Ne restano cinque. Sono trascorsi centottanta minuti e, delle sette sorelle, due hanno già perso il passo. L’Atalanta non aveva convinto nemmeno a Torino vincendo più per caso che non per un dominio territoriale e tecnico dei quali Gasperini e i suoi ragazzi hanno fatto un vero e proprio biglietto da visita negli anni passati. Bologna ben messo in campo da Mihajlovic, pochi fronzoli e tanta sostanza, squadra tosta figlia del carattere di chi la allena.

Diverso il discorso sulla Juventus, relegata a quota uno con la trasferta in quel di Napoli alla ripresa delle ostilità pallonare. I bianconeri giocano decisamente male, slegati e senza quella “cattiveria” agonistica che ne contraddistingue, da sempre, il cammino e il carattere. La squadra è spenta, nessun furore, soprattutto poca o nulla la reazione di fronte alle avversità. A Udine, d’accordo, Madama aveva perso due punti per errori palesi del suo estremo difensore, ci sta. Però la scusa non regge per l’esordio casalingo. Juventus sconfitta con merito, esperimenti perlomeno rivedibili da parte di Allegri, colpevole quanto i suoi ragazzi. Il campionato è lungo, siamo d’accordo, e c’è tutto il tempo per tornare in linea di galleggiamento. Però, davvero, attenzione a Napoli: perdere significherebbe scivolare a meno otto da almeno un paio di dirette concorrenti, minimo. E, vista l’evidente superiorità di alcune formazioni su altre, diventa difficile pensare di poter recuperare una forbice così ampia a due o più squadre. L’Empoli, di cui avevamo scritto tutto il bene possibile anche dopo la sconfitta interna della prima giornata, ha confermato il proprio valore: Andreazzoli gioca in maniera europea, tanto possesso, corsa, entusiasmo, voglia di stupire e di vendere carissima la pelle. Per adesso operazione riuscita, in pieno.

Le due romane non steccano. Vincono e, soprattutto, convincono. Certo, siamo alla seconda giornata, adesso oltretutto c’è la sosta e non è detto che questo sia un bene per molti, occorre vedere quando le cose inizieranno ad andare non così positivamente, perché capiterà, senza se e senza ma, durante la stagione. In questo momento l’entusiasmo, nella capitale, la fa da padrone. Finché dura Roma e Lazio respireranno l’aria dell’altissima classifica.

Aria che respira anche il Milan, trasformato rispetto a quello visto settimana scorsa contro la Samp. Là, nonostante i tre punti, non è che i rossoneri avessero stupito per gioco e velocità. Al contrario, ieri sera Pioli sarà rimasto entusiasta dei suoi ragazzi. Il primo tempo del Diavolo è stato importante, all’altezza di una squadra che vuole vincere. D’accordo, il Cagliari aveva già stentato all’esordio e ha confermato tutti i suoi limiti, attualmente evidenti. Ma il Milan è una delle candidate non sappiamo se alla vittoria finale, di certo a un posto nell’Europa che conta, quella dei grandi.

Insieme al Napoli. Che fatica forse più del previsto a battere il Genoa ma attenzione, i rossoblù non sono quelli non visti al Meazza. Lì fu un infortunio, può capitare la giornataccia: coi partenopei Ballardini ha dimostrato quanto il Grifone abbia materiale adatto per la permanenza nella massima divisione.

Ultima, ma non ultima, l’Inter. Brutto il primo tempo nerazzurro a Verona, davvero impalpabili i ragazzi di Simone Inzaghi: qui però entra in scena il nuovo tecnico. Trovato il pareggio col cinquantesimo di Lautaro in nerazzurro, l’allenatore piacentino richiama il totem Brozovic e, qualche minuto dopo, il succitato Lautaro. Dentro Vidal e Correa. E la partita ha completamente svoltato. Il doppio sigillo del neo acquisto argentino è tanta roba: ma il ragazzo non è un goleador, è bene che il tifoso nerazzurro lo sappia da subito.

Ecco, se possiamo ipotizzare un futuro a questo campionato, l’idea è che non sarà una passerella stile Inter della seconda parte della scorsa stagione. Ci sarà da combattere. E da sgomitare. Nel frattempo godiamoci il ritorno della Nazionale: al rientro, come detto, Napoli-Juve. E, perché no, anche un bel Milan-Lazio.

Spettacolo.