Di Gabriele Borzillo
23 Novembre 2020
Alzi la mano, ma seriamente, chi, dopo otto giornate otto, non due, non tre, avrebbe pronosticato la strana coppia Milan/Sassuolo a giocarsi la leadership del campionato. Certo, guardando bene, la classifica è cortissima e tutte le cosiddette big, vere o presunte, sono nel gruppone all’inseguimento delle prime due. L’impressione, però, è che non ci troviamo di fronte al classico fuoco di paglia: De Zerbi propone un calcio ritmato, fatto alternando corsa al possesso palla, sfruttando ripartenze e debolezze altrui, indice di una capacità non comune di leggere e interpretare le partite. La quaestio è se reggeranno i neroverdi, alla lunga, complici quegli intoppi che durante una stagione capitano a tutte le squadre: la risposta è vedremo, per adesso il Sassuolo sembra divertirsi e, di conseguenza, divertire gli amanti del bel calcio.
Il Milan appare diverso dagli emiliani: concreto, volitivo, fisicamente dominante in questo momento, capace di sfruttare al massimo quel che l’avversario concede. Non saranno spettacolari da vedere i rossoneri, ma Pioli è perfettamente conscio del materiale umano a disposizione e sistema i suoi ragazzi come tanti soldatini sul campo di battaglia, restando comunque fedele alle caratteristiche di ognuno. Perché la capacità di un bravo allenatore, a volte, è quella di saper rinunciare al dover stupire in funzione di un classico “mettiamo fieno in cascina”. I rossoneri hanno costruito un asse portante sulla dorsale Donnarumma-Kjaer-Kessie-Ibra, affiancati da compagni mai fuori ruolo, consapevoli di ciò che devono fare e di come farlo. Ecco, l’idea è che chiunque voglia andare a vincere questo campionato dovrà vedersela col Milan, molto più reale e tangibile delle chiacchiere estive.
Di rincorsa la Roma, nonostante le traversie societarie trascorse: Fonseca si sta dimostrando, anche se personalmente non ho mai pensato in maniera diversa, un ottimo allenatore. I giallorossi girano a mille, si trovano in campo a occhi chiusi o quasi, possono contare su spensieratezza e una buona dose di maturità agonistica, viaggiano privi di pressioni e tutto ciò si riverbera, positivamente, sul terreno di gioco. Ma anche la Lazio sta cominciando a ingranare: su un campo impraticabile – del resto impossibile pensare di rinviare la partita, una data libera non si trova manco a pagarla a caro prezzo in questa stagione tutta di corsa- regola il Crotone e torna ad agganciare la coda del gruppone di cui sopra, affiancando Napoli e Atalanta. I partenopei perdono l’ennesimo treno per il vertice della classifica e, dopo il Sassuolo, riescono a farsi piegare anche dal Milan. I bergamaschi non sanno più vincere, forse prigionieri di una sindrome da modulo monotematico che sta iniziando a scricchiolare. Un po’ la stessa sindrome dell’Inter di Antonio Conte: gioco sempre uguale, poche idee e ripetitive, interpreti ligi a recitare il medesimo copione senza mai un guizzo di inventiva. Il Toro, sebbene in emergenza relativa, domina al Meazza per una sessantina di minuti: segna, sbaglia un paio di facili occasioni, raddoppia poi, improvvisamente i nerazzurri, ormai liberi da qualunque fardello mentale – peggio di zero a due in casa cosa vuoi fare – iniziano a macinare gioco. Cambi azzeccati senza aspettare il minuto 80, disposizione diversa in campo e l’Inter segna 4 gol in 25 minuti: se non è un record poco ci manca.
Finalmente la Juventus di Pirlo trova il bandolo della matassa: Cristiano sale in cattedra, i compagni lo seguono, difesa attenta, centrocampo rigoroso, aggiustamenti vari ed eventuali consentono ai bianconeri di battere agevolmente un Cagliari davvero poco incisivo.
Molto male le genovesi: la Samp torna a balbettare e, dopo essere andata in vantaggio a inizio partita, subisce il ritorno bolognese con sorpasso allegato. Il Genoa perde a Udine il primo di quelli che si devono cominciare a considerare scontri salvezza: farsi intruppare sul fondo della classifica ora equivale a vivere una stagione intera con il continuo bisogno di fare punti, perdendo serenità e quella giusta dose di spensieratezza di cui parlavano precedentemente che nel calcio spesso vanno a braccetto.
Il prossimo turno ci regala un Sassuolo-Inter tutto da vivere coi nerazzurri reduci dallo scontro fondamentale di mercoledì sera in Champions e il derby del Sud, Napoli-Roma, che potrà iniziare a raccontarci il destino futuro di giallorossi e partenopei.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.