Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 8 Aprile 2020
I Chicago Bulls della stagione 1995-96 sono considerati la squadra più forte della storia dell’NBA. Si tratta del team capitanato da Michael Jordan e Scottie Pippen che ha ottenuto il record di 72 vittorie e solo 10 sconfitte in Regular Season, un primato che è stato battuto solo dai Golden State Warriors vent’anni dopo. La squadra di San Francisco, nella stagione 2015-2016, ha superato anche altri due primati di quei Bulls: ossia le 33 vittorie in trasferta, totalizzandone 34 e il numero di vittorie casalinghe consecutive, che per i Warriors sono state ben 54, mentre i Bulls si erano fermati a quota 44, proprio tra il ’95 e il ’96. Ma pur avendo ritoccato questi già strepitosi record, Golden State non è poi riuscita a conquistare l’anello, perdendo le Finals contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James. Questo significa che, quasi un quarto di secolo dopo, i Bulls sono ancora l’unica squadra che è riuscita a vincere più di 70 partite in una stagione e ad aggiudicarsi poi il titolo NBA.
I Bulls 1995-96 hanno dunque chiuso la Regular Season con 72 successi, ben 20 in più degli Indiana Pacers, secondi alle loro spalle nella Central Division, e 12 in più degli Orlando Magic, secondi dietro di loro nella Eastern Conference. La squadra di Chicago ha superato il primo turno dei play-off battendo i Miami Heat 3-0 nella serie, poi ha sconfitto i New York Knicks 4-1 in semifinale e ha vinto la finale di Conference contro gli Orlando Magic 4-0; infine ha conquistato il titolo NBA battendo i Seattle SuperSonics 4-2 nella serie finale.
Ma vediamo tutti i risultati delle singole serie dei play-off.
Primo turno dei play-off:
Chicago Bulls – Miami Heat 102-85
Chicago Bulls – Miami Heat 106-75
Miami Heat – Chicago Bulls 91-112
Semifinale della Eastern Conference:
Chicago Bulls – New York Knicks 91-84
Chicago Bulls – New York Knicks 91-80
New York Knicks – Chicago Bulls 102-99
New York Knicks – Chicago Bulls 91-94
Chicago Bulls – New York Knicks 94-81
Finale della Eastern Conference:
Chicago Bulls – Orlando Magic 121-83
Chicago Bulls – Orlando Magic 93-88
Orlando Magic – Chicago Bulls 67-86
Orlando Magic – Chicago Bulls 101-106
Finals NBA:
Chicago Bulls – Seattle SuperSonics 107-90
Chicago Bulls – Seattle SuperSonics 92-88
Seattle SuperSonics – Chicago Bulls 86-108
Seattle SuperSonics – Chicago Bulls 107-86
Seattle SuperSonics – Chicago Bulls 89-78
Chicago Bulls – Seattle SuperSonics 87-75
Per quanto riguarda la sfida con i Miami Heat, in Regular Season, i Chicago Bulls si erano imposti tre volte e avevano perso in una sola occasione. Nella prima partita dei play-off sono stati trascinati da Michael Jordan, autore di 35 punti, mentre in Gara 3 è stato Scottie Pippen a distinguersi con una tripla doppia con 22 punti, 18 rimbalzi e 10 assist.
Nella sfida con i rivali di sempre, i New York Knicks, i Bulls, che nella stagione regolare avevano vinto quattro sfide su cinque, nella semifinale di Conference hanno vinto i primi due match in casa, ma hanno ceduto al Madison Square Garden in Gara 3 all’overtime, nonostante una prestazione da 46 punti di Jordan. In Gara 4, però, i Bulls sono tornati al successo e hanno chiuso la serie in casa con un successo e con una doppia doppia di Pippen e Rodman.
Nella finale di Conference i Bulls hanno incontrato i campioni della Atlantic Division, gli Orlando Magic guidati da Shaquille O’Neal e Anfernee Hardaway, che nella Regular Season avevano battuto tre volte su quattro. La serie si è messa subito bene con due successi a Chicago, poi gli uomini, guidati in panchina da Phil Jackson, si sono imposti anche a Orlando dove hanno vinto le altre due gare e hanno chiuso con l’ennesima eccellente prestazione di Michael Jordan, autore di 45 punti.
Nella finale per il titolo NBA è arrivata la sfida con i Seattle SuperSonics, i detentori del precedente record di vittorie in Regular Season (64 contro le 18 sconfitte). Nella stagione regolare le due squadre si sono incontrate solo due volte e hanno ottenuto una vittoria a testa, nella serie finale, invece, Chicago si è portata subito sul 3-0, vincendo le prime due partite in casa e la prima in trasferta. In Gara 2 si è distinto Dennis Rodman con 20 rimbalzi. In Gara 4 e Gara 5 Seattle ha vinto davanti al proprio pubblico, mentre in Gara 6, allo United Center di Chicago, è arrivata la vittoria decisiva dei Bulls che hanno così conquistato il loro quarto titolo in sei stagioni nell’anno della loro trentesima partecipazione all’NBA.
