Di Alfredo Pedullà
24 Marzo 2020
Non abbiamo bisogno di Massimo Cellino, ci dispiace che gli abbiano messo un microfono sotto il naso. Non parlava da mesi, ne ha approfittato ora – chissà perché – per dire che il campionato andrebbe annullato. Certo, dicono, non lo ha fatto perché il Brescia è ultimo in classifica, ma allora perché? Ci dispiace abbiano acceso il suo microfono, che andrebbe tenuto spento, in questo momento degno di polemiche solo costruttive e di molte preghiere. Dovrebbe saperlo anche Damiano Tommasi che parla ogni giorno, prima e dopo i pasti, addirittura di possibili scenari, quando non sono cose di sua competenza. Ricordiamo che Tommasi è stato lo stesso che ha chiesto di sospendere il campionato attraverso un tweet nella notte tra un sabato e una domenica, piuttosto che organizzare un tavolo di lavoro vero, ufficiale, non via social. Auspichiamo che presto l’Aic abbia un presidente vero, autorevole, concreto, dalle battaglie vinte e non quasi tutte perse, degno almeno al cinquanta per cento di quel mostro sacro che è stato per decenni l’avvocato Sergio Campana. Nostalgia.
Tra i tanti aspetti da segnalare, in questi giorni di obbligato stop, la questione dei contratti in scadenza. Non sappiamo quando riprenderemo a fare mercato, com’è giusto che sia, ma la macchina si è fermata nei mesi strategicamente più importanti per chi ha un contratto che scade a giugno e che non è stato rinnovato. Come sapete, da febbraio si può negoziare ufficialmente e annunciare un’intesa a partire dalla stagione successiva. E fino a pochi giorni fa era possibile assicurarsi l’attaccante tizio in scadenza con il club X dietro il pagamento di un minimo indennizzo: solitamente, a meno di clamorose necessità o di condizioni particolarmente favorevoli, si rinviava il tutto alla stagione successiva, senza esborsi per il cartellino. Questo stop creerà scompensi. C’è chi come Dries Mertens aveva raggiunto un’intesa fino al 2022 e mancherebbe solo la firma per celebrare un nuovo matrimonio con il Napoli. Condizione oggi diversa per Callejon che non ha avuto proposte soddisfacenti e potrebbe decidere di andar via. Chiellini con la Juve non ha bisogno di una trattativa per firmare, basta soltanto fissare un appuntamento per il nero su bianco. Ci chiedono di Ibrahimovic ma questa è una storia diversa: può firmare anche il 29 maggio, oppure il 7 giugno, il problema è un altro. Ovvero che le ultime vicende gli hanno fatto credere che i suoi amici, quelli che hanno convinto una proprietà diffidente a riportarlo in rossonero, hanno tagliato la corda oppure stanno per farlo. Boban non c’è più, sarebbe sorprendente se Maldini restasse in presenza dell’intoccabile Gazidis, dopo quanto dichiarato nelle scorse settimane. E a quel punto, ma è giusto aspettare, il ritorno al Milan di Ibra si potrebbe limitare a soli sei mesi, una roba talmente irrisoria che sarebbe poi inevitabile chiedersi “ne è valsa la pena?”. Ecco perché sarebbe cosa buona e giusta trovare una soluzione che possa soddisfare tutti.
Di solito a marzo venivano annunciati accordi con big e meno big in scadenza, adesso è possibile che in qualche caso se ne parli addirittura a luglio, quando il contratto sarà scaduto. Chi ha un impegno fino al 2021, senza troppo entusiasmo (mai svelato) nei confronti dell’attuale progetto, vedrà scivolare questi giorni senza un incontro che possa permettere un chiarimento definitivo. È il caso di Gigio Donnarumma che ha già rifiutato un ritocco sull’ingaggio per un totale da sette milioni a stagione, chiara volontà di andar via (occhio sempre alla Juve, malgrado il rinnovo di Szczesny). Tutta musica per le orecchie di Mino Raiola che in queste occasioni diventa pressoché insuperabile.
Il mercato è fatto per sognare: un anno fa di questi tempi erano già partite – magari sottotraccia – le manovre per un’estate indimenticabile, fatta di colpi e di sorprese, sulla scia di quella precedente che aveva portato un certo Cristiano Ronaldo a lasciare il Real per dire sì alla proposta della Juve. I sogni appartengono a tutti noi, se sono di calciomercato stuzzicano la fantasia e spesso ti ritrovi dentro casa situazioni inimmaginabili, il campione che avevi invocato e che all’improvviso indossa la maglia della tua squadra del cuore. La macchina del calciomercato è ferma, eppure solitamente di questi tempi azzerava le ansie di chi aveva un contratto in scadenza, era uno dei tuoi beniamini e riempivi la bacheca di post o di domande per conoscere il suo futuro. Certo, abbiamo bisogno di ripristinare le trattative che riempivano le nostre notti e quelle dei tifosi di ogni club. Ma adesso abbiamo l’urgente necessità di pregare, siamo dentro gli incubi e sogniamo – stavolta sì – di uscirne presto, molto presto.
Giornalista e opinionista sportivo, grande esperto di calciomercato in Italia. "È un privilegio quando passione e lavoro coincidono".