Di Lapo De Carlo
25 Settembre 2020
A furia di parlare di calciomercato, con un pubblico che ancora non potrà andare a San Siro, tranne un migliaio di fortunati, più altre vicende, non si parla abbastanza di Inter-Fiorentina e di un impegno contro una squadra che ha fatto grandi progressi in sede di calciomercato. L’Inter è ancora un cantiere, Vidal è appena arrivato e ha iniziato più tardi la preparazione, mentre la Viola arriva a Milano dopo una vittoria meritata contro il Torino.
La vera novità nella formazione di sabato sera sarà l’esordio di Hakimi, per il resto vedremo una squadra molto simile a quella che ha terminato (bene) la scorsa stagione, ovvero solo un mese fa.
Ho parlato di cantiere perché quando si assiste ad una campagna acquisti robusta, tanto in entrata quanto in uscita, con scelte tanto nette e un orizzonte temporale limitato, senza il budget pronto all’uso ma ricavato dalle cessioni e l’abbassamento del monte ingaggi, ecco, quando accade tutto questo in un mese, non si riesce a costruire un’opinione precisa.
I tifosi dell’Inter stanno assistendo ad un mercato, figlio dell’incontro di Villa Bellini, dettato parola per parola da Antonio Conte ad una dirigenza che corre contro il tempo, nel tentativo di cedere e non prestare i suoi giocatori, ringraziando per i servizi ma insistendo per la celerità dell’addio, come ha dimostrato la dichiarazione di Federico Pastorello, agente di Candreva: “È stato un po’ brusco il modo in cui gli è stato comunicato che doveva lasciare l’Inter”.
Marotta e Ausilio infatti non hanno tempo e, dopo Icardi, Borja Valero e la restituzione di Biraghi e Moses, hanno ceduto anche Godin.
Ranocchia sembra sul punto di andare al Genoa: dopo l’incontro di ieri tra gli agenti del giocatore e i vertici del Genoa, dove “Frog” ha già giocato mostrando il meglio del suo repertorio, le parti sono più vicine. Joao Mario è in attesa di sistemazione, così come Dalbert, e intanto il Tottenham si è fatto avanti per Skriniar, ma la cifra richiesta dalla dirigenza nerazzurra è molto alta e gli Spurs hanno poco tempo per riflettere.
Il paradosso è che la miglior difesa del campionato possa essere smontata, per scelte tecniche, miste a quelle del bilancio. L’anno scorso, nonostante le difficoltà di Godin e Skriniar nel modulo a tre, il reparto, completato da De Vrij, Bastoni, D’Ambrosio e lo stesso Ranocchia, ha subito solo 36 reti ed è risultato di gran lunga il più affidabile del campionato.
La volontà del tecnico sembrerebbe quella di lanciare un altro giovane come Pirola e puntare su un acquisto come Milenkovic, Smalling, Darmian o Rudiger, i quali sono profili diversissimi tra loro.
C’è una logica naturalmente, ma è comunque una scelta rischiosa, anche se l’arrivo di Kolarov garantisce esperienza.
Sembra comunque evidente che oggi è la rosa dell’Inter a sembrare più affidabile. L’undici titolare è competitivo, ma è proprio l’intero organico a garantire una scelta maggiore.
Finalmente l’allenatore dell’Inter non si girerà verso la panchina pensando (e poi dichiarando) di non avere soluzioni. Oltre a Skriniar c’è da verificare anche il destino di Nainggolan e Brozovic, non esattamente dettagli.
Intanto sullo sfondo si è sussurrato il nome di Kantè ma sembra davvero poco praticabile, in così poco tempo, chiudere un affare dalle proporzioni tanto grandi, senza aver ancora formulato un’offerta al Chelsea. L’Inter resta comunque con Hakimi, Vidal, Kolarov, Pinamonti, il ritorno di Perisic (e Nainggolan?) più forte e robusta, senza contare che Sensi e Sanchez sono come due nuovi acquisti, considerando che soprattutto il primo ha saltato l’intera stagione scorsa. No, Conte questa volta non potrà battere i pugni sul tavolo.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.