La tornata di gare della notte in Nba fa registrare i successi delle due squadre di Los Angeles, Lakers e Clippers, che superando Grizzlies e Suns si portano momentaneamente in testa alla classifica ad Ovest (in coabitazione proprio con Phoenix). I riflettori, però, sono tutti per Stephen Curry: nel successo dei Warriors sui Blazers la shooting guard di Golden State ha fatto registrare il suo career-high, con una prova sensazionale da 62 punti.

Con 62 punti Curry abbatte Portland

Nell’ultima partita in programma, quella vinta da Golden State su Portland, 122-137, Curry scrive un pezzo della propria storia e della storia dei Warriors, entrando nel gruppo degli atleti capaci di sforare i 60 punti con la franchigia (l’ultimo a riuscirci era stato Klay Thompson, il 5 dicembre del 2016). 62 punti e una partita vinta da solo, con 18/31 da 2 e 8/16 da 3, tenendo un ritmo impossibile per gli avversari: “Ha messo un tiro ogni 10 secondi, nemmeno noi riuscivamo a tenere il passo” ha detto a fine gara James Wiseman, suo compagno di squadra. Alla celebrazione di una notte speciale per un grande campione si unisce anche il suo tecnico, Steve Kerr: “E’ semplicemente un privilegio allenarlo, lo è davvero”. La prova superlativa di Curry ha messo in ombra la splendida performance di Damian Lillard, autore di 32 punti che confermano il suo stato di grazia: 2 giorni fa era diventato il secondo giocatore della storia dei Blazers a raggiungere quota 15.000 punti (davanti a lui, ora, solo Clyde Drexler con 18.040).

Ad aprire la tornata di partite della serata/nottata era stata la sfida tra Detroit e Boston: a spuntarla sono stati i Celtics, 120-122, grazie alla grande prova dei suoi due uomini di punta, Jayson Tatum e Jaylen Brown. Il primo è stato mattatore assoluto della gara, finalizzando a canestro il possesso decisivo a 2.9 secondi dalla sirena, a coronamento di una prestazione con tripla doppia sfiorata (24 punti, 12 assist, 8 rimbalzi); il secondo ha messo a referto 31 punti, sbagliando appena 3 tiri in tutta la partita e chiudendo con un 5/8 dall’arco dei 3 punti. Boston si porta quindi sul 4-3, mentre Detroit detiene, in questo momento, il peggior record dell’intera Nba con 1 vittoria e 5 sconfitte.

Vincono i Lakers, 108-94 contro i Memphis Grizzlies, in una partita che la squadra di Vogel è stata abile a raddrizzare in corsa dopo un avvio decisamente sotto tono: nel primo quarto i gialloviola hanno subito 36 punti, ma hanno poi registrato la difesa, anche e sopratutto grazie ad un LeBron James cresciuto con il passare dei minuti fino a fare il vuoto. L’apporto del fuoriclasse numero 23 è risultato decisivo nell’ultima frazione di gioco, quando ha messo a segno i primi 10 punti del periodo, chiudendo con 23 punti, 13 rimbalzi e 8 assist totali. Gara onesta di Anthony Davis, che fa registrare 17 punti e 9 rimbalzi. Per i Lakers è il terzo successo consecutivo, che vale la vetta nella Western Conference, in coabitazione con Clippers e Suns a 5-2.

Clippers e Suns che si sono affrontate alla Talking Stick Resort Arena in un testa a testa che aveva in palio il momentaneo dominio a ovest: Phoenix (che si presentava all’appuntamento con un 5-1, miglior record della lega) puntava alla fuga, i Clippers all’aggancio. L’hanno spuntata i Clippers, 112-107, trascinati dalla gigantesca prova di Paul George, autore di 39 punti, ma non sono mancate le difficoltà per gli uomini di Tyronn Lue: avanti di 31 punti a metà del secondo quarto, hanno quasi dilapidato il vantaggio fino all’88-81 alla fine della terza frazione. La difesa ha però retto nel finale agli assalti di Devin Booker e Deandre Ayton, autori di 25 e 24 punti, migliori marcatori tra le fila dei Suns. Buona ma non irresistibile la prova di Chris Paul, grande ex della gara dopo le 6 stagioni giocate in maglia Clippers, che ha chiuso con 15 punti, 9 rimbalzi e 6 assist.

