Di Massimo Zampini
14 Maggio 2021
Se leggete solo le prime pagine dei nostri super giornali sportivi non lo sapete, ma la Superlega – con quell’annesso di minacce, procedimenti e sanzioni UEFA, oltre agli interventi di premier di tutta Europa – finisce alla Corte di Giustizia Europea. Scopriremo dunque se le istituzioni calcistiche stanno esercitando un abuso di posizione dominante, impedendo la creazione di altre leghe tra soggetti privati.
Vicende di poco conto, così da noi Lautaro e Conte conquistano le copertine con uno scherzoso incontro di boxe e scopriamo che la serata notturna dei giocatori interisti è diversa da quella di McKennie e Dybala: “i toni erano diversi”, ci dicevano una decina di anni fa per vicende di telefonate che valevano la retrocessione, a differenza di altre che portavano al tavolino, e a quanto pare i toni sono diversi anche oggi. Due serate fuori orario, violando il coprifuoco e le regole vigenti, ma vuoi mettere la maggior gravità della prima?
E dunque eccoci a Juve-Inter, con i nerazzurri in gita, dopo dieci anni di nostre scampagnate a fine anno a Roma e Milano con il titolo già in tasca. Ci siamo scontrati tre volte, quest’anno e nell’occasione più importante – l’andata in campionato, quando ancora non era chiaro chi fosse destinato a dominare il campionato – non siamo praticamente scesi in campo. È una delle grandi colpe della Juve di quest’anno, brava invece in Coppa Italia a rischiare poco, vincendo a Milano e subendo poco a Torino, capace così di conquistare la finale di mercoledì con l’Atalanta.
Sarebbe sciocco e ingiusto negare la realtà: l’Inter di quest’anno è simile e ispirata (in dirigenza, in panchina, nel modulo, nella continuità in campionato, nella delusione europea) alla Juve dei 102 punti e infatti chiuderà agevolmente oltre i 90. Sono stati più forti, decisi e sappiamo anche noi che verranno a Torino per dare un’altra dimostrazione di forza. Un po’ come quel giorno, a Roma, con Osvaldo a decidere all’ultimo secondo una partita inutile per la classifica ma non per l’autostima della squadra. Vincere sarà molto difficile e sarebbe un’impresa per la squadra di oggi.
Sta a noi, allora, ricordandoci magari – anche se sembra passata una vita – che dopo l’andata in campionato, come ricordato, c’è stata la semifinale di Coppa Italia e quella Juve – attenta, concentrata, incisiva e concreta – è stata più brava dell’Inter.
Sta a noi, con la rosa al completo, con un obiettivo da provare a raggiungere, con giocatori e allenatori in bilico, con gli stimoli che non mancano: e allora basta con questa insicurezza, questa paura e poca convinzione. Una Juve che si ricordi quantomeno delle sue potenzialità, e questo indipendentemente dal fatto che tocchi a Morata o Dybala, a Bonucci o Chiellini, a Buffon o Szczesny.
Se proprio non bastano questi stimoli, magari potrebbe aiutare un po’ di orgoglio pensando che stiamo affrontando la squadra che ci ha sostituito dopo dieci anni di dominio, ormai convinta di essere superiore e pronta ad aprire un nuovo ciclo. E magari il risultato non conterà nulla per la classifica, ma è importante non abituarsi alle delusioni, all’approccio fatalista, al dare per scontato che non saremo in grado di aggredire alcune partite e spaventare l’avversario.
Perché prima o poi può capitare un anno in cui l’Inter diventa la Juve. Accetto anche di passare una stagione con i martedì/mercoledì liberi e i giovedì impegnati tra Israele e Repubblica Ceca (almeno così mi pare di ricordare da alcune gloriose campagne europee altrui), ma l’importante è non dimenticare mai chi siamo. Capire perché stavolta hanno vinto gli altri, riconoscere i meriti altrui, ma contestualmente ritrovare voglia, intensità, sicurezza e cancellare la paura, che storicamente non fa proprio per noi.
Fai così già da domani, cara Juve, e vedrai che tutto tornerà al suo posto molto prima del previsto.
Autore di 4 libri, praticamente identici, cambiando solo il titolo e i nomi dei protagonisti: finale sempre uguale. Blogger e opinionista tv. La frase che mi sono sentito dire di più in vita mia? "Ma come fai a essere di Roma e a tifare per la Juve?"