Di Lapo De Carlo
17 Marzo 2021
Sembra passato un secolo e invece era solo un mese fa, quando il campionato sembrava procedere con un equilibrio che aveva tutta l’aria di durare fino al termine del torneo, con un Milan che resisteva in testa, l’Inter a tallonare e la Juventus poco dietro.
Dal 14 febbraio, la settimana prima che tornassero le coppe, è invece avvenuto il sorpasso e da quel momento il distacco è aumentato fino al punto che la squadra di Conte, in una manciata di partite, ha portato l’allungo fino a 9 punti sulla seconda.
Sarebbe stato logico aspettarsi che il recupero tra Juventus e Napoli venisse disputato come da programma questa settimana, invece le due società hanno concordato di spostare la data addirittura ad aprile, quando mancheranno pochi turni alla fine e l’Inter ora deve immaginare che la Juventus sia a -7, dando per scontato che vinca il recupero.
Nelle ultime settimane il gioco dell’Inter, per quanto efficace, sembra più ingolfato quando si trova di fronte a difese che si chiudono e ripartono. Nel 2021 ha sofferto con Sampdoria, Udinese, Parma e Torino e, in generale, il cambio tra Eriksen e Vidal ha garantito maggiore imprevedibilità, come ha dimostrato l’ingresso del danese al posto di Gagliardini nel secondo tempo. Non basta perché la squadra può ancora migliorare il suo rendimento in termini di proposizione del gioco.
L’Inter non batte il Sassuolo a San Siro dalla stagione 2014/15 e in questi anni ha collezionato tre sconfitte e due pareggi, un rendimento che le assicura il ruolo di bestia nera, con una sistematica serie di partite al di sopra dei propri limiti che fanno quasi sorgere il sospetto sia ulteriormente motivata da un retaggio, considerando la passione per il Milan che aveva il compianto presidente Squinzi. Partite incredibili giocate con un piglio che il Sassuolo avrà anche sabato sera, con quel calcio propositivo che talvolta lo tradisce quando si distrae, come accaduto nel recupero con i granata. La squadra di De Zerbi ha perso col Torino, subendo una rimonta dopo aver controllato serenamente la partita e fallito in più occasioni persino gol dello 0-3. Tra tre giorni entrerà in campo con quel tipo di furore pericoloso per qualunque avversario. Il Sassuolo resta in ottava posizione, ha grandi ambizioni, come quella di entrare in Europa League, gioca con un 4-2-3-1, terza squadra per possesso palla e va presa terribilmente sul serio, non solo per la qualità tecnica e la pessima tradizione che ha l’Inter con lei, ma anche perché è evidente la crescita del progetto, una sorta di nuova Atalanta che intende restare a lungo ai vertici del nostro calcio.
E’ una formazione che, come quella di Conte, gioca molto palla a terra e dipende molto dalla qualità di Locatelli e Ferrari, i quali distribuiscono generosamente palloni per tutti e riforniscono i giocatori più offensivi come Caputo, Berardi, Defrel e Djuricic.
Barella e Brozovic, oltre all’impostazione avranno il compito di limitare i fraseggi tra Locatelli e Ferrari a centrocampo ed Eriksen quello di rendere più veloce e imprevedibile la manovra. Skriniar e Bastoni dovranno stare attenti alla velocità di Caputo e alla qualità di Traorè e Berardi, per quelle caratteristiche tecniche che una linea difensiva corazzata ma poco agile tende a soffrire quando si trova di fronte a giocatori svelti e tecnici.
La rimonta subita dal Sassuolo chiarisce che la difesa alcune volte è troppo alta e si fa mettere in difficoltà non riuscendo a tenere gli equilibri tra le linee e gli attaccanti come Caputo e Berardi collaborano meno alla fase difensiva, perciò se l’Inter supera la prima fase di copertura la difesa del Sassuolo potrebbe trovarsi in difficoltà a fermare gli inserimenti degli attaccanti.
L’Inter arriva all’appuntamento dopo aver avuto qualche timore di contagio da covid dopo la positività di D’Ambrosio ma è rimasto per fortuna l’unico ad essere rimasto colpito, oltretutto con sintomi lievi. Per quanto riguarda la transizione o la conferma dell’assetto societario non è ancora arrivato il sereno ma ci sono prospettive migliori di quanto non sembrasse un mese prima. L’arte della pazienza in fondo è cinese ed è una disposizione che sta virtuosamente irradiando tutto l’ambiente nerazzurro.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.