Di Gabriele Borzillo
21 Ottobre 2019
Giornata otto, il campionato inizia a svilupparsi in maniera sempre più definita. Per carità, siamo ancora all’inizio e navighiamo a vista, ma la sensazione è che ci sia la solita Juventus a far da lepre e le altre a inseguire. Solo che, contrariamente agli anni precedenti, questa stagione ci sta raccontando di un’Inter decisa – almeno sembra – a non mollare la presa, con Atalanta e Napoli un gradino sopra le altre.
Proprio i bergamaschi hanno letteralmente gettato al vento tre punti pesantissimi all’Olimpico facendosi rimontare dalla Lazio in una partita dominata per larghi tratti e, perché no, decisa da fischi quanto meno rivedibili, e capitomboli in area ma, stavolta, nessun ammonito per simulazione. La rabbia post partita di Gasperini ha senso di esistere, eccome. D’altro canto, però, se vinci di tre a venti minuti dalla fine non puoi gettare al vento il capitale, pur con l’attenuante di arbitri in giornata storta.
Ancelotti vince, con lui vince il Napoli, vince Milik, vince Insigne e tutti vissero felici e contenti. Così come, dando uno sguardo alle interviste di domenica e alle immagini, non troppo felici e contenti devono essere rimasti calciatori e dirigenti del Bologna; la Juventus piega i felsinei, viva la Juventus, per l’ennesima volta con grande fatica. Quasi come se i bianconeri, consci del fatto di poter vincere la maggior parte delle gare col minimo sforzo, scegliessero le partite dove spendere tutte le energie psico-fisiche.
Così è accaduto nei primi sessanta minuti contro il Napoli, dominato, così nel secondo tempo di Madrid, di altissimo livello nonostante il pareggio finale, così l’allenamento col Bayer Leverkusen, così con l’Inter nel confronto diretto. Possiamo parlare di quel che volete, sta di fatto che con squadre medie o medio piccole i bianconeri faticano più del dovuto, rischiando spesso oltre il lecito.
Oggi, 21 ottobre, la prima antagonista della Juventus è l’Inter di Antonio Conte, nonostante il ko casalingo di due settimane fa proprio contro gli attuali capoclassifica. L’Inter è credibile, sette vittorie in otto partite, ad un punto dalla vetta, con una rosa indubbiamente meno profonda e completa dei diretti avversari. A Reggio Emilia, contro una delle cosiddette “bestie nere”, perché nel calcio e nello sport in genere le bestie nere esistono e non sono frutto di semplici fantasie, gli uomini di Conte dominano in lungo e in largo, annichilendo i neroverdi di De Zerbi per una buona settantina di minuti.
L’accoppiata Lukaku-Lautaro sembra funzionare alla grande, i due si cercano e si trovano, segnano, si divertono, danno spettacolo. Poi, al minuto 72, sopra quattro a uno, il tecnico leccese decide di far respirare alcuni dei titolari che mercoledì si giocheranno buona parte della Champions nella sfida casalinga col Dortmund; e succede l’impensabile. Gol del due a quattro poi, a dieci dalla fine, tre a quattro su dormita colossale dell’intera squadra e ultimo quarto d’ora in totale apnea. Roba da mettersi le mani nei capelli. Comunque, alla fine, tre punti in saccoccia e l’inseguimento può continuare.
Pareggia la Roma con la Samp consentendo a Ranieri di portare a casa un pari che lascia respirare l’ambiente, vince il Cagliari confermando la solidità dei rossoblù isolani, candidati a lottare per un posto in Europa mentre cade il Toro in Friuli, consentendo a Tudor e compagnia di abbandonare momentaneamente la zona caldissima della classifica. Il Genoa non cade, se possibile fa peggio; alla fine paga Andreazzoli, nel calcio è più semplice sostituirne uno che cambiare tutta la squadra, letteralmente decimata dagli infortuni, va ricordato. Ma, raccontano le cronache, la squadra sarebbe con il tecnico; vedremo Preziosi cosa sceglierà di fare.
Balbetta il nuovo Milan (ora) di Pioli. Gioca per la prima mezz’ora ad alti livelli, colpisce, potrebbe e dovrebbe chiudere l’incontro considerando le occasioni sprecate; dopodiché, nella ripresa, complici alcuni cambi che magari Pioli cercherà di spiegare ma, visti da fuori, sembrano del tutto inspiegabili, viene raggiunto.
Altro scatto in avanti a meno di dieci dal termine col redivivo Piatek, ma pareggio meritato dei salentini in pieno recupero. Certo, qualche timido passo avanti si è notato, ma siamo lontani anni luce da una squadra in grado di lottare per un posto Champions. Sfida ai limiti dell’impossibile per Pioli, siamo curiosi e attendiamo sviluppi positivi in un immediato futuro, soprattutto per i tifosi rossoneri.
Il tutto aspettando Brescia-Fiorentina di stasera.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.