Di Gabriele Borzillo
16 Settembre 2022
L’Europa, stavolta, riesce a sorriderci per metà. Nella due giorni dedicata alle coppe del vecchio continente, le italiane rialzano la voce: senza esagerare, beninteso, con molti chiari e qualche scuro. Però, punti alla mano, quel passo in avanti tanto auspicato soprattutto dal punto di vista del gioco lo abbiamo riscontrato. Dopodiché, ripetiamo, ci sono stati degli scivoloni: inspiegabili nell’entità del risultato finale ma, soprattutto in Champions, ci siamo fatti rispettare. Partiamo con la consueta pagella dei nostri eroi, in ordine rigorosamente temporale.
INTER: brodino che, dopo il Toro, offre ai nerazzurri nuovi spunti dai quali trarre ottimismo per il futuro, anche immediato. Il Viktoria Plzen si è dimostrato avversario malleabile e meno aggressivo di quanto ci si potesse attendere, soprattutto tra le mura amiche. I ragazzi di Simone Inzaghi sono apparsi in ripresa occupando bene le zone del campo, affondando senza problemi nella retroguardia ceca: non diciamo dominando, però quasi, tutti i novanta minuti più recupero. L’aspetto negativo? Si poteva, si doveva, concretizzare maggiormente. 7
MILAN: i rossoneri corrono e scorrazzano felici per il prato verde del Meazza. È un Milan di ottimo livello che fatica un filo a sbloccare il risultato ma la sensazione trasmessa dalla squadra è, senz’altro, quella di giocatori che sanno cosa fare e come farlo. Insieme al Napoli i ragazzi di Stefano Pioli godono di una condizione fisica invidiabile. Vero, la Dinamo non è avversario da far tremare i polsi. Però, nonostante questo, i croati erano reduci dall’impresa col Chelsea, morale a mille e cinquemila tifosi al seguito: i campioni d’Italia li hanno battuti al di là del tre a uno finale. In sostanza quasi un monologo di Leao e compagni. 7,5
NAPOLI: i numeri che stanno accompagnando la marcia dei partenopei in questo inizio stagione sono davvero da applausi. Il Napoli gioca proprio bene a calcio, guidato da uno Spalletti in grande spolvero. Azzurri padroni dell’Ibrox senza se e senza ma fin da subito, mettendo in chiaro chi avrebbe comandato la partita. Certo, i Rangers attuali non fanno parte dell’élite europea, ma vincere e convincere come hanno fatto gli azzurri in Scozia non è mai facile. I migliori. 8
JUVENTUS: no, non ci siamo. Ma non ci siamo proprio. Squadra sfilacciata, forma fisica approssimativa, gioco quasi del tutto assente. D’accordo, va bene, adesso i bianconeri godranno del doppio turno col Maccabi, che nel frattempo ha spaventato e non poco il PSG: occorre cambiare marcia e atteggiamento. Così non si va da nessuna parte e si rischia una figuraccia europea del tutto inattesa soltanto un mese fa. 4
LAZIO: debacle di quelle da ricordare, o scordare immediatamente, vedete voi. Non tanto per il roboante cinque a uno finale quanto per il nulla espresso in campo nel corso di novanta, terribili, minuti. Squadra scarica, assente, quasi come se la trasferta in terra danese fosse una gita scolastica e poco altro. Perdere ci sta, il calcio è fatto anche di sconfitte. Così però no. Nessuna giustificazione, prestazione senza arte né parte. 3,5
ROMA: i giallorossi offrono uno spettacolo double face. Primo tempo complicato, caratterizzato da assalti all’arma bianca dettati più dalla superiorità numerica e dal turno casalingo che non da raziocinio e bel gioco. Appena sbloccata la partita a inizio ripresa non c’è stata più storia, divario tra le due squadre evidente fin dal minuto uno. Dybala alla settima presenza consecutiva: ma non era uno che saltava troppe partite? 6,5
FIORENTINA: per la Viola vale lo stesso, preciso, identico discorso fatto poc’anzi sulla Lazio. In Europa non ci si limita a fare presenza, bisogna anche giocare a pallone. Certo, sul risultato pesa la serataccia di Gollini però troppo supponenti i ragazzi di Italiano, troppo brutti per essere veri. Urge un cambio di passo: anche in campionato, dopo sei partite, la media punti non penso faccia saltare di gioia dirigenti e tifosi fiorentini. 4
Alla prossima.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.