I Milwaukee Bucks sono i nuovi campioni NBA dopo una strepitosa rimonta che si è conclusa nella notte con gara-6. Dopo aver perso le prime due gare della serie, i ragazzi di Mike Budenholzer hanno inanellato quattro vittorie di fila sotto il segno di Giannis Antetokounmpo, nominato MVP delle Finals all’unanimità. La gara si è sostanzialmente decisa nell’ultimo quarto, quando i Bucks hanno totalizzato un parziale di 28-21.

Milwaukee Bucks-Phoenix Suns 105-98

È stata una gara dalle emozioni uniche quella che si è disputata sul parquet del Fiserv Forum con Milwaukee che parte fortissimo chiudendo il primo quarto con un vantaggio di +13 (29-16). Nella seconda frazione, però, c’è il grande ritorno di Phoenix, con Chris Paul che da solo mette 13 punti, ovvero gli stessi di tutti i Bucks messi insieme. Nel terzo quarto il dominatore è Antetokounmpo, ma la situazione rimane in perfetta parità (77-77). Si decide tutto nell’ultima frazione, dunque, con il greco che trascina letteralmente i suoi confermandosi quasi infallibile dai tiri liberi.

Giannis Antetokounmpo MVP delle Finals

Dopo due premi MVP nella regular season, dunque, Giannis Antetokounmpo è stato nominato all’unanimità dagli 11 giornalisti deputati quale MVP delle Finals. Frenato inizialmente da un infortunio al ginocchio, il greco ha alzato il livello delle proprie prestazioni di partita in partita, chiudendo con una gara-6 condita addirittura da 50 punti, entrando di diritto nella leggenda. Primo titolo della sua carriera e un primato eguagliato: solo Bob Pettit nel 1958 era riuscito a mettere insieme 50 punti in una gara valida per il titolo. Nei 42 minuti e 27 secondi in cui è stato sul parquet, il greco è stato un trascinatore, uomo ovunque e con una rabbia agonistica senza eguali. Il suo bottino alla fine sarà di 16/25 dal campo (1/3 triple) 17/19 ai liberi (indolore l’ultimo errore), 14 rimbalzi (4 in attacco) e 5 stoppate.

Dopo aver abbracciato amici e familiari presenti al Fiserv Forum, Antetokounmpo si è appartato per qualche istante a bordo campo sciogliendosi in lacrime. “Mi sono sempre fidato di questa squadra. Volevo vincere qui e volevo farlo con questi compagni. Sono contento, sono fott…e contento. Ce l’abbiamo fatta, c…o. Lui sa quando mi ha spinto ogni singolo giorno a essere grande – aggiunge abbracciando Khris Middleton – Come ha detto coach Bud: dobbiamo farlo di nuovo”.

A proposito di Middleton, la sua non è stata propriamente una prestazione maiuscola ma, visto che ha fatto quasi tutto Antetokounmpo, bastano e avanzano i suoi 17 punti conditi anche da 5 rimbalzi, 5 assist e 4 recuperi. Preziosa la gara di Bobby Portis, che in 23 minuti di gioco porta a casa 16 punti con 6/10 al tiro uscendo dalla panchina, il 40% da tre punti e il 100% ai liberi. Insomma, il ragazzo ha confermato di essere molto importante nelle rotazioni di coach Budenholzer in queste Finals. Avere dei cambi in grado di spaccare le partite, soprattutto quando la posta in palio è elevata, è un plus non da poco. Jrue Holiday non è stato protagonista come in gara-5, ma il suo apporto è stato ugualmente prezioso: 12 punti, 11 assist, 9 rimbalzi e 4 recuperi, dicono sostanzialmente che la point guard ha fatto quello per cui è pagato.

La resa dei Suns

Alla fine ha avuto la meglio la compagine che nella gara è stata più lineare, poiché i Suns sono stati troppo altalenanti. Dopo aver chiuso il primo quarto sotto di 13 punti, Phoenix ha effettuato il sorpasso nel secondo ed ha resistito al ritorno di Antetokounmpo mantenendo la parità, ma nel quarto periodo non c’è stata quell’incisività necessaria per rimanere in equilibrio e giocarsela fino alla sirena. In questo è mancato in parte anche Chris Paul, che ha sì chiuso con 26 punti e 5 assist in 39 minuti, ma nei momenti decisivi non è riuscito a farsi trascinatore dei suoi compagni, sbagliando anche tanto da tre punti (6/25).

Errori decisivi da parte di Devin Booker, che chiude la sua gara-6 con 19 punti e 6 palle perse tirando solo 8/22 dal campo in 46 minuti di gioco. Insomma, il 24enne dei Suns non è mai riuscito ad entrare del tutto in partita, mentre non sono bastate le due bombe da tre sganciate da Jae Crowder, che non ha mollato fino alla fine chiudendo con 15 punti e 13 rimbalzi. Deludente DeAndre Ayton con soli 12 punti e 4/12 al tiro.

Per i Milwaukee Bucks, che succedono nell’albo d’oro ai Los Angeles Lakers, è il secondo titolo NBA dopo quello del 1971.