Di Lapo De Carlo
5 Novembre 2021
Sono giorni che passano in fretta, settimane consumate tra elaborazioni e opinioni che si divorano in un amen, tra una sosta e l’altra, senza avere il tempo di elaborare un pensiero definito sull’Inter e su valori che si credevano definiti.
C’è una squadra che evolve, dei rinnovi da fare, uno stadio da costruire, una proprietà da conoscere o rivedere, dei traguardi da raggiungere e dei soldi da ottenere.
Il derby di domenica sta arrivando di corsa, non c’è nemmeno il tempo di aspettarlo, di sentirne la fragranza, temerlo o guardarlo con orgoglio. Arriverà tra poche ore e lo mangeremo in fretta perché i giocatori saranno di nuovo masticati da partenze notturne per più destinazioni.
Il fatto è che stiamo tutti tentando di comprendere quanto sia forte l’Inter e quanto davvero sia in corsa per vincere qualcosa.
La squadra gioca meglio, Inzaghi sembra avere più chiavi in mano e più comprensione di ciò che chiede ai suoi giocatori.
La vittoria in casa dello Sheriff è stata talmente netta e dominante da aver rimesso in gioco la carta dell’ottimismo e sviluppato una nuova visione di quello che può riservare la stagione.
Segnano in tanti (ben 12 giocatori in modi del tutto differenti) e la panchina, che all’inizio sembrava distante nel rendimento dai titolari, è diventata molto più che affidabile.
Se gioca Ranocchia il livello resta alto, se entra Sanchez nell’ultimo quarto d’ora appare comunque in grado di essere pericoloso e poter segnare, come avvenuto a Tiraspol.
Se gioca Dimarco si ha la sensazione che sia più un titolare ed emerge come un numero di giocatori si sovrappongano l’uno all’altro senza mai dare la percezione di chi è il più titolato.
Gli unici due insostituibili restano Barella e Brozovic. Per il primo è arrivato il rinnovo e con Lautaro andrà a caratterizzare, se tutto va bene, il futuro dell’Inter. Per il secondo invece ci sono grossi problemi. Il croato è in stato di grazia ma il padre procuratore pretende un rinnovo a 7,5 milioni e banalmente il club non li ha. L’idea netta è che sia arrivata un’offerta, forse anche più di una, che permette al centrocampista di avere un potere contrattuale che sta costringendo la dirigenza a cercare un’alternativa per giugno.
Ausilio è sembrato possibilista perché ha parlato di un’offerta già formulata che però non si avvicina a quanto chiesto e dipende anche dall’eventuale qualificazione agli ottavi di Champions. Si tratta anche di non dare l’idea di essere un club disposto a fare sacrifici pur di tenere un giocatore, semplicemente per non comunicare al resto della squadra che con un po’ di insistenza è possibile ottenere qualcosa di più, ma non è nemmeno possibile competere ad alti livelli se ogni anno si rinuncia a uno o più giocatori importanti, perché arriva il Paris Saint-Germain o la squadra inglese di turno a offrire il doppio.
La sostenibilità è importante ma non si può andare avanti in questo modo se in Italia ognuno gioca per sé.
Ci vorrebbe una Serie A molto più pratica e risoluta e una Lega Calcio molto meno litigiosa, capace di generare profitti per tutti. Così non è.
Il nuovo stadio, dopo decenni di minuetti insopportabili, è finalmente pronto a nascere, come confermato dal sindaco. Da quel momento si può innescare un circolo virtuoso ma intanto bisogna trovare nuove idee e contare anche sul legame con i giocatori più rappresentativi. Giusto che Brozovic pretenda di più ma da lui ci si aspetta un atteggiamento diverso rispetto a Lukaku.
Tornando al campo, per domenica sera ci sono un paio di dubbi di formazione. Vidal confermato al posto di Calhanoglu è più di una tentazione dopo la splendida partita di mercoledì ma due partite tanto intense a pochi giorni non è detto riesca a ripeterle. Sugli esterni dovrebbero giocare Perisic e Darmian, ma c’è anche Dimarco in ballo. In avanti Dzeko è parso stanco in coppa ma dovrebbe giocare. La squadra, per tornare da Tiraspol, ha impiegato molto più del previsto, hanno potuto dormire solo la mattina di giovedì e perso una mattina preziosa per prepararsi al derby. Il Milan, a prescindere dalla Champions, è in uno stato di forma impressionante, non perde punti con nessuno e corre tanto. Serve una partita giudiziosa e agonisticamente di alto livello. Serve essere l’Inter di queste ultime due partite.
Il resto verrà da sé.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.