Di Massimo Zampini
30 Settembre 2020
Come sempre, è mio dovere informarvi dei primi temi di dibattito nelle chat tra juventini. Vi può essere utile, se mai ci finiste per sbaglio almeno saprete le varie posizioni, le frasi più frequenti, gli slogan da esibire per farne fieramente parte senza sembrare un marziano.
Una volta appurato che finalmente abbiamo oltrepassato i confini nazionali e perfino continentali con il caso Han, levandoci di torno quel provincialismo che ci induceva a far sospettare di noi solo tra le nostre mura, siamo tornati a parlare di calcio.
Al momento spopolano due discussioni, relative alla Juve vista domenica a Roma e agli ultimi giorni del calciomercato, in particolare con riferimento al nome di Federico Chiesa.
Andiamo con ordine.
Punto guadagnato o due punti persi? Ecco di cosa discutiamo: come vedete tutto sommato siamo umani e banali come voi altri.
Roma-Juve si può vedere in tanti modi, ognuno legittimo: qualcuno se la prende con la formazione iniziale (va per la maggiore la frase “sai che adoro Pirlo, ma ha voluto fare il fenomeno”, segnatevela, aggiungendo l’indignazione per gli esterni a piedi invertiti , l’avere schierato subito Morata arretrando Kulusevski e l’aver spostato Cuadrado sulla fascia che conosce di meno; e poi “ha fatto il fenomeno anche non togliendo per tempo Rabiot, già ammonito”); qualcun altro con la prima ora di gioco e le tre occasioni clamorose concesse ai giallorossi (qui sottolineare che “Bonucci non sa difendere”, premesso che anche a mio parere stavolta nell’occasione di Mkhitaryan è stato davvero troppo morbido); altri ancora si prendono il lato positivo, cioè la rimonta su un campo difficile quando eravamo sotto nel punteggio, nel numero di uomini in campo e ormai non ci credeva più nessuno.
Ora, Pirlo può avere sbagliato la formazione e la prima ora è certamente deludente (con un Dzeko più preciso sarebbe stato complicato restare in partita), ma di certo non ha voluto “fare il fenomeno”. Banalmente, a mio parere, ha voluto subito dare maggiore profondità con Morata e, in modo comprensibile, forse al momento preferisce spostare un giocatore esperto e di qualità come Cuadrado piuttosto che inserire dall’inizio, in una partita così complicata, un giovane ottimo ma ancora inesperto come Frabotta o un giocatore a oggi visibilmente fuori dal progetto, De Sciglio. Poi certo, Morata gioca male, Cuadrado peggio, la Juve non convince e l’analisi critica, se non sfocia nella supponenza di dare del “fenomeno” o dell’incapace, risulta più che legittima.
L’ultima parte di gara merita effettivamente un’analisi diversa, perché una squadra in difficoltà e inferiorità numerica trova il pareggio con una discesa del positivo (e sorprendente) Danilo e uno straordinario stacco di Ronaldo, e fin qui va bene: hai un fenomeno e pareggi. Ma quel che conforta sono proprio gli ultimi minuti, in cui non creiamo pericoli ma siamo costantemente nell’altra metà campo, dimenticando l’espulsione di uno dei nostri e le difficoltà incontrate fin lì.
Un punto a Roma, preso così in rimonta, contro una squadra ancora in via di definizione ma con un tridente di grande livello, non è affatto da buttare. Anche perché ora arriva un’altra sfida complicatissima, contro l’ottimo Napoli di Gattuso, e una sconfitta contro i giallorossi avrebbe già reso la partita di domenica un incrocio fondamentale, per una squadra come la nostra non ancora prontissima, avendo cambiato allenatore, modo di giocare e diversi interpreti.
E poi eccolo, il secondo tema di discussione di ogni chat bianconera: il mercato. Anzi, è sempre il primo: basta una indiscrezione insensata di un sitarello sconosciuto per illudere o gettare tutti nel panico. Si commenta, come fosse pressoché ufficiale, qualunque voce, anche le più improbabili: rimarrà mitica, restando a questa estate, quella news proveniente dalla Spagna di un accordo ormai fatto per Semedo in cambio di Pjanic e 25 milioni. Deliri in chat, insulti ai dirigenti, poi hai scambiato Pjanic per uno dei giovani centrocampisti più promettenti in assoluto (a proposito, che bravo Arthur in quei suoi primi minuti).
Ora il nome caldo è Chiesa e pochi sono più divisivi di lui: chi è terrorizzato dal suo acquisto (“corre a testa bassa, segna poco, costa troppo”) si trova generalmente in maggioranza rispetto a chi è tentato dal prendere un giovane italiano promettente, con gamba e voglia di imporsi.
Il prezzo è alto, non c’è che dire, e non abbiamo grandi disponibilità economiche. Aggiungo che alla stessa cifra, e magari con formula analoga, potremmo forse andare su un centrocampista di qualità come Aouar, che forse ci servirebbe di più. Ma se possiamo, senza compromettere altre idee per il futuro, a me l’idea di prendere Chiesa non dispiace affatto, in una squadra che dovrà correre a mille per tutto l’anno.
Ora siete pronti per entrare con autorevolezza in una chat juventina. Ma, consiglio da amico, pensateci bene prima di farlo.
Autore di 4 libri, praticamente identici, cambiando solo il titolo e i nomi dei protagonisti: finale sempre uguale. Blogger e opinionista tv. La frase che mi sono sentito dire di più in vita mia? "Ma come fai a essere di Roma e a tifare per la Juve?"