Di Gabriele Borzillo
Aggiornato: 23 Settembre 2019
Sinisa Mihajlovic in panchina, un Dall’Ara ribollente di tifo, lacrime, sorrisi ed entusiasmo; così il Bologna vince al minuto 93 grazie a Soriano, copione degno del miglior Hitchcock, contro una Spal che non ti aspetti, costretta a subire le folate offensive felsinee e macchinosa oltre il lecito; Semplici dovrà rivedere qualcosa, lo zero nella casella punti fatti pesa già come un macigno, considerando le due vittorie con cui i biancazzurri estensi avevano aperto la passata stagione.
Vince il Milan, senza convincere. I rossoneri partono e finiscono bene; sì, insomma, giocano i primi e gli ultimi dieci minuti, ballando nei restanti settanta contro un Brescia sprecone e balbettante in fase offensiva, ripassare quando Balotelli sarà in grado di scendere in campo ad alimentare l’asfittico attacco delle rondinelle. Per gli uomini di Giampaolo, e per lo stesso tecnico rossonero, erano importanti i tre punti, evitando ulteriori polemiche dopo la pessima prestazione di Udine. Servirà comunque ben altro per riuscire a restare ancorati alle zone nobili della classifica.
Altro spettacolo quello andato in scena tra Juventus e Napoli, match clou di giornata caratterizzato da una valanga di gol. Bello se volete, anche divertente; ma c’è un problema, nemmeno di poco conto. Le difese vanno registrate, da una parte e dall’altra. I bianconeri, perso Chiellini (auguri di prontissima guarigione), hanno mostrato preoccupanti cali di attenzione soprattutto da parte di De Ligt, che deve ancora inserirsi nei meccanismi del calcio italiano. Ma se Sarri non ride, Ancelotti piange; sette gol subiti in due partite, movimenti della retroguardia mal sincronizzati – sembra che ciascuno vada per fatti propri senza prestare attenzione al compagno di reparto – insicurezze palesi alle quali il tecnico emiliano deve mettere mano nel più breve tempo possibile. Poi poco importa se perdi per un’autorete disgraziata ad un minuto dal termine, dopo una rimonta spettacolare. I problemi restano e vanno risolti.
Il derby della capitale termina con un salomonico pareggio. Vantaggio di Kolarov su calcio di rigore, il tocco di mano c’è sebbene Dzeko e Milinkovic siano ad un metro l’uno dall’altro ma il braccio del laziale è aperto e Guida fischia correttamente, pareggio di Luis Alberto che Immobile mette davanti alla porta spalancata. È stato il festival dei pali, alla fine saranno sei in tutto, e forse, ai punti, Inzaghi avrebbe meritato qualcosa più di Fonseca.
Nello spezzatino domenicale l’Inter scende in campo alle 20.45, ospite del Cagliari, reduce da una sconfitta immeritata, frutto di quella regola assurda sul fallo di mano che dovrà necessariamente essere riveduta e corretta. Giocano male gli uomini di Conte, mostrando un evidente passo indietro rispetto al turno precedente. Certo, il Cagliari non è il Lecce – ancora una sconfitta per i giallorossi, stavolta tra le mura amiche, contro il Verona, in una serata senza particolare fortuna – ma Handanovic e compagni sono apparsi legati, imballati, statici e senza un minimo di fantasia. L’Inter ha vinto perché è tecnicamente più forte del Cagliari e perché Sensi ha deciso di giocare mezz’ora di calcio ad alto livello, spaccando in due la partita. Ma la strada è lunga e Conte ha tanto da fare.
Così come ha tanto, facciamo tantissimo che è meglio, da fare Eusebio Di Francesco. Dopo i tre ceffoni casalinghi rimediati alla prima giornata i blucerchiati ne prendono addirittura quattro a Reggio Emilia dal Sassuolo, con tripletta nero verde di Domenico Berardi, bentornato ai livelli che conoscevamo e che sembravano essere finiti nel dimenticatoio. Scivolone pesante, tanto quanto quello di Montella con la sua Fiorentina; i viola giocano un primo tempo orribile, surclassati dal Genoa, si svegliano troppo tardi, rischiano persino di pareggiare ma sarebbe stato chiedere troppo alla dea Eupalla.
Ottimo Torino al contrario, reduce dall’eliminazione in Europa League; sbanca il campo (neutro di Parma) dell’Atalanta che va sotto, rimonta ma si fa a sua volta raggiungere e sorpassare in una partita entusiasmante, ricca di colpi di scena e con Sirigu eroe di serata. Chiudiamo con il Parma; in svantaggio ad Udine, ribalta la gara ed infligge ai bianconeri friulani una lezione di calcio. Ah, piccola nota, dal mio punto di vista positiva; si è segnato ovunque, soprattutto nelle sfide più importanti. Bel segnale per il calcio italiano, bisognoso di gol e spettacolo.
Alla prossima.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.