I Lakers vincono gara-4 102-96 e si portano sul 3-1, ad una sola vittoria dal titolo NBA. La guida di LeBron James, un Anthony Davis ritornato sui propri standard dopo il giro a vuoto di gara-3, una grande difesa e il contribuito determinante del supporting cast gialloviola, con Rajon Rondo e Kentavious Caldwell-Pope risultati un valore aggiunto: sono questi gli ingredienti di un successo che mette i Lakers in una posizione di dominio sulla serie, nella quale avranno 3 match point.

Miami mette in campo la consueta prestazione di cuore, grinta e polmoni, ma il logorio di una serie disputata in costante emergenza di organico inizia a farsi sentire: Adebayo ha recuperato in extremis ma non è al 100%, Jimmy Butler è stato fortemente limitato da una grande prestazione difensiva di Anthony Davis, che ne ha limitato l’azione nei momenti chiave del match, gli uomini di panchina risultano non pervenuti in questa occasione (tradiscono sia Olynyk che Nunn). L’appuntamento con gara-5, che potrebbe già assegnare il titolo, è fissato per sabato 10 ottobre alle 3 ora italiana.

Los Angeles Lakers – Miami Heat 102-96 (3-1)

Nel pomeriggio che ha preceduto la partita, nella chat dell’organico Lakers è risuonato un messaggio: “Dobbiamo vincere stasera, ad ogni costo. È tutto quello che ho da dire”. Firmato: LeBron James. E’ iniziata così quella che per stessa ammissione di LBJ era una delle partite più importanti della sua carriera. Era chiaro come questa gara-4 fosse fondamentale per segnare l’inerzia della serie: portarsi a una vittoria dall’anello, con 3 match point di fronte, oppure concedere un pareggio che avrebbe infiammato un’avversaria che del furore agonistico e della consapevolezza di poter centrare qualsiasi impresa ha fatto il proprio marchio di fabbrica in questa post season.

E’ andata come il simbolo Lakers aveva ordinato, con una squadra intera che, seguendo la strada tracciata dal proprio leader, ha messo un tassello fondamentale per la conquista di un titolo che adesso è davvero ad un passo. I californiani ritornando a giocare secondo i loro parametri consueti, spinti dai big two che si riappropriano del loro ruolo di schiacciasassi: LeBron chiude con 28 punti, 12 rimbalzi e 8 assist, Anthony Davis mette a referto 22 punti e 8 rimbalzi, ma si rende protagonista di una stupenda prova difensiva sulla principale minaccia avversaria, Jimmy Butler, che viene riportato sulla terra dopo la prestazione stratosferica di gara-3 (fotografia della sfida vinta da AD è la decisiva stoppata sull’avversario nel finale di gara, che ha affossato le speranze degli Heat)

Il resto lo hanno fatto le seconde linee, che nell’occasione hanno fornito un contribuito determinante alla causa: Caldwell-Pope realizza 15 punti, Rondo fornisce un cambio di passo nei momenti decisivi molto più di quanto raccontino i 2 punti realizzati.

Sull’altro fronte l’avversario è nuovamente battuto, e questa sconfitta fa più male delle altre visto il punto cruciale nella dinamica della serie, ma non ne esce ancora sconfitto. Butler continua a provarci, come sempre, a caricare i suoi : “Vogliamo vincere, ma dobbiamo concentrarci su noi stessi. Abbiamo ancora tanta fiducia, mi assicurerò che resti alta perché ne servirà tanta per vincere la prossima”. Gli fa eco coach Spoelstra “Non abbiamo mai pensato sarebbe stato facile. Adoriamo le sfide, saremo pronti”.

Per riuscire in un’impresa che inizia ad apparire titanica dovranno ritrovare la fluidità che la difesa asfissiante di Davis ha negato nell’ultimo atto della sfida, ripartendo da quelle che ormai sono delle conferme: Butler anche nelle serate peggiori sta giocando un basket di altissimo livello, Tyler Herro è ormai una conferma (nella notte altri 21 punti), Adebayo se in salute è uno dei 3 migliori centri della lega.

Insieme a questo, Miami dovrà risolvere ciò che è andato storto, in una parola: la panchina. Tradisce Kelly Olynyk, autore di ottime prove nelle due precedenti sortite, così come risulta totalmente inadeguato al prestigio del palcoscenico Kendrick Nunn, che non riesce nemmeno per un momento a far dimenticare l’assenza di Goran Dragic (ancora alle prese con i problemi alla fascia plantare che lo terranno fuori, con ogni probabilità, anche nella prossima partita).

“Il lavoro non è ancora finito” aveva detto, sempre lui LeBron, quando le ali dell’entusiasmo per la seconda vittoria contro Miami avevano fatto pensare ad una serie semplice: l’avvertimento vale ancora oggi, i Lakers sono ad un passo dalla gloria, ma gli Heat sono ancora vivi.