Di Redazione William Hill News
18 Ottobre 2025
A Riad Jannik Sinner trionfa nel Six Kings Slam per il secondo anno consecutivo. L’azzurro domina letteralmente la finale del torneo d’esibizione, annientando il numero 1 del ranking Atp Carlos Alcaraz in due set (6-2, 6-4) senza concedergli neanche una palla break. Partita perfetta dell’altoatesino, che ha messo in mostra una condizione fisica eccezionale e un servizio impeccabile, risultando sostanzialmente ingiocabile per lo spagnolo.
La cronaca del match
Sinner inizia alla grande con un break nel primo game, con Alcaraz che sotto 15-40 commette doppio fallo. Su ritmi elevati si prosegue con i due tennisti che mantengono il servizio fino al 5° game, quando arriva un nuovo break dell’azzurro. Jannik poi chiude il primo set vincendo 6-2 in appena 27 minuti. Partenza equilibrata nel secondo set nei primi quattro game, mentre il quinto è una lotta lunghissima sul 40-40 che finisce con Alcaraz che annulla cinque palle break nonostante alcuni errori. Sinner trova il break nel 7° game e va avanti 4-3, poi tiene agevolmente la battuta e sale 5-3, chiudendo poi il secondo set sul 6-4 e il match in poco più di un’ora.
Le parole dei protagonisti
Queste le parole di Sinner dopo il trionfo di Riad: “Vorrei giocare sempre come faccio qui. C’è bisogno di Carlos e altri giocatori per continuare a migliorare, soprattutto lui. Questa stagione ho perso con lui; è un piacere giocarci ma voglio sempre migliorare. È bello avere una rivalità ma ancora più importante l’amicizia che c’è tra di noi. Non ho i giochi di prestigio che ha Carlos, devo impararli. Comunque – scherza Sinner – Non lo raggiungerò sui campi di golf“. “E io non scierò con lui”, gli fa eco Alcaraz. “Quando Jannik gioca così è davvero incredibile. È difficile da affrontare. Quando serve così e risponde come fa lui, è difficile restare calmo. A volte sembra che stia giocando a ping-pong e non è divertente stare dall’altro lato della rete. Mi dà motivazione per tornare ad allenarmi ed essere migliore di lui. Qualche volta gli ho scritto per sapere come andava o per complimentarci. Non c’è soltanto la rivalità. Si può essere amici anche fuori dal campo. Noi l’abbiamo fatto vedere. Parliamo tanto”.
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