Di Francesca Brienza
Aggiornato: 25 Ottobre 2020
Sarò franca, degli Young Boys conoscevo poco o nulla prima di apprendere che sarebbero stati gli avversari della Roma nella prima giornata di Europa League. Sapevo solo, grazie a dei parenti svizzeri, che hanno sede a Berna. Per sopperire a tali lacune, mi sono messa davanti al PC alla ricerca di informazioni e mi sono così imbattuta in alcune interessanti statistiche sul n° 27 della compagine giallonera: il camerunense Jean-Pierre Nsame, autore del (discutibilissimo) rigore con cui, dopo soli sette minuti dall’inizio del match contro la Roma, la formazione di casa si è portata in vantaggio. E sì che mentre al computer leggevo della prolificità del bomber africano (41 reti complessive, nella scorsa stagione, tra campionato e coppe), formulavo tra me e me pensieri sinistri, del tipo: “Mmh, meglio fare attenzione a questo giocatore”. In un certo senso, dunque, sono stata profetica. Assai meno, mi tocca ammetterlo, lo sono stata sul canovaccio della partita, che di certo non mi sarei aspettata tanto critica per tutta la prima frazione di gioco.
Dopo il goal subito, infatti, la Roma si è dimostrata incapace di reagire e di portare insidie verso la porta difesa da Von Ballmoos. Le difficoltà si sono concentrate soprattutto a centrocampo, dove i giallorossi, costantemente in affanno, faticavano con i passaggi, con Cristante e Villar piuttosto svogliati, che annaspavano nella morsa della “cerniera” avversaria. Il turnover massiccio, e probabilmente esagerato (9/11), attuato da Fonseca, non si è rivelata quindi una scelta lungimirante: la manovra stentava a decollare e il gioco ne risentiva. Ma il dato non dovrebbe aver stupito più di tanto visto che in campo era scesa una formazione inedita e probabilmente scevra di automatismi, che dava più che altro l’idea di vedere in campo giocatori che si conoscessero appena. Decisamente meglio é andata la ripresa, in virtù delle sostituzioni operate dal mister. Vista la malaparata, infatti, Fonseca ha tirato fuori l’artiglieria pesante (Džeko, Spinazzola, Veretout, Mkhitaryan) e la Roma, come per incanto, ha ritrovato il bandolo della matassa, dapprima pareggiando con Bruno Pères, e poi portandosi in vantaggio con Kumbulla, che ha siglato così il suo primo goal in giallorosso. I romanisti, dopo 45 minuti di apnea, hanno potuto tornare a respirare. Una bella boccata d’ossigeno, certificata dai sorrisi sollevati dei giocatori intenti ad abbandonare il terreno di gioco: ed è questo il miglior viatico in vista dell’appuntamento in campionato contro il Milan di Pioli. La Roma si è imposta su un campo ostico, in una sfida assai meno agevole di come qualcuno l’aveva disegnata alla vigilia. Basti pensare che gli Young Boys non perdevano tra le mura amiche, in una gara ufficiale, dal 28 novembre 2019. Non solo. Nel dicembre 2018, nella fase a gironi di Champions League, dallo stadio Wankdorf uscì sconfitta nientepopodimeno che la Juventus di Allegri.
Adesso, però, testa al campionato. Sul fronte Milan, che ha giocato più tardi rispetto alla Roma (21:00), le cose sono andate diversamente. Contro il Celtic, i rossoneri dominano il primo tempo, chiuso in vantaggio di due reti, poi subiscono una timida reazione dei padroni di casa in concomitanza con l’uscita dal campo di Ibra e Kessie (con loro, superfluo dirlo, è tutta un’altra musica), che frutta il goal del momentaneo 1-2, ma archiviano la pratica nei minuti di recupero, imponendosi per 1-3 e allungando la crisi dei biancoverdi. Dal canto suo, la Roma può tirare un sospiro di sollievo (Mancini sarà in campo la sua era una “falsa positività al Covid-19), ma dovrà fare i conti con il probabile forfait di Smalling. Per Fonseca sarà inevitabile qualche aggiustamento in difesa.
Con queste premesse, in una classifica che vede i rossoneri capolisti a punteggio pieno dopo tanti anni di incertezze, lo scontro tra Milan e Roma torna ad essere di diritto un appuntamento da non perdere. Il risultato più frequente è appannaggio dei padroni di casa (1-0, registrato ben 11 volte). L’ultima sfida incrociata si è disputata il 28 giugno scorso, con il Milan che si imponeva per 2-0. Mentre l’ultima volta che i giallorossi hanno espugnato San Siro (0-2) risale all’epoca di Di Francesco, quasi tre anni or sono (1/10/2017): una vittoria nostalgica, posto che il goal della sicurezza porta la firma di Florenzi, ora in forza al PSG. Insomma, non c’è spazio per lasciare qualcosa al caso. La Roma, ad un solo punto dal quarto posto, dovrà affrontare il match con la massima concentrazione e con la necessaria dose di carica agonistica per provare a portare a casa la partita. Magari, stavolta, giocando al massimo per 90 minuti.
Conduttrice, giornalista televisiva e viaggiatrice. Di dichiarata fede romanista, da anni prendo parte a molti salotti televisivi che parlano di calcio per far valere anche le opinioni di chi é donna in un mondo apparentemente accessibile solo agli uomini. Vado dove mi porta il calcio e non solo.