Lunedì festeggerà il suo 22° compleanno e lo farà avendo già raggiunto uno dei successi che molti suoi illustri colleghi inseguono da tutta la carriera senza riuscire ad acciuffarlo. Tadej Pogačar ha bruciato le tappe e ha sorprendentemente conquistato la Maglia Gialla al Tour de France.

Quest’anno la Grande Boucle sembrava sì destinata a uno sloveno, ma al più esperto Primož Roglič, che si è avvicinato piano piano, anno dopo anno, al podio della più importante corsa ciclistica del mondo. All’età di Pogačar, Roglič stava compiendo il passaggio dal salto con gli sci al ciclismo, dimostrando subito grandi potenzialità sulle due ruote. Nel 2018 è arrivato quarto al Tour de France, nel 2019 terzo al Giro d’Italia e poi ha vinto la Vuelta di Spagna, conquistando anche il primo posto nella classifica finale del World Tour.

Sembrava dunque fosse arrivato per Roglič il momento di festeggiare sugli Champs-Élysées, soprattutto dopo aver indossato la Maglia Gialla per undici giorni consecutivi. Invece, proprio sul più bello, Pogačar gliel’ha portata via, rendendo clamoroso il finale di questo Tour. Roglič in questo Giro di Francia ha vinto la quarta tappa da Sisteron a Orcières-Merlette, poi ha indossato la Maglia Gialla dopo la nona tappa, la prima vinta da Pogačar, da Pau a Laruns, e non l’ha mai ceduta, fino a ieri, quando Pogačar ha stravinto la cronoscalata e ha ribaltato il banco.

Pogačar è solo al suo secondo grande giro: il primo è stato la Vuelta dell’anno scorso, in cui è subito arrivato sul podio, terzo dietro a Roglič e al “monumento” Alejandro Valverde, dopo aver vinto tre tappe. Al Tour è riuscito a fare meglio, conquistando anche qui tre tappe, ma dominando la cronometro individuale al punto da recuperare tutto lo svantaggio su Roglič, infliggendogli un notevole distacco che gli permette di stare tranquillissimo nell’ultima tappa, che è comunque una passerella come sempre, in cui nessuno si sogna di attaccare la Maglia Gialla.

Pogačar, che compirà proprio domani 22 anni, conquista così il Tour de France: lo sloveno è destinato a essere il nuovo fenomeno del ciclismo mondiale o sarà solo una meteora? Tutti gli appassionati di ciclismo non vedono l’ora di scoprirlo, ma intanto si godono le sue imprese, che vanno ad aggiungersi a quelle degli altri “giovanotti” della bici, come Remco Evenepoel e Wout Van Aert, che mettono sempre più in crisi i loro colleghi più esperti.

Il Tour de France 2020 va a Pogačar

Tadej Pogačar chiude nel migliore dei modi un Tour de France per lui strepitoso. Alla sua prima partecipazione alla Grande Boucle il giovanissimo sloveno ha vinto tre tappe, la prima da Pau a Laruns, la nona, poi la quindicesima da Lione al Grand Colombier e infine ieri, la ventesima, la cronoscalata da Lure a La Planche des Belles Filles, 36,2 km con arrivo su una salita di prima categoria lunga 5,9 km e con una pendenza media dell’8,5% e picchi del 9,5%. Pogačar si è imposto con un tempo di 55’ 55” con un distacco di ben 1’ 21” sul secondo, Tom Dumoulin, il campione del mondo 2017 a crono, oltre che vincitore del Giro d’Italia quello stesso anno e vicecampione olimpico in carica sempre a crono. Stesso distacco per Richie Porte, mentre Wout Van Aert è arrivato quarto a 1’ 31” e Primož Roglič quinto a 1’ 56”.

Grazie alla vittoria nella crono, Pogačar ha ora 59” di vantaggio in classifica generale su Roglič, mentre Porte si è guadagnato il terzo posto sul podio a 3’30”, a discapito di Miguel Ángel López, il colombiano dell’Astana che è scivolato al sesto posto a causa del suo 45° tempo nella crono, conclusa a ben 6’ 17” dal vincitore. Mikel Landa della Bahrain-McLaren ha guadagnato una posizione in classifica ed è ora quarto a 5’ 58” da Pogačar, così come sale di una posizione anche Enric Mas della Movistar. Dumoulin, grazie al secondo posto nella crono, ha guadagnato due posizioni, salendo dalla nona alla settima in classifica generale, mentre Adam Yates della Mitchelton-Scott, che ha indossato la Maglia Gialla per quattro giorni, fa il percorso contrario e scivola dal settimo al nono posto. Stabile invece all’ottavo posto Rigoberto Uran della EF Pro Cycling.

