Di Daniele Brogna
Aggiornato: 26 Febbraio 2021
È andata. Mettiamola così, è andata. Il Milan fatica tanto, troppo, contro una modestissima Stella Rossa che, diciamocelo, per la grinta che ha messo in campo nei 180 minuti probabilmente avrebbe meritato di più, forse addirittura il passaggio del turno. Un insipido doppio pareggio che ci sorride, in virtù del goal in più realizzato fuori casa. Eppure la partita di ieri sera si era messa subito sui binari giusti grazie al rigore siglato da Kessie, freddo come al solito dagli 11 metri.
Nonostante il momentaneo vantaggio e il buon impatto sulla partita, però, qualcosa si è inceppato e nel giro di 5 minuti il Milan è arrivato a concedere un goal giustamente annullato per un malizioso tocco di mano di Pankov, una traversa di Ben Nabouhane ed un goal, questa volta regolare, siglato sempre dallo stesso Ben. Sul goal subito ci sarebbe tanto da dire ma forse è meglio non alimentare le tante polemiche social che in queste ore stanno vedendo come protagonista Alessio Romagnoli.
A me dispiace molto puntargli ancora una volta il dito contro ma sicuramente, anche in questa occasione, poteva e doveva fare molto di più. Detto questo, non voglio focalizzarmi sull’errore del capitano, perché è proprio l’atteggiamento della squadra che mi ha convinto poco, per usare un eufemismo. Impauriti, passivi ma soprattutto poco cattivi sotto porta. Gli errori clamorosi – a tu per tu con il portiere – di Dalot e Rebic, sono la fotografia di questo complicato periodo rossonero. Dobbiamo invece dedicare un “grazie” enorme come San Siro, al nostro portierone Gigio Donnarumma che, con il miracolo sulla conclusione ravvicinata di Sanogo, ha messo in cassaforte il passaggio del turno. Nel giorno del suo ventiduesimo compleanno, ci ha fatto davvero un super regalo, per la felicità di Mino Raiola, che ora pretenderà un milione in più sul rinnovo del contratto. Si scherza. Forse.
Ora bisogna provare a voltare pagina, stavolta per davvero, anche perché agli ottavi ci attende nientemeno che il Manchester United, una delle favorite per la vittoria finale. Le gare si giocheranno l’11 e il 18 marzo e gli uomini di Pioli devono arrivare al doppio appuntamento con uno spirito e una condizione fisica totalmente diversi da quelli mostrati ieri sera.
Ma c’è tempo per pensare agli inglesi perché, in una stagione piena di impegni come quella di quest’anno, è già tempo di focalizzarsi sulla prossima delicatissima partita di campionato all’Olimpico, contro la Roma. Di buono c’è che anche loro hanno sulle gambe la doppia sfida di Europa League che però, a differenza nostra, hanno vinto con estrema nonchalance. In campionato vengono da un grigio pareggio contro il Benevento di Pippo Inzaghi ma la sensazione è che lì a Trigoria si respiri comunque un’aria positiva, di fiducia.
A Milanello al contrario, dopo mesi di entusiasmo a mille, condito da infiniti “Pioli is on fire” cantati a squarciagola, qualcosa è cambiato. Il calo fisico può essere una giustificazione ma fino a un certo punto, credo sia soprattutto un problema mentale quello che sta portando i ragazzi a prestazioni sottotono come quelle dell’ultimo mese e mezzo. La rinascita del Milan passa inevitabilmente dalla rinascita di alcuni giocatori chiave, Calhanoglu su tutti.
Il turco sembra tornato quello di tanti mesi fa: insofferente, impacciato e inconcludente. Per lui e per la squadra, servirebbe una botta di autostima rigenerante. Speravo che questa potesse arrivare contro l’Inter ma così non è stato, anzi, forse la stracittadina milanese ha peggiorato il già malinconico umore dei ragazzi.
Che non sia proprio contro la Roma il punto di svolta? Da milanista me lo auguro anche se sono consapevole che all’Olimpico non sarà per nulla facile. Essendo piazzati meglio in classifica, in teoria il Milan avrebbe a disposizione due risultati su tre per tenere distanti i giallorossi. In teoria. Poi però c’è la pratica che ci ricorda che siamo il Milan, con una gloriosa storia alle spalle che ci impone di giocare sempre per vincere. Anche perché, come ha dichiarato recentemente Mister Pioli “Se approcci una partita pensando che il pareggio possa andar bene, sei più vicino alla sconfitta”.
Salentino trapiantato a Milano. Content Creator di professione, sex symbol nel tempo libero. Tra le mie passioni più forti: seguire il calcio in chiave ironica e parlare di me in terza persona.