Di Alfredo Pedullà
30 Novembre 2021
Siamo ai playoff sulla strada che porta in Qatar: rischiamo di prendere il Portogallo (in alternativa la Turchia), vivremo mesi caldi, intensi, complicati e di fibrillazione. Sarà importante mantenere la lucidità e fare le scelte giuste: in questo Roberto Mancini ha dimostrato più volte di essere un maestro. E c’è un ruolo da coprire bene, sperando che gli infortuni e i contrattempi non siano dietro l’angolo com’è accaduto nell’ultimo periodo. Il ruolo più o meno incriminato è quello dell’attaccante centrale: non dovremmo giocare con il falso nueve, esiste la necessità di avere Immobile al cento per cento e puntare su di lui. Ma ci sono strade, sulle carta alternative, che possono diventare un’autostrada da percorrere fino in fondo. Un nome e un cognome: Gianluca Scamacca, 23 anni a gennaio, di sicuro un rampante del ruolo e già protagonista di diverse traiettorie di mercato.
Il Sassuolo se lo tiene stretto, molto stretto, e qualche giorno fa a San Siro ha dimostrato il meglio del repertorio: una sassata che ha consentito di rimediare allo svantaggio segnato da Romagnoli: tecnica individuale di assoluto spessore, la profondità che assicura alla squadra e una personalità nettamente superiore alla media. Scamacca è davvero il nuovo che avanza, appena un anno in più rispetto ai “mostri” classe 2000 che stanno animando il panorama anche internazionale: Haaland e Vlahovic sono due esempi lampanti, e vedrete che saranno contesi a suon di bigliettoni; Alvarez è l’altro nascente del River Plate, clausola da 25 milioni di dollari più tasse e una fila indiana già sostanziosa. Se volessimo restare in zona 2000, in Serie B c’è Lucca che a Pisa si sta imponendo e incide non poco anche quando segna. Però Scamacca ha appena un anno in più, fa la differenza, cresce ogni settimana, ha soprattutto il posto fisso assicurato (era una necessità la scorsa estate, mille traiettorie sul suo nome). In sintesi potremmo arrivare a questa conclusione: se il grafico dovesse essere sempre più confortante, le premesse ci sono in pieno: proprio Scamacca può diventare la speranza di Mancini sulla strada – oggi tortuosa – che porta alla benedetta scadenza chiamata Qatar 2022.
L’ultima sessione di mercato è stata illuminante nel caso di Scamacca: fino a due settimane dallo stop era assolutamente cedibile ma alle condizioni del Sassuolo, non meno di 25 milioni più bonus, quasi una tariffa fissa che solitamente il club emiliano mette sulla gioielleria più ambita. Ci stava pensando la Fiorentina, soprattutto in caso di cessione di Vlahovic poi trattenuto da Commisso: anche in queste settimane i viola hanno mantenuto il nome in cima alla lista dei pretendenti per il futuro. Tuttavia, restando Vlahovic a Firenze, mai l’attaccante romano avrebbe accettato il trasferimento, sempre per quella questione del posto fisso che nessuno gli avrebbe potuto garantire. Nelle famose ultime due settimane di agosto ci aveva provato il Verona che poi aveva deciso di ripiegare su Simeone. Una svolta Hellas nata per resistenze del Sassuolo che evidentemente stava facendo altre valutazioni. Il Cagliari aveva strappato una promessa dal 20 agosto in poi: se il Sassuolo avesse deciso di mandarlo a giocare, la Sardegna sarebbe stata una soluzione da tenere in seria considerazione. Nessuno avrebbe potuto immaginare la svolta delle 48 ore finali di agosto: in silenzio l’amministratore delegato Carnevali stava pensando alla cessione di Caputo, proprio per valorizzare i giovani (Raspadori compreso) del reparto offensivo. Quando la trattativa con la Samp andò in porto, il Cagliari fu costretto a ripiegare su Keita (non proprio una punta centrale). E così il Sassuolo ha mantenuto la barra dritta, perfezionando la strategia iniziale: fingere di mettere Scamacca sul mercato per poi trattenerlo e valorizzarlo. Nel 4-2-3-1 di Dionisi abbiamo trovato la chiave ideale: Scamacca punta centrale, Raspadori alle sue spalle come finto trequartista, Berardi a destra e un altro specialista a sinistra (possibilmente Boga che, comunque, non è intoccabile e piace molto all’Atalanta). La formula perfetta, i risultati si notano: una vittoria convincente in casa della Juve, il bis nella tana del Milan, meglio di così sarebbe stato impossibile immaginare. Soprattutto se pensiamo che Dionisi è fresco di nomina, avendo rilevato da poco l’eredità di Roberto De Zerbi.
Scamacca è un nome fisso sul taccuino delle big, ben oltre il gradimento totale della Fiorentina. La prima a provarci era stata la Juve, circa un anno fa di questi tempi, ma il Genoa non aveva nessuna voglia di liberarlo, puntando sulla volontà di restare del diretto interessato. Rientrato per fine prestito al Sassuolo, era stata l’Inter a mettergli gli occhi addosso: dopo aver preso Dzeko, avrebbe voluto un altro attaccante fisicamente al top, non a caso aveva provato a prendere Zapata per poi ripiegare su Correa che ha altre caratteristiche.
Il Milan stravede da sempre. Ma, siamo costretti a ripeterlo, Scamacca non avrebbe lasciato l’Emilia per diventare la terza o la quarta scelta di una big. La sua storia è fatta di gavetta completa, compresa qualche disavventura familiare che lo ha turbato non poco, recentemente ha preso le distanze e ha preferito dedicarsi – lo ha detto senza giri di parole – alla sua crescita esponenziale. Ci sono i presupposti perché vada in doppia cifra, la rincorsa è lanciata e lo stesso Carnevali ha ribadito come non ci siano chance per una cessione nella prossima sessione di mercato. Il Sassuolo coccola i gioielli e li mette in vendita soltanto quando esiste una concreta possibilità di incassare una cifra alta. Anche questa, in fondo, è una buona notizia per Roberto Mancini: titolare indiscutibile, magari un bel gruzzolo di gol e il cammino azzurro spianato nei playoff. Quasi come se fosse un salvagente sulla strada, piena di trappole, che conduce in Qatar.
Giornalista e opinionista sportivo, grande esperto di calciomercato in Italia. "È un privilegio quando passione e lavoro coincidono".