto ben al di sopra delle aspettative: regia perfetta di Chris Paul (19 punti e 14 assist) e un Devin Booker straripante, autore contro Chicago di 45 punti (suo massimo stagionale). Il supporting cast, tra cui spicca Dario Saric che segna 16 punti dalla panchina, fa il resto. I Bulls, senza LaVine, incassano la 5ª sconfitta consecutiva, e vedono allontanarsi la zona playoff.

Corsa playoff, bene Miami

In ottica playoff ad Est sorridono gli Heat, che tornano vittoriosi dalla trasferta sul campo dei Pacers sconfitti 87-92. Complice il ko dei Knicks, che gettano al vento la partita contro i Timberwolves facendosi rimontare nell’ultimo periodo fino al 102-101 per Minnesota, Miami aggancia il 5° posto (proprio in coabitazione con New York). Percentuali dal campo piuttosto basse per entrambe le squadre (40% Pacers e 41% Heat) si ripercuotono sul punteggio che non decolla: per decidere il match sono quindi determinanti i 20 punti messi a segno da Duncan Robinson e i 18 di Jimmy Butler.

Nella rincorsa ad un posto tra le prime 8 ad Ovest buoni segnali giungono dai Blazers, che contro i Pistons si impongono 101-124, presi per mano dal solito Damien Lillard: con 33 punti, 10 assist e una gara perfetta sotto il profilo della leadership, il play di Portland conferma quanto nella corsa all’Mvp della regular season il proprio nome debba essere quantomeno preso in considerazione tra i possibili pretendenti. Bene anche i Mavericks: i 36 punti di Luka Doncic spianano la strada al successo 108-113 contro i Celtics sempre più in crisi. I limiti strutturali di Boston, ovvero la mancanza di uomini di peso sotto canestro (che il non-mercato dei biancoverdi ha lasciato irrisolti) si ripropongono anche in questa occasione: Tatum, Brown e Walker cercano di imprimere il cambio di passo nella quarta frazione di gioco, ma Dallas resiste e porta a casa il successo.

Brutta sconfitta dei Raptors, che si arrendono 113-103 ai Thunder, mentre gli Spurs superano senza grossi problemi i Kings, 120-106. La squadra di Gregg Popovich resta quindi in 8ª posizione davanti ai Warriors.

Nba, le prossime gare

Venerdì 2 aprile
Cavaliers-Sixers, ore 1:00
Pistons-Wizards, ore 1:00
Nets-Hornets, ore 1:30
Pelicans-Magic, ore 2:00
Heat-Warriors, ore 2:00
Spurs-Hawks, ore 2:30
Clippers-Nuggets, ore 4:00