Il titolo del 1995-1996 è stato il primo del secondo cosiddetto “three-peat”. I Bulls, infatti, avevano vinto tre titoli consecutivi dal 1991 al 1993, poi nelle due stagioni successive si sono fermati alle semifinali di Conference, mentre dal 1996 al 1998 hanno vinto altri tre titoli consecutivi. Il loro record di 44 vittorie consecutive in casa è stato interrotto l’8 aprile del ’96 contro i Charlotte Hornets, squadra il cui attuale proprietario (dal 2010) è proprio Michael Jordan.
Michael Jordan è tornato e ha vinto tutto
Tra il primo e il secondo “three-peat” c’è stato il primo ritiro di Michael Jordan, dovuto alla perdita di “ogni motivazione” dopo l’uccisione di suo padre James, assassinato il 22 agosto 1993 mentre riposava a bordo della Lexus che gli aveva regalato il figlio, in sosta durante un viaggio con un amico. Alcuni criminali locali lo uccisero e gli rubarono l’auto, ma furono presto rintracciati, anche perché effettuarono delle telefonate con il cellulare di James Jordan. Michael ha poi giocato due stagioni a baseball, prima con i Birmingham Barons e poi con gli Scottsdale Scorpions.
Il 18 marzo 1995 Michael Jordan, dopo 17 mesi di ritiro, ha inviato un fax ai Chicago Bulls con un laconico “I’m back”. La notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo: il numero 23 più famoso del mondo, ancora 32enne e dunque nel pieno della sua carriera, aveva deciso di tornare a giocare a basket, ovviamente nella sua squadra di sempre. In realtà aveva scelto inizialmente il numero 45, che aveva usato da piccolo per giocare a baseball, salvo poi tornare al 23, lasciato libero visto che era stato ritirato in suo onore.
Alla fine della stagione 1995-1996 Michael Jordan fece incetta di premi: MVP dell’NBA e delle Finals, MVP dell’All-Star Game, ovviamente inserito nell’All-NBA First Team e nell’NBA All-Defensive First Team, leader assoluto in Regular Season per il numero di punti totali segnati (2491) e per la percentuale di punti per partita (30,4%), ma anche per il numero di tiri dal campo (916) e per i tentativi di tiro dal campo (1850).
Chi erano gli altri Bulls del 1995-1996
Oltre a Michael Jordan ci sono stati altri giocatori fondamentali per quel trionfo e anche per i successivi. Prima di tutto l’altro capitano e ala piccola dei Bulls, Scottie Pippen, anch’egli già protagonista del primo “three-peat” ma non in grado di trascinare da solo la squadra nei due anni di assenza di Jordan. Anche Pippen al termine della stagione è stato inserito nell’All-NBA First Team e nell’NBA All-Defensive First Team. È stato il migliore della squadra nei tiri da 3 (150) e negli assist, con ben 452 passaggi decisivi.
Nel 1995 è arrivata ai Bulls un’altra star, un personaggio davvero eccentrico: Dennis Rodman, anche noto come il “Verme”. Proveniva dai San Antonio Spurs ed è rimasto a Chicago fino al 1998, quindi per tutto il secondo “three-peat”. Nella sua prima stagione da toro è stato il migliore in assoluto di tutta l’NBA per numero di rimbalzi offensivi, ben 356, il nono per i rimbalzi difensivi (596), il secondo per quelli totali (952). Primo anche per la media di rimbalzi per match (14,9) e per la percentuale di rimbalzi offensivi (19,9%), difensivi (33,2%) e totali (26,6%). Sia Pippen sia Rodman sono stati poi inseriti nella Hall of Fame, rispettivamente nel 2010 e 2011.
In quella squadra c’è stato anche un altro uomo fondamentale: Steve Kerr. Arrivato a Chicago nel 1993, ha vinto il suo primo titolo NBA nel 1996 ed è poi diventato l’uomo che ha guidato i Golden State Warriors dal 2014 in poi, battendo con la squadra di San Francisco i record che lui stesso aveva contribuito a fissare da giocatore dei Bulls, quello delle 72 vittorie in Regular Season, delle 33 in trasferta e delle 44 vittorie casalinghe consecutive. Da allenatore con i Warriors ha vinto il titolo NBA nel 2015, nel 2017 e nel 2018, ma non nella stagione in cui ha battuto quei record sopra citati, ossia nel 2015-2016, quando Golden State ha perso la finale contro i Cavaliers. La sua squadra è arrivata alle Finals per cinque volte consecutive e nella passata stagione ha perso in finale contro i Raptors.
L’allenatore dei Bulls 1995-1996 era Phil Jackson, che aveva guidato la squadra anche nel primo “three-peat” e che in quella stagione è stato ovviamente scelto come coach dell’anno. Oltre ad aver firmato tutti e sei i titoli dei Bulls, Jackson è stato anche l’artefice di un altro “three-peat”, quello dei Los Angeles Lakers dal 1999 al 2002.
Ma vediamo qui di seguito tutto il roster dei Chicago Bulls 1995-1996:
#0 Randy Brown
#7 Toni Kukoč
#8 Dickey Simpkins
#9 Ron Harper
#13 Luc Longley
#22 John Salley
#23 Michael Jordan
#25 Steve Kerr
#30 Jud Buechler
#33 Scottie Pippen
#34 Bill Wennington
#35 Jason Caffey
#53 James Edwards
#54 Jack Haley
#91 Dennis Rodman
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