Di Gabriele Borzillo
8 Marzo 2021
Per una volta iniziamo da ciò che deve ancora essere: Inter-Atalanta di questa sera. Perché la sfida tra nerazzurri milanesi e neroblù bergamaschi, le colorazioni sono differenti e importanti, può raccontare moltissimo sulla storia del campionato che verrà. Da una parte Antonio Conte, meno oltranzista e tatticamente intransigente di quello sbarcato nella Milano interista un anno e mezzo fa, dall’altra Gian Piero Gasperini, l’uomo del miracolo orobico, mai del tutto convinto di essere stato trattato nella maniera corretta dalla società attualmente in mano al gruppo Suning.
Dovesse scavalcare l’ostacolo indenne, per il tecnico leccese la strada potrebbe mostrarsi non in discesa ma, quantomeno, meno tortuosa. In caso contrario, visti i risultati maturati sui campi di gioco durante questo fine settimana, l’Inter si trasformerebbe nella volpe a cui viene data la caccia e il discorso scudetto si riaprirebbe con la partecipazione di un nutrito gruppetto di inseguitori. Primo fra tutti il Milan, vittorioso a Verona ben oltre il risultato finale. Alla partita perfetta dei rossoneri ha fatto riscontro una delle peggiori prestazioni dell’Hellas targato Juric: gialloblù irriconoscibili, indolenti, senza corsa né grinta, in campo più per onor di firma che per i tre punti. Davvero brutta la gara degli scaligeri, mai pericolosi e poco inclini, per usare un eufemismo, al sacrificio. Pioli, al contrario, ha saputo trasmettere ai suoi motivazioni e volontà sicché il Diavolo è tornato a graffiare, lontanissimo parente della squadra malmessa vista nel turno infrasettimanale a Milano contro l’Udinese.
Stesso discorso vale per la Juventus, con Cristiano Ronaldo in panchina. Parte bene, benissimo la Lazio. Sfiora il gol, lo trova con il gioiellino Correa e pensi ecco, adesso raddoppiano e chiudono la pratica, invece… Invece, senza un motivo apparente, i biancazzurri romani smettono improvvisamente di giocare al calcio. Una nemesi inspiegabile, dopo venticinque minuti di totale controllo. Così la Juventus, rinfrancata, ha iniziato a rialzare la testa. Poco per volta, passo dopo passo, senza strafare. È arrivato il pareggio e, in un secondo tempo senza storia, il sorpasso.
La Lazio, a questo punto, pare tagliata fuori dalla corsa Champions e, se non invertirà rotta, inizia a diventare complicato perfino un discorso in chiave Europa, meno importante ma pur sempre Europa. Perché oggi i ragazzi di Simone Inzaghi sarebbero tagliati fuori da tutto a favore di un Napoli quanto mai discontinuo ma, attualmente, a quota 47 con una partita da recuperare, così come la Lazio a dir la verità.
La Roma giallorossa, al contrario, gongola. Tre punti d’oro, conquistati con sacrifico e umiltà nonostante le numerose assenze. Fonseca e i suoi, dopo la partitaccia col Milan, hanno vinto a Firenze e domato un Genoa volitivo che, proprio per il fatto di non aver nulla da chiedere al campionato, scende in campo ogni volta per divertirsi e divertire, senza pressioni e ansie reali o immaginarie: però attenzione, il Cagliari è in palese risalita, il Toro deve recuperare due partite e a 27 punti, oggi, non si è del tutto tranquilli.
La quota serenità a prescindere sono i 32 di Samp e Udinese: blucerchiati raggiunti al minuto 96 da Nainggolan, pareggio pesantissimo per i rossoblù sardi, friulani che piegano il Sassuolo, fine del miracolo emiliano si può cominciare a dirlo senza timore di smentita mentre Gotti assomiglia sempre più a un tecnico interessante e capace di proporre una bella idea di calcio.
In zona salvezza il Crotone targato Serse Cosmi ritrova il successo battendo proprio quel Torino che, attualmente, siede sulla scomoda ultima poltrona utile alla retrocessione. I granata perdono partita e nervi, anche se sulla direzione di gara del signor Guida ci sarebbe da discutere, assai. Sempre parlando di zona pericolosa pareggio, per la serie non facciamoci del male, tra Spezia e Benevento, coi sanniti ancora una volta capaci di farsi recuperare il vantaggio iniziale e punto incredibile raccolto dalla Viola dopo che il Parma nuovo corso era passato in vantaggio al minuto novanta. Insomma, attenzione, perché in coda nessuno ha alzato bandiera bianca e tutte venderanno carissima la pelle da qui alla fine.
È un campionato thriller, di quelli da fiato sul collo, in testa come in coda.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.