Di Redazione William Hill News
24 Ottobre 2020
È un Giro d’Italia che promette di tenerci con il fiato sospeso fino all’ultimo chilometro. Quando mancano solo due tappe, infatti, ci sono tre corridori in 15” e i primi due sono della stessa squadra. Inoltre, attenzione alla cronometro conclusiva che è certamente pronta a riservare qualche sorpresa e potrebbe addirittura rimettere in gioco qualcuno che è un po’ più arretrato in classifica, ma comunque in top-5.
La Maglia Rosa al momento è sulle spalle dell’olandese Wilco Kelderman, che ha 12” di vantaggio sul suo compagno di squadra del Team Sunweb, l’australiano Jai Hindley, mentre a 15” c’è il britannico, della Ineos Grenadiers, Tao Geoghegan Hart. Non è escluso, però, che possano tornare in gioco per il podio anche lo spagnolo della Bahrain-McLaren Pello Bilbao, che è a 1’ 19” da Kelderman, e l’ex Maglia Rosa, il portoghese della Deceuninck-Quick Step João Almeida, che è a 2’16” dal primo.
Il Giro però arriva all’appuntamento con le ultime due decisive tappe ancora scosso per quello che è successo nella frazione numero 19, quella di ieri, che è stata rovinata dalle polemiche e ha provocato parecchia indignazione tra gli organizzatori della corsa, i giornalisti e soprattutto i tifosi, che sono stati privati dello spettacolo cui speravano di assistere.
Josef Černý ha vinto la “tappa della discordia”
Partiamo dalle basi: la tappa numero 19 del Giro d’Italia 2020 era inizialmente la più lunga della corsa con i suoi 253 km da Morbigeno ad Asti, ma completamente piatta, quindi pensata per un arrivo in volata. Sarebbe stata una frazione per i contendenti per la Maglia Ciclamino con i suoi due sprint intermedi e l’arrivo quasi certamente in gruppo. Invece prima della partenza i corridori hanno deciso che era troppo lunga, che il clima era troppo freddo, che c’era il rischio di pioggia, che, insomma, non si poteva proprio correre così com’era. Nella storia del Giro d’Italia, ma anche degli altri grandi Giri e delle Classiche, ne abbiamo certamente viste di peggio lungo i percorsi. Abbiamo visto la neve, il gelo, la pioggia scrosciante, eppure i ciclisti non si sono mai fermati. È uno dei motivi per cui sono ammirati, perché il ciclismo è considerato uno sport da imprese epiche.
Ieri, invece, i ciclisti hanno dato il peggio di sé e con i loro “capricci” hanno costretto gli organizzatori ad accorciare notevolmente la tappa. La partenza è stata spostata ad Abbiategrasso, ossia a quello che sarebbe stato il 134° km ed è così stata ridotta a soli 120 km. La decisione, a quanto pare, è stata presa dal CPA, il sindacato mondiale dei corridori, tramite una chat su Telegram. Alcuni corridori non ne sapevano nemmeno nulla, come ha raccontato Vincenzo Nibali, capitano della Trek-Segafredo, che con la sua squadra si era vestito ed alimentato per affrontare una tappa di sei ore sotto la pioggia e invece, arrivato al foglio firma, ha scoperto che la partenza era stata spostata e tutti si sarebbero trasferiti in bus verso il nuovo via. Le polemiche sono poi proseguite anche dopo la fine della corsa, con giornalisti e organizzatori inviperiti e corridori divisi tra loro.
Per quanto riguarda la tappa vera e propria, o meglio, quello che ne è rimasto, c’è stata grande lotta per entrare in fuga: la Bora-hansgrohe di Peter Sagan, secondo nella classifica a punti dietro ad Arnaud Démare, ha provato a controllare il gruppo, ma poi si è arresa quando un gruppetto di 14 corridori è riuscito a fuggire. Tra di loro c’era anche Josef Černý, corridore ceco della CCC, che a 18 km dall’arrivo ha attaccato in solitaria ed è arrivato al traguardo a braccia alzate. Dietro di lui si è piazzato il belga della NTT Victor Campenaerts, ex campione del mondo a crono, che è stato il primo a tentare l’attacco, ma non ha avuto la stessa fortuna di Černý. Terzo posto per Jacopo Mosca della Trek-Segafredo che in volata ha battuto Simon Clarke della EF Pro Cycling e Sander Armée della Lotto-Soudal. Nella top-ten di giornata anche Giovanni Carboni della Bardiani-CSF-Faizanè, nono a 1’10” dal vincitore.
Giro d’Italia 2020: le ultime due tappe
La ventesima tappa, quella che si corre oggi, vedrà i corridori andare da Alba a Sestriere lungo un percorso di 190 km con uno sprint intermedio al km 52, a Saluzzo, e tre gran premi della montagna. Anche in questo caso la tappa è stata rivista rispetto a come era stata pianificata inizialmente, perché sono stati eliminati il Colle dell’Agnello, il Col d’Izoard e il Col de Montgenèvre: si sale e scende dal Sestriere, la prima volta scollinando al km 137,5 dopo un’ascesa di 31,8 km a una pendenza media del 4%, la seconda volta si scollina al km 163 dopo 6,9 km di salita a una pendenza media del 7,2%, l’ultima volta, all’arrivo, si ripete la seconda salita. La prima è di seconda categoria, le ultime due di prima categoria.
È quindi l’ultima chance per gli scalatori e sicuramente Vincenzo Nibali tenterà il tutto per tutto per vincere almeno una tappa, ma altrettanto certamente si daranno battaglia gli uomini in lotta per il podio, quindi Kerlderman e Hindley (che potranno collaborare), Tao Geoghegan Hart, Pello Bilbao e João Almeida. Anche Jakob Fuglsang, come Nibali, proverà ad andare a caccia della vittoria di tappa e a recuperare almeno qualche posizione in classifica.
Per quanto riguarda la ventunesima e ultima tappa, invece, è una cronometro individuale da Cernusco sul Naviglio a Milano, lunga solo 15,7 km e completamene piatta. Filippo Ganna avrà la possibilità di vincere la sua quarta frazione in questo Giro dopo le prime due crono (la prima tappa Monreale-Palermo e la quattordicesima Conegliano-Valdobbiadene) e la quinta tappa (in linea) da Mileto a Camigliatello Silano.
Giro d’Italia 2020, classifica generale: la top-ten
Quando mancano due tappe, ossia la frazione alpina di oggi e la cronometro di domani, ecco la situazione nella top-ten della classifica generale:
1) Wilco Kerlderman (Team Sunweb) 80h 29’ 19”
2) Jai Hindley (Team Sunweb) +12”
3) Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers) +15”
4) Pello Bilbao (Bahrain-McLaren) +1’ 19”
5) João Almeida (Deceuninck-Quick Step) 2’ 16”
6) Jakob Fuglsang (Astana) +3’ 59”
7) Patrick Konrad (Bora-hansgrohe) +5’ 40”
8) Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) +5’ 47”
9) Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step) +6’ 46”
10) Rafal Mjka (Bora-hansgrohe) +7’ 28”
Per quanto riguarda invece la classifica a punti, ormai è difficile scomodare Arnaud Démare (Groupama-FDJ) dalla prima posizione, mentre per la classifica giovani la lotta è tra Hindley, Geoghegan Hart e Almeida. Nella classifica degli scalatori in testa c’è Ruben Guerreiro della EF Pro Cycling davanti a Thomas De Gendt della Lotto Soudal e Tao Geoghegan Hart della INEOS Grenadiers.
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