La storia degli scudetti del Bologna, le più grandi vittorie dei rossoblu

C’era una volta il Bologna, quello che vinceva i campionati e lottava per le posizioni più alte in classifica. Quello che partecipava alle Coppe internazionali e vinceva le Coppe Italia.

Erano altri tempi, certo, ma il ricordo di quel Bologna è rimasto vivo nella memoria degli appassionati, perché sette scudetti non sono frutto della casualità ma di un lavoro e un’organizzazione meticolosa. Da oltre 50 anni a Bologna non si sente parlare di scudetto, ma quello che oggi è un vero e proprio tabù, mezzo secolo fa era l’obiettivo stagionale.

 Il Bologna e gli scudetti degli anni ’20 – ’30

La squadra del Bologna, nel ventennio fascista, era sicuramente tra quelle da battere. Il primo successo in campionato risale alla stagione 1924/1925, mentre per la seconda affermazione bisogna arrivare al 1928/1929.

Dopo alcune stagioni altalenanti, nel ’32, arriva la Coppa dell’Europa Centrale, successo bissato nel ’34, a impreziosire la bacheca dei rossoblu. Nel ’36 e nel ’37 arrivano altri due scudetti, che fanno il paio con quelli delle stagioni 1938/1939 e 1940/1941.

Bologna, gli scudetti vinti fino agli anni ’70  

Dopo la Seconda Guerra Mondiale il campionato riprende con la Seria A Alta Italia e il Bologna Fc, con una rosa della squadra notevole, risponde subito aggiudicandosi la competizione. Dal 1946/1947 ritorna la canonica Serie A ma di scudetti nemmeno l’ombra.

Arriva un’altra coppa internazionale, l’ex Coppa dell’Europa Centrale diventata Coppa Mitropa. È il 1962 e il Bologna è tornato a competere per le prime posizioni, come testimonia il 4° posto ottenuto in classifica bissato nel ’63.

L’anno successivo, il 1963/1964 è quello del settimo scudetto del Bologna, che vale anche l’accesso alla Coppa Dei Campioni, nonché prima apparizione ufficiale del felsinei nella massima competizione europea.

Da quell’ormai lontano 1964 sono passati 55 anni e, nonostante due Coppe Italia conquistate nel ’69/’70 prima e nel ’73/’74 poi, il sogno di raggiungere la stella sul petto, ovvero dieci scudetti vinti, è rimasto ancora tale da due generazioni.