Di Daniele Brogna
19 Febbraio 2021
Il derby è alle porte ma facciamo un passo indietro.
Dicono che le partite di calcio spesso siano come dei film: trame spesso avvincenti, colpi di scena e finali a sorpresa. Ecco, tutto mi aspettavo tranne che la partita del Milan contro lo Spezia si rivelasse, per noi tifosi rossoneri, un film horror. Di solito i protagonisti di un film alternano momenti positivi a momenti negativi, momenti di paradiso e momenti d’inferno. No, nulla di tutto questo.
La sceneggiatura della partita/film Spezia – Milan è stata scritta per farci piangere dal primo all’ultimo minuto. E non si trattava di lacrime di emozione. 90 minuti di pura agonia dove, neanche solo per un attimo, ho mai pensato di poter conquistare almeno un punticino. È stata la classica situazione in cui la realtà ha superato di gran lunga la fantasia e sono sicuro che neanche il regista
Dario Argento, che di film horror se ne intende, avrebbe saputo fare di meglio.
Dopo mesi di bel gioco e di ottimi risultati, insomma, è arrivato il famoso periodaccio che tanto noi milanisti temevamo e che tanto i tifosi avversari auspicavano. Anche ieri sera un altro mezzo passo falso contro la non irresistibile Stella Rossa dell’ex interista Dejan Stankovic.
Considerando che si giocava fuori casa il 2 a 2 è un risultato sicuramente positivo in vista del ritorno a San Siro, ma resta l’amaro in bocca sia per come questo pareggio è arrivato ma anche per come la squadra di Pioli ha gestito l’intera partita. L’ennesimo ko fisico di Bennacer che esce dal campo toccandosi la coscia destra, è stata forse l’immagine più triste della serata di ieri.
Al Milan è mancato il fuoco negli occhi, quel fuoco che gli avrebbe permesso di fare il terzo goal e chiudere anzitempo il discorso sul passaggio del turno, a maggior ragione se pensiamo che la squadra di Stankovic ha giocato per mezz’ora con un uomo in meno. Opaca la prestazione di Mario Mandzukic che si è dimenato senza incidere mai, inconcludente l’apporto di Rebic ma anche quello di Leao che gli è subentrato nel secondo tempo.
Peccato davvero, un’eventuale vittoria avrebbe aiutato la squadra a prepararsi psicologicamente alla guerra di domenica – sportiva si intende – in quel di San Siro, contro i rivali storici nerazzurri che da qualche giorno ci guardano in cagnesco dallo specchietto retrovisore. Effettuare un contro-sorpasso, in un momento delicato e difficile come questo, sarebbe un toccasana incredibile per i ragazzi e porterebbe all’ambiente una carica adrenalinica ineguagliabile, ma non sarà facile.
Dopo l’ultima giornata l’inerzia del campionato si è momentaneamente ribaltata, con un Inter sulle ali dell’entusiasmo per la conquista della tanto agognata vetta della classifica e con un Milan costretto, per la prima volta dopo tanti mesi, ad inseguire. Per la sfida contro l’Inter, Pioli schiererà il solito 4-2-3-1 con Gigio tra i pali, linea difensiva composta da Calabria, Kjaer, Romagnoli e Theo Hernandez, linea mediana presidiata da Frank Kessié e Sandro Tonali, con Saelemaekers, Calhanoglu e Rebic a supporto della nostra unica punta: l’immarcescibile Zlatan Ibrahimovic.
A vederla così sembrerebbe una formazione assolutamente perfetta, peccato però che tanti giocatori non sono per niente al top della condizione: Kjear dopo l’infortunio non si è mai ripreso al 100%, Calhanoglu sembra un lontano parente di quello che ci ha fatto stropicciare gli occhi per mesi e Rebic deve ritrovare quella cattiveria e concretezza che tanto abbiamo amato nella scorsa stagione.
Pochi alibi però, il derby è derby e va giocato a mille. Domenica dovrà emergere quel concetto di squadra e quell’idea di gruppo solido che tanto è stato determinante negli ultimi mesi, anche e soprattutto nei vari momenti di difficoltà che abbiamo affrontato. In questo momento sarà importante l’apporto morale di uomini di esperienza come Ibra, Kjaer e Manduzkic, oltre che quello di Pioli e Maldini. L’età media della squadra è bassissima e quindi ci sta che molti ragazzi non sappiano gestire un momento complicato come questo ma sono sicuro che, con le giuste motivazioni, potranno ritrovare quella convinzione che, dalla partita persa malamente contro l’Atalanta, si è un po’ affievolita.
Sarà un derby vero e combattuto, come non si vedeva da anni, e che potrebbe essere la sliding door della stagione rossonera. Poi per carità, i punti in palio saranno sempre 3, ma quelli della stracittadina milanese, si sa, pesano molto di più. Soprattutto per il morale.
Salentino trapiantato a Milano. Content Creator di professione, sex symbol nel tempo libero. Tra le mie passioni più forti: seguire il calcio in chiave ironica e parlare di me in terza persona.