Di Gabriele Borzillo
21 Marzo 2022
Ormai ci stiamo avvicinando a grandi passi verso la volatona finale che comincerà dal prossimo turno. Dobbiamo attendere l’ennesima sosta della Nazionale, impegnata nella rincorsa alla qualificazione mondiale letteralmente buttata via con un doppio pareggio sconfortante condito da due rigori sbagliati nel momento peggiore.
La classifica parla chiaro, recupero di Bologna-Inter a parte: chi sta meglio, senza nascondersi stile elefante dietro un filo d’erba, è il Milan. E non solo per il primato, a questo punto del campionato è tanta roba una partita di vantaggio su chi insegue: i rossoneri vivono un periodo magico, tre uno a zero di fila certificano quanto scritto e, oltre a questo, anche gli dei del calcio sembrano scortare i ragazzi di Pioli. Traversa del Cagliari al minuto novanta ma non solo, il Milan ha trovato un grande portiere che, nei momenti critici, diventa baluardo quasi insormontabile per gli avversari. Resta da capire il calendario della truppa Pioli: insieme al Napoli deve affrontare ancora qualche insidia di troppo rispetto a chi insegue, nella fattispecie Inter e Juventus che si scontreranno, vero, alla ripresa del torneo ma, successivamente, non sembrerebbero trovare troppi ostacoli sul loro cammino. Anche se, oddio, la situazione potrebbe sorridere soltanto ai bianconeri visto il momento non positivo, eufemismo, della truppa interista. Ma andiamo per gradi.
Napoli da battaglia, trascinato ancora una volta da Osimhen. Gli azzurri tremano, recuperano giocando alla grande poi soffrono il finale arrembante dell’Udinese coi friulani ridotti in dieci ma capaci di sfiorare l’impresa negli ultimissimi minuti. Però, da un punto di vista squisitamente fisico, i ragazzi di Spalletti corrono a perdifiato. Stanno bene e non fanno nulla per nasconderlo. Attualmente, per dirla tutta, sono gli antagonisti più credibili alla corsa sfrenata del Milan. Perché l’Inter, parliamoci chiaro, non è più capace di vincere. Sette punti in sette partite sono media da retrocessione o quasi. La squadra appare svuotata, però, per assurdo, quando deve spingere trova energie del tutto inattese, segno che il discorso del fisicamente cotti non regge. Il gioco è involuto, gli avversari affrontano i nerazzurri con pressing e corsa mettendo la squadra di Inzaghi in enormi difficoltà dalle quali diventa difficile uscire. Il play basso col gioco appoggiato sugli esterni ha fatto il suo tempo, bisognerebbe cambiare qualcosa ma il tecnico piacentino non sembra averne né la voglia né, tanto meno, la volontà. Così l’Inter si presenta a Torino nella peggior situazione possibile, andando ad affrontare una Juventus che continua a vincere, ormai ha fiutato l’odore della preda come uno squalo e, complice l’eliminazione dalla Champions, darà il mille per cento cercando di sorpassare i nerazzurri. Intanto, zitto zitto, Mourinho asfalta letteralmente la Lazio nel derby della capitale e affianca l’Atalanta al quinto posto, con gli orobici ancora indietro di una partita. La sensazione è di una Roma in crescita e, se la prossima campagna acquisti dovesse andare nella direzione chiesta dal tecnico, i giallorossi potrebbero rientrare la prossima stagione nel lotto delle pretendenti all’alta classifica con vista sul tricolore. Malissimo, invece, la Lazio, ormai con la Fiorentina a ridosso.
In fondo alla classifica vince il Genoa contro un Torino lontano migliaia di anni luce da quello visto negli ultimi turni e, soprattutto, vince la Samp lo scontro diretto col Venezia, ormai seriamente a rischio. Così, con la sconfitta del Cagliari, sembrano rimaste in tre a lottare per un posto solo: al rientro Spezia-Venezia e Udinese-Cagliari ci racconteranno moltissimo in una corsa salvezza piena di colpi di scena. E non è finita qui.
Alla prossima.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.