Splendido settimo posto nella cronoscalata per Damiano Caruso della Bahrain-McLaren. Il siciliano è arrivato con 2’ 29” di ritardo rispetto al vincitore e ha guadagnato una posizione in classifica generale, salendo dall’undicesimo al decimo posto e scalzando dalla top-ten Alejandro Valverde della Movistar. Caruso dunque porta l’Italia tra i primi dieci di un Tour in cui, purtroppo, gli italiani sono stati assolutamente anonimi e non sono riusciti a conquistare neanche una tappa.

Tour de France 2020: oggi l’ultima tappa

La tappa di oggi, la ventunesima e ultima di questo Tour de France 2020, è lunga 122 km e va da Mante-la-Jolies a Parigi, con classico arrivo per velocisti sugli Champs-Élysées. È una frazione semplice, con un unico gran premio della montagna e solo di quarta categoria al km 13,5, la Côte de Beulle, salitella di 2,3 km con una pendenza media del 3,6%. C’è poi uno sprint intermedio al terzo passaggio sull’arrivo del circuito interno a Parigi, al km 82. In tutto, i passaggi sulla linea dell’arrivo saranno otto, incluso quello finale. L’ingresso a Parigi è al km 56.

La tappa di oggi è importante per la Maglia Verde (leader della classifica a punti basata sui piazzamenti ottenuti nelle singole tappe), che è indossata da Sam Bennett della Deceuninck-Quick Step che ha 319 punti, seguito da Peter Sagan della Bora-Hansgrohe con 264 e dall’italiano Matteo Trentin del CCC Team con 250. L’irlandese, anche se non ha ancora la matematica certezza di aver conquistato la classifica a punti, difficilmente la perderà, tanto che lo stesso Sagan, che puntava alla sua ottava Maglia Verde, si è complimentato con lui, di fatto riconoscendo la sconfitta. Lo slovacco, tuttavia, spera ancora di poter vincere almeno l’ultima tappa di questo Tour per lui incolore, in cui il migliore risultato è stato il terzo posto nella decima tappa da l’île d’Oléron (Le Château-d’Oléron) a l’ Île de Ré (Saint-Martin-de-Ré), vinta proprio da Bennett.

Ovviamente anche Bennett sogna la ciliegina sulla torta, con una vittoria sugli Champs-Élysées. Dovrà fare i conti, oltre che con Sagan, anche con gli altri velocisti come Caleb Ewan (Lotto Soudal), che ha già vinto due tappe, Wout Van Aert (Jumbo-Visma), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Elia Viviani (Cofidis), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), Bryan Coquard (Vital Concept-B&B Hotels), Sonny Colbrelli (Bahrain-McLaren). Anche Matteo Trentin (CCC) ed Edvald Boasson Hagen (NTT) potrebbero tentare il colpaccio, magari inventandosi qualcosa di diverso per movimentare il finale. L’arrivo oggi è previsto intorno alle 19. La prima parte della tappa sarà, come di consueto, dedicata ai brindisi con i vincitori e alle foto di rito con champagne in bici e ammiraglia al seguito, poi si comincerà a fare sul serio una volta entrati nel circuito finale a Parigi e, dopo il traguardo, grande festa con la consegna di tutti i premi e la celebrazione del podio.

Tour de France 2020: le maglie e la classifica generale

Tadej Pogačar è il padrone assoluto di questo Tour de France: infatti, oltre alla Maglia Gialla di leader della classifica generale, si porta a casa anche la Maglia Bianca, che spetta al miglior giovane (under 25), e la Maglia a Pois del migliore scalatore, conquistata davanti a Richard Carapaz del team Ineos Granadiers. Resta dunque da assegnare matematicamente solo la Maglia Verde che però pare ben salda sulle spalle di Sam Bennett.

Queste sono le prime dieci posizioni della classifica generale e con la tappa di oggi non dovrebbero variare neanche i distacchi:
1) Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) 84h 26’ 33”
2) Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) +59”
3) Richie Porte (Trek-Segafredo) +3’ 30”
4) Mikel Landa (Bahrain-McLaren) +5’ 58”
5) Enric Mas (Movistar Team) +6’ 07”
6) Miguel Ángel López (Astana Pro Team) 6’ 47”
7) Tom Dumoulin (Team Jumbo-Visma) +7’ 48”
8) Rigoberto Uran (EF Pro Cycling) +8’ 02”
9) Adam Yates (Mitchelton-Scott) +9’ 25”
10) Damiano Caruso (Bahrain-McLaren) +14’ 03”