Di Massimo Zampini
12 Agosto 2021
Se Andrea Agnelli si esprime via social è un evento che merita di essere preso in considerazione, data la scarsa frequenza con cui affida a Twitter un pensiero (di solito si tratta di felicità per le vittorie della Juventus e di complimenti ai successi altrui).
Se però si manifesta attraverso un like a un tweet del geniale amico Mike Fusco, l’evento è di quelli da ricordare.
Se poi il mercato è totalmente fermo, tranne una ventina di incontri decisivi con il Sassuolo e con l’agente di Dybala e altri venti decisivi in programma nei prossimi giorni, l’articolo settimanale non può che vertere su questo.
“Mai avrei pensato un giorno di vedere i Capitani storici di Real Madrid e Barcelona che vanno a giocare insieme altrove, uniti dalla stessa passione per il calcio del popolo“.
Eccolo, il tweet di Mike che torna sul più discusso tema degli ultimi mesi: la SuperLega e la comica propaganda contraria di regime, con governi, federazioni e media allineati non tanto nel contrastarla con argomentazioni esaurienti – il che sarebbe ovviamente più che legittimo – quanto nel respingerla sprezzantemente con un penoso mix di fake news (“nessuno ha voglia di vedere Real e Juve affrontarsi dieci volte ogni anno“, e infatti sarebbero stati due più eventuale fase a eliminazione diretta; “non esistono leghe sportive pressoché chiuse come la SuperLega” e non importa se la SuperLega non sarebbe chiusa e di altri tornei così ce ne sono a decine, più un’altra decina di fesserie) e soprattutto una imbarazzante retorica sul calcio di tutti, il calcio dei tifosi, il calcio del popolo appunto, cui fa riferimento Fusco nel tweet apprezzato espressamente dal presidente juventino.
Il tema non è affatto chiuso, se ne stanno occupando i tribunali, nessuno sa come andrà a finire ma di certo si può già dire con certezza, tanto più dopo questo tragicomico mercato in cui spendono (centinaia di milioni) solo le squadre degli oligarchi russi e degli Emirati qatarioti, che il popolo e i tifosi davvero non c’entrano nulla. Di certo c’è anche che tutto il resto dell’Europa calcistica non ha un euro, si procede appunto per incontri decisivi che programmano altri incontri decisivi perché va trovata la formula giusta, vanno dilazionati i pagamenti, inserito un diritto di riscatto invece di un obbligo e così via.
Il problema alla base – la ricerca di soldi, di una competizione più attraente in ogni sua fase anche per gli investitori e le TV, ecc – rimane più che mai attuale, drammaticamente urgente e lo diciamo a gran voce anche quando riguarda squadre teoricamente nostre prime rivali, depredate gratis o a centinaia di milioni da quei soliti due club del popolo. Fusco ricorda la favola di Messi e Sergio Ramos, due miti di due delle squadre più leggendarie del mondo, finiti entrambi romanticamente a giocare nella stessa società, insieme ad Hakimi e tanti altri, mentre a Londra arrivano Lukaku e altre star.
E così, mentre continuiamo ad aspettare l’ultimo incontro decisivo per Locatelli, quel like di Andrea Agnelli a un tweet apparentemente solo divertente e invece molto più che divertente ci ricorda che non saranno la retorica e le fake news, le prime pagine e la retorica dilagante a spegnere l’idea di SuperLega, ma deciderà un tribunale. Per le fesserie sul calcio del popolo e dei tifosi, tra persone serie, non c’è più spazio da tempo.
Autore di 4 libri, praticamente identici, cambiando solo il titolo e i nomi dei protagonisti: finale sempre uguale. Blogger e opinionista tv. La frase che mi sono sentito dire di più in vita mia? "Ma come fai a essere di Roma e a tifare per la Juve?"