Di Gabriele Borzillo
Aggiornato: 23 Settembre 2019
“È una serie A inattesa, ricca di gol come non accadeva da tempo, però…” perché, sappiatelo, un “però” è sempre dietro l’angolo.
Però se si segna troppo evidentemente le difese sono allegre peccando di quell’attenzione che è un po’ il biglietto da visita del calcio italiano. In caso contrario, quando si segna poco, parliamo di partite noiose e senza emozioni; attenzione, non è matematico associare uno zero a zero a gare poco avvincenti, esistono zero a zero che si rivelano semplicemente esaltanti sotto il profilo squisitamente tecnico e tattico.
Uno di questi non è stato di certo quello tra Fiorentina e Juventus né per i tifosi dell’una o dell’altra squadra, né per chi la partita l’ha seguita per puro diletto. Montella aveva necessità di respirare dopo una partenza in salita; ha meritato il risultato, al di là del fatto che ai punti avrebbe forse anche vinto, ma il pallone non è la boxe e ai punti non si vince. Mai.
Chi invece non riesce a respirare, sportivamente si intende, è Eusebio Di Francesco; la Samp non trova il bandolo della matassa, ha preso nove gol nelle prime tre giornate, ed è preoccupante soprattutto constatare il non gioco. Involuti, spaventati, poco reattivi, spesso secondi sul pallone; per ora è un problema, inutile nascondersi. Certo, a memoria ricordo Gasperini iniziare la sua avventura a Bergamo con un bel filotto di sconfitte, salvo poi rimettere la nave in rotta e costruire l’attuale miracolo Atalanta che ieri, detto per inciso ma nemmeno troppo, ha sbancato il Ferraris con un gran gol nel finale di Duvan Zapata. Bisognerà vedere se anche la Genova blucerchiata avrà voglia e pazienza nel cullare il suo tecnico dandogli il tempo necessario per plasmare una formazione che rispecchi gioco ed ideali dell’allenatore nato a Pescara. E non sempre capita di scontrarsi col Napoli, al San Paolo.
Cade la Lazio a Ferrara, rimontata e superata dai biancazzurri di Semplici i quali, scrollatisi di dosso le magagne dei primi 180 minuti, hanno disputato la partita perfetta sbagliando il meno possibile e punendo la sufficienza della truppa di Inzaghi, rea di aver sprecato di tutto e di più, salvo rilassarsi per subire la relativa punizione in pieno recupero. La bellezza del pallone.
I tre punti del Bologna a Brescia sono, per distacco, la pagina più bella del fine settimana pallonaro. Felsinei indietro a fine primo tempo, telefonata in vivavoce di Mihajlovic durante l’intervallo, rientro in campo e rimontona agevolata dall’espulsione insensata di Dessena; parliamo di un uomo esperto, gladiatore di mille battaglie con le maglie di Parma, Cagliari, Sampdoria e se mi son dimenticato altro me ne scuso. Con la tua squadra sopra di due, in controllo totale della partita, riuscire a farsi cacciare per simulazione è da dilettanti allo sbaraglio. Il Bologna gioca, vince, torna a casa e va a festeggiare sotto le finestre dell’Ospedale dove Sinisa è ricoverato. Tutto fantastico.
Altro rosso quello di De Paul a Milano. il giocatore argentino, ignaro di quanto recita il regolamento del gioco del calcio a proposito di espulsioni dirette, lo riportiamo per chiarezza (“a prescindere che si concretizzi o meno il contatto, usa o tenta di usare vigoria sproporzionata o brutalità contro un avversario, un compagno di squadra, un dirigente, un ufficiale di gara o qualsiasi altra persona, in mancanza di contesa del pallone“) rifila un ceffone a Candreva e saluta la compagnia prima del tempo. Proteste inutili del giocatore, basterebbe leggerlo questo regolamento per evitare scivoloni.
I nerazzurri ringraziano e, pur non esaltando, volano in testa alla classifica a punteggio pieno. Aspettando, in ordine di apparizione, lo Slavia Praga e il derby di sabato prossimo, contro un Milan vittorioso a Verona ma che pare ancora lontanissimo dall’aver trovato una parvenza di gioco. Vincere va bene e fa bene, tuttavia la coesione tra i reparti della squadra sembra tardare oltre misura. L’Inter sarà un bel banco di prova per capire dove potranno collocarsi i rossoneri nella scala valori del campionato.
Tutto aspettando Torino-Lecce, che potrebbe portare i granata al comando della classifica, formando con l’Inter l’accoppiata che non ti aspetti.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.