Di Gabriele Borzillo
16 Dicembre 2019
Oggi iniziamo raccontando una bella storia di calcio: quella del Brescia che, col ritorno di Corini – senza un senso logico la sua cacciata, è costata alle rondinelle un mese di nulla assoluto – ha ricominciato a giocare al calcio, offrendo finalmente alla sua tifoseria qualcosa per cui gioire. Cellino, speriamo abbia capito la lezione e lo vedremo nel seguito di questa stagione, ha optato non per la scelta migliore dando il benservito a Grosso, piuttosto per l’unica possibile. Sicché oggi Balotelli e compagni corrono felici verso la loro curva, quando soltanto un paio di settimane orsono stavamo parlando di uno scenario completamente opposto. Ecco, come sottolineavamo all’inizio, il bello del pallone.
Tralasciando l’angolo deamicisiano e tornando coi piedi ben piantati al suolo raccontiamo un’altra storia poco comprensibile ai più; l’allontanamento di Carlo Ancelotti da Napoli. Che, alla fine della fiera, non ha portato quella specie di scossa nell’ambiente attesa dal presidente, dai tifosi, da chiunque. La realtà dice altro; Rino Gattuso si è scelto una gran brutta gatta da pelare.
La sconfitta casalinga col Parma, al di là della sfortuna che sembra perseguitare gli azzurri, occasioni buttate, palloni regalati, deconcentrazione durante la gara spesso e volentieri, sancisce più di ogni altra cosa un fatto assodato da cui Ringhio dovrà ripartire; il ciclo napoletano sembra essere ormai al capolinea, forse c’è da rifondare, certamente avere più di qualche giocatore col contratto in scadenza – soprattutto se questo più di un giocatore rappresenta buona parte di chi ha consentito ai partenopei di poter competere con la Juventus negli ultimi anni – non appartiene alla buona politica aziendale nel mondo del calcio. Vedremo.
Così come siamo curiosi di vedere cosa ci racconterà il prosieguo del torneo per le due genovesi. La Samp ha vinto un derby oggettivamente brutto, giocato da entrambe col freno a mano tirato e deciso a cinque minuti dal termine da Gabbiadini. Per Ranieri e la sua truppa certamente un’iniezione di fiducia, per Thiago Motta e la Genova rossoblù una mazzata difficile da digerire, soprattutto se pensiamo che la prossima giornata li vedrà di scena al Meazza contro l’Inter di Antonio Conte.
Se mezza Genova piange e l’altra metà spera, a Torino si respira un’aria totalmente opposta tra le due tifoserie. La Juventus non fatica nemmeno tanto per sbarazzarsi dell’Udinese, dove il nemmeno tanto è puro eufemismo, mentre il Toro riesce nell’impresa mirabolante di farsi recuperare tre reti di vantaggio nei venti minuti finali. Cristiano Ronaldo trascina i suoi in una partita francamente a senso unico, con i bianconeri friulani rimasti a casa per l’occasione, autori di un primo tempo tra i peggiori che la recente storia pallonara racconti per quel che riguarda la compagine del patron Pozzo.
Zero a zero con tante polemiche per il Milan di Pioli che spreca, gioca, si vede annullare un gol forse regolare forse no e non riesce a sfondare la difesa di un buon Sassuolo, soprattutto autore di un primo tempo di ottimo livello. La sensazione, vedendo i rossoneri, è che l’Ibra di turno potrebbe se non altro portare quella personalità in campo a tutt’oggi ancora poco conosciuta dalla rosa attuale.
Perde l’Atalanta e torna al successo il Bologna, che così riesce a levarsi da una zona piuttosto pericolosa nella quale rischiava di cadere dopo una serie di risultati non propriamente positivi. E, in zona ormai pericolosissima, si trova la Spal; che illude i suoi tifosi a Roma prima di subire la rimonta giallorossa e chiudere mestamente ben oltre il tre a uno finale.
In serata l’Inter si ferma a Firenze, come accade ormai da anni. Campo maledetto per i nerazzurri che segnano, si difendono con Handanovic sugli scudi per un paio di interventi su tiri dai venticinque metri, rischiano di raddoppiare in più di una circostanza, subiscono qualche fischio arbitrale che definire discutibile pare anche poco e, per chiudere una serata disgraziata, vengono raggiunti due minuti oltre il novantesimo in contropiede, con errore annesso non solo di Skriniar ma, per essere onesti, di tutta la squadra incredibilmente sbilanciata alla ricerca di non si capisce bene cosa.
Aggancio bianconero al vertice dunque, squadra falcidiata da infortuni e squalifiche in vista di un pericolosissimo testa coda con il Genoa.
Il tutto in attesa di Cagliari-Lazio, che promette bel gioco ed emozioni.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.