Il titolo di gara più avvincente della notte spetta però a Brooklyn-Washington, terminata 123-122 per i Wizards: come ormai consuetudine, i destini offensivi dei Nets gravano in grandissima parte sui suoi due fuoriclasse, Kyrie Irving (30 punti e 10 assist) e Kevin Durant (28 punti, 11 rimbalzi e 7 assist), che però tradiscono nel finale. Nell’ultimo decisivo possesso Irving ha sbagliato la tripla del possibile sorpasso, Brooklyn ha preso il rimbalzo e portato palla a Durant, che a 1.5 secondi dalla sirena ha sbagliato il secondo match point per i nerobianchi. Un errore che macchia per Durant la 5ª partita sopra i 25 punti, la più lunga striscia di un giocatore dei Nets da quando Deron Williams ne collezionò 6 di fila nel 2012. Sulla sponda Wizards brilla il solito Russel Westbrook, che chiude in doppia doppia (24 punti e 10 assist) dopo 4 partite consecutive in tripla doppia e Bradley Beal, con 27 punti, 10 rimbalzi e l’assist per la schiacciata decisiva di Thomas Bryant a 14,9 secondi dalla fine. Per Beal è la 30ª partita consecutiva con più di 20 punti, la serie attiva più lunga di tutta l’Nba in questa speciale statistica.

La firma sulla vittoria dei Denver Nuggets, 124-109 sui Minnesota Timberwolves, porta i nomi di Jamal Murray e Nikola Jokic. Murray ha segnato 36 punti, il suo record in stagione, mentre il serbo ha messo a referto la sua quarta tripla doppia stagionale. Pur senza brillare i Nuggets strappano un successo che permette loro di rialzare la testa e portarsi sul 2-4, stesso record dei Timberwolves.

Vincono gli Utah Jazz, 130-109 in casa dei San Antonio Spurs, trascinati dai 28 punti di Bojan Bogdanovic e dai 22 di Donovan Mitchell. Solita prova difensivamente consistente di Rudy Gobert, che recupera 16 rimbalzi, ma con soli 7 punti realizzati non smentisce le critiche mosse nei suoi confronti da Shaquille O’Neall, che su di lui aveva detto: “Il suo contratto dovrebbe essere di ispirazione per tutti i ragazzini là fuori. Anche segnando 11 punti di media in NBA si possono guadagnare 200 milioni”.

Privi di Luka Doncic, che ha rimediato un infortunio al quadricipite sinistro nella partita contro Miami, i Dallas Mavericks si arrendono, allo United Center, ai Chicago Bulls, 108-118. Gli ospiti volano grazie alla grande prova messa in campo da Zach LaVine, autore di 39 punti, portandosi a 3 successi e 4 sconfitte. Ancora sconfitti i Mavericks, ora sul 2-4 ad ovest e ben lontani dall’ottima condizione mostrata negli scorsi playoff (anche a causa dell’inizio in sordina del proprio numero 1, Doncic).

Nba, le prossime partite

Martedì 5 gennaio
Philadelphia 76’ers-Charlotte Hornets, ore 1.00
Orlando Magic-Cleveland-Cavaliers, ore 1.00
Atlanta Hawks-New York Knicks, ore 1.30
Miami Heat-Oklahoma City Thunder, ore 1.30
Toronto Raptors-Boston Celtics, ore 1.30
Milwaukee Buks-Detroit Pistons, ore 2.00
New Orleans Pelicans-Indiana Pacers, ore 2.00
Houston Rockets-Dallas Mavericks, ore 2.00
Golden State Warriors-Sacramento Kings, ore 4.00