Di Lapo De Carlo
15 Febbraio 2020
L’Inter, che si appresta a giocarsi una fetta di scudetto all’Olimpico, viaggia costantemente in una linea di demarcazione tra il successo e il fallimento. Una costante corretta se il responso arrivasse al termine della stagione, ma che in queste settimane si presenta con una frequenza tachicardica.
Prima è arrivata la rimonta esaltante nel derby, tre giorni dopo la doccia fredda col Napoli in casa, per un palese abbassamento di tensione che costerà una possibile eliminazione dalle semifinali di Coppa Italia e ora la Lazio, con un calendario ingrato che ha impedito alla squadra di Conte di preparare al meglio tre sfide contro avversari di livello.
A Roma l’Inter ci arriva con la brutta notizia di Sensi che, a seguito di una botta rimediata nella gara col Napoli, ha subito un’infrazione allo scafoide del piede sinistro. Un calvario che priva Conte di una risorsa preziosissima e rilancia le chance di Eriksen come titolare da qui in avanti (ma non contro la Lazio).
L’incipit dell’articolo porta l’attenzione al fatto che ogni settimana l’Inter si gioca una buona parte di stagione e la sfida della prossima settimana contro il Ludogorets è un altro impegno che può diventare esclamativo, a prescindere dal nome della squadra bulgara che suscita ilarità e una conseguente sottovalutazione nel pubblico italiano.
La partita con la Lazio è però determinante per capire se l’Inter ha le energie per resistere al doppio impegno da qui a marzo, considerando che fino all’8 marzo andrà avanti a giocare ogni tre giorni.
È una partita che vale lo scudetto e può decidere se una delle due squadre può diventare definitivamente la rivale della Juventus. Conte fino ad oggi non si è mai trovato a suo agio con squadre che giocano a specchio e Inzaghi proporrà proprio un 3-5-2 con caratteristiche fisiche e tecniche molto simili a quelle nerazzurre: Caicedo come Lukaku, Immobile come Lautaro Martinez e Lucas Leiva come Brozovic.
Gli ultimi precedenti parlano chiaro: quando l’Inter gioca contro i laziali in trasferta trova molti più spazi e prevale (4 vittorie su 5 nelle ultime sfide), quando gioca in casa trova qualche difficoltà in più.
Il risultato più frequente nella storia, anche se non quella recente, è l’1-1 ed entrambe le squadre arrivano al big match in un grande momento. Per la Lazio si tratta della prima vera partita scudetto dopo tanti anni, a coronamento di un progetto che Inzaghi, Tare e Lotito non hanno interrotto; l’Inter in soli 6 mesi invece ha fatto passi da gigante e raggiunto la testa della classifica in due occasioni, riuscendo a riagganciare la Juventus, unica a giovarsi di questa sfida che guarderà comodamente in sala dopo aver sbrigato la faccenda Brescia allo Stadium.
In ultimo l’Inter, nel momento clou della stagione, deve fronteggiare le sirene che arrivano dall’estero e approfittano di un accordo del rinnovo con Lautaro Martinez non ancora formulato, con una clausola fissata a 111 milioni.
A ottobre il suo agente Beto Yaque aveva detto: “rinnoveremo presto” ma sono passati quattro mesi e l’interessamento deciso del Barcellona, seguito da Real Madrid e Manchester United sta diventando sempre più pressante e sarà importante verificare la reazione del giocatore in campo e la capacità di Marotta nel gestire una situazione tanto delicata. Ad oggi è uno dei giocatori della rosa che guadagna di meno e Marotta è conosciuto anche per essere un dirigente che vende giocatori apparentemente insostituibili a prezzi elevati per rigenerare la squadra nella stagione successiva.
Ora parola al campo e ad una sfida che chiarirà se l’Inter può restare nella scia della Juventus o addirittura farla restare capolista